TIZIANA SANCES

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXIII



Titolo della tesi: Il Collegio Romano nell’area centrale del Campo Marzio: analisi delle trasformazioni nel tempo

La ricerca di Dottorato affronta le vicende del Collegio Romano, tramite l’esame della letteratura edita riguardante la realizzazione dei differenti ambiti che compongono il complesso monumentale nel corso del tempo. Attraverso lo studio delle fasi di formazione e trasformazione del manufatto, anche di quelle meno evidenti, si assimilano le scelte costruttive mutuate dal modo nostro che caratterizza la costruzione gesuitica, acquisendo gli elementi utili per la comprensione del bene. La ricerca analizza con attenzione i principi attraverso i quali si sostanzia la fabbrica nel tempo, sottolineando come tutti gli interventi compiuti tendano ad enfatizzare la sua intrinseca caratteristica frammentazione, nel susseguirsi dei diversi cicli di vita e di utilizzo fino a raggiungere l’attuale configurazione spaziale. Partendo dall’esame delle dense e stratificate emergenze che insistono nell’area centrale del Campo Marzio, all’interno della quale si inserisce l’insula gregoriana, si evidenzia lo stretto legame esistente fra il complesso monumentale e il tessuto della città antica, restituendo i numerosi condizionamenti presenti sul sito. La ricostruzione filologica induce ad alcune riflessioni riguardanti la caratterizzazione e l’evoluzione del bene in relazione alla scelta di specifici sistemi costruttivi realizzati in determinati periodi storici. Essi riguardano le numerose alterazioni apportate sul manufatto originario fino a determinarne la graduale perdita dell’integrità architettonica. L’esame delle fonti letterarie, insieme alla verifica del materiale iconografico e della copiosa documentazione d’archivio consentono di delineare un quadro approfondito di conoscenza del collegio e al contempo permettono di acquisire importanti informazioni relative ai materiali di cui si compone la fabbrica. Lo studio evidenzia la centralità assunta dall’opera nell’ampio scenario rappresentato dall’architettura gesuitica, un filone di ricerca all’interno del quale si inserisce la costruzione, sede dell’amministrazione centrale della Compagnia di Gesù. Dall’indagine si riscontrano alcuni elementi caratterizzanti l’organismo architettonico, comuni ad altri importanti collegi appartenenti all’Ordine religioso, situati in contesti culturali e geografici profondamente diversi, nei quali viene adottato lo stesso linguaggio architettonico mutuato dal modello romano, mettendo in risalto il ruolo preminente assunto dalla fabbrica in esame. Lo studio rileva alcune chiavi interpretative riguardanti il rapporto esistente fra il palazzo del tardo Cinquecento e il tipo del collegio e della residenza conventuale, che a Roma, a causa delle numerose riconversioni funzionali risulta profondamente alterato rispetto al progetto originario. La ricerca approfondisce gli apporti dei singoli progettisti, analizzando i caratteri tipologici e formali che contraddistinguono gli ambiti di cui si compone l’organismo architettonico, restituendo alcune caratteristiche dell’edificio conservate anche dopo alcuni interventi trasformativi. L’esame delle fonti iconografiche evidenzia gli interessanti elementi di novità relativi al ruolo prioritario assunto dal bene culturale quale luogo deputato alla ricerca e al sapere. Infatti, tra le numerose destinazioni d’uso ad esso assegnate, dai documenti emergono gli apporti progettuali redatti per l’inserimento al suo interno di alcune biblioteche, di numerose gallerie espositive, (oltre alla costruzione di due osservatori e laboratori scientifici e meccanici). I numerosi adattamenti e la mancanza, in passato, di indirizzi operativi univoci, hanno contribuito nel tempo, insieme con altri fattori, a determinare la vulnerabilità del bene. In tal senso, approfondendo le principali trasformazioni in esso apportate dopo l’Unità d’Italia, si verifica come al contempo, la continuità di utilizzo lo abbia preservato, favorendone la conservazione. Le informazioni raccolte durante lo sviluppo della ricerca costituiscono un quadro teorico e pratico di riferimento utile alla programmazione degli interventi di conservazione e manutenzione per preservare l’identità architettonica del manufatto e contribuire all’elaborazione del progetto di restauro. Nell’analisi sono messi in relazione gli equilibri compositivi esistenti fra la originaria residenza conventuale gesuitica e le mutevoli esigenze di utilizzo, in relazione al contesto storico e urbano di riferimento. Partendo dall’esame dei luoghi maggiormente coinvolti in azioni di recupero e adeguamento funzionale, gradualmente vengono approfonditi per singoli comparti gli aspetti materiali dell’opera, soprattutto quelli riguardanti la composizione dei muri e gli elementi architettonici appartenenti alla fabbrica gregoriana, durante la quale vengono impiegate non solo le più importanti maestranze del tempo, ma anche i materiali e le tecniche costruttive maggiormente qualificanti l’opera architettonica. Il lavoro si pone l’obiettivo di individuare e indirizzare scelte compatibili con la permanenza dei valori posseduti dal manufatto che ne rispettino le valenze storico-artistiche per preservare e garantire l’equilibro degli ambiti di cui si compone, aprendo a possibili ulteriori strumenti d’indagine utili per la sua conservazione e per un recupero organico del bene, nell’ottica della sua tutela, fruizione e valorizzazione attuati nel rispetto esigenze contemporanee. Lo studio compiuto sul complesso monumentale del Collegio Romano offre alcuni spunti di riflessione utili a perfezionare la programmazione coordinata degli interventi per la salvaguardia della connotazione architettonica e della consistenza materica della fabbrica. La tesi si pone l’obiettivo di fornire determinati riscontri pratici ai fini del progetto di restauro. Le informazioni acquisite inducono ad un approccio multidisciplinare delle tematiche afferenti l’architettura, da inserire nel quadro complessivo della tutela e fruizione dell’edificio e della programmazione degli interventi di conservazione, manutenzione e restauro. Il fine è conoscere il portato dei valori del manufatto per elaborare modelli di intervento che utilizzino tecnologie e materiali adeguati nel rispetto dell’unicità dell’opera.

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