ROCIO DE LOS LLANOS HERRERA FLORES

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXIV



Titolo della tesi: UN ALTRO PAESAGGIO PER UN'ALTRA DEMOCRAZIA - OTRO PAISAJE PARA OTRA DEMOCRACIA

La storia della democrazia, secondo Manuel Castells, è evidentemente urbana, perché le sue strutture: “saranno sempre l’espressione di un dominio istituzionalizzato e le crisi urbane saranno il risultato di una sfida da parte di nuovi attori della storia e della società”. Per comprendere queste crisi, l’analisi del paesaggio urbano diventa una grande risorsa di indagine sullo stato dello spazio pubblico, considerando tale spazio come lo spazio di rappresentazione della cittadinanza locale. L’analisi critica della ricerca distingue tra due genesi del paesaggio: quella formale e quella dell’azione, estrapolate a due tipi di bellezza complementari, l’apollinea e la dionisiaca. Saper analizzare il paesaggio urbano ci permette di scoprire un ampio spettro di peculiarità della situazione sociale postdemocratica e alcuni svantaggi generati in un contesto urbano cosmeticizzato, prodotto della tendenza spettacolare di molte città. È evidente la tendenza attuale a produrre progetti di paesaggio coerenti con la città spettacolo. Questi sono formalmente ben eseguiti, ma i loro significati impoveriti non ospitano azioni autentiche da parte della popolazione locale (poiesis). La cosmeticizzazione, preoccupata solo della riproduzione formale, riduce la spontaneità dell’azione che modella il paesaggio urbano. La ricerca riprende quindi le tipologie di paesaggio definite dall’architetto paesaggista Michael Hough (formale, naturale e vernacolare) per situare il fulcro del problema. Il deterioramento del vernacolo a causa delle azioni quotidiane della popolazione locale sarà la causa del problema rappresentativo dello spazio pubblico. Tra i riferimenti trattati c’è Urbanalización di Francesc Muñoz, che sottolinea l’associazione tra spettacolarizzazione e simulacro. Il fenomeno del simulacro inonda la vita quotidiana e anche quelle dinamiche che le istituzioni etichettano come partecipative. Tutto questo contesto mina la spontaneità e la libertà di azione dei cittadini, riducendo il valore dell’uso rappresentativo dello spazio pubblico a un valore di scambio. La natura antidemocratica di questo problema evidenzia la rilevanza delle azioni e dei loro usi dell’abitare come modo (partecipativo) di destabilizzare l’industria spettacolare della città. La consapevolezza contemporanea dello spazio pubblico e dei suoi valori adiacenti è nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, perché fino ad allora veniva considerato solo come spazio aperto. Il consolidamento dello spazio pubblico significava allora il ridimensionamento narrativo del paesaggio urbano al di là di parchi e giardini. L’essenza del design del dopoguerra mirava a cambiare la realtà, andando oltre le esigenze quantitative. Caratterizzati da un impegno sociale, i contributi progettuali cercavano di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni contesto, tra cui spiccano i metodi dell’ekistica e del metaprogetto. Entrambi non contemplavano il valore paralinguistico del paesaggio a causa del momento storico in cui il concetto di spazio pubblico e la rilevanza del suo paesaggio urbano stavano iniziando a prendere forma. È quindi il diritto lefebvriano alla città e all›appropriazione del paesaggio urbano a consolidare il valore dello spazio pubblico. Questa ricerca interpreta il paesaggio urbano come un insieme di significanti e segni in grado di spiegare la realtà. Per il momento, però, i metodi di lettura si concentrano su analisi formali senza prendere in considerazione la sfera paralinguistica del paesaggio urbano, indispensabile per diagnosticare lo stato dello spazio pubblico come uno spazio di rappresentazione sociale. Nasce così l’esigenza di proporre il metapaesaggio come metodo di analisi democratizzante. Nato come risorsa letteraria (il paesaggio nel paesaggio), aiuta i cittadini e i professionisti della pianificazione territoriale, cioè tutti, a comprendere meglio il paesaggio globale. D’altra parte, il suo valore transdemocratico risiede nella transizione tra la dimensione reale e quella etica della democrazia, con l’intento di avvicinarle. Pertanto, l’obiettivo principale sarà quello di conoscere e comprendere quali possibili caratteristiche dei metapaesaggi possono adottare posizioni transdemocratiche ed essere un metodo di sostegno alla giustizia spaziale per uno sviluppo democratico coerente. In secondo luogo, evidenziare quei progetti di paesaggio urbano il cui istinto progettuale è stato quello di offrire nuove alternative alla creazione e all’adattamento sociale dello spazio, al di là della partecipazione istituzionale. Ciò dimostra che basta un leggero cambiamento di orientamento nel progetto di paesaggio per migliorare la rappresentazione sociale dello spazio pubblico. The history of democracy, according to Manuel Castells, is evidently urban, since its structures will always be the expression of institutionalised domination, and urban crises will be the result of a challenge from new actors in history and society. In order to understand these crises, the analysis of the urban landscape is a great resource of enquiry concerning the state of public space.( Considering such space as the space of representation of local citizenship). Considering that such a space can represent the local citizens. The critical analysis of the research distinguishes between two conceptions of landscape: the formal and the action, extrapolated to two complementary types of beauty (apollonian and dionysian). Knowing how to analyse the urban landscape allows us to discover a wide spectrum of peculiarities of the post-democratic social situation and some of the disadvantages generated in a cosmetised urban context, a product of the spectacular tendency of many cities. The current tendency to create landscape projects consistent with the spectacle city is evident. These are formally well carried out, but their impoverished meanings do not harbour authentic actions from the local population (poiesis). Making cosmetics improvements that are only concerned with formal reproduction, reduces the spontaneity of the action that shapes the urban landscape. Thus, the research revisits the landscape typologies defined by the landscape architect Michael Hough (formal, natural and vernacular) to identify the problem. The deterioration of the vernacular due to the loss of the everyday actions of the local population will be the cause of the representative problem of public space. Among the references dealt with is Urbanalización by Francesc Muñoz, who specifies the association between spectacularisation and simulacrum. The simulation phenomenon floods every day life and also those dynamics that institutions label as participatory. This whole context undermines the spontaneity and freedom of action of citizens, reducing the value of the representative use of public space to an exchange value. The anti-democratic nature of this problem highlights the relevance of actions and their uses of inhabiting as a (participatory) way of destabilising the spectacular industry of the city. The contemporary awareness of public space and its adjacent values became apparent after the Second World War, because, until then, it had been considered simply as an open space. The consolidation of public space then meant the narrative redimensioning of the urban landscape beyond parks and gardens. The essence of post-war design aimed to change reality, going beyond quantitative needs. Characterised by a social commitment, the design contributions sought to adapt to the specific needs of each context, among which the following methods stand out: ekistics and metaproject. Both did not contemplate the paralinguistic value of the landscape due to its historical moment, as the concept of public space and the relevance of its urban landscape were beginning to take shape. It is therefore the “Lefebvrian” right to the city and to the appropriation of the urban landscape that consolidates the value of public space. This research interprets the urban landscape as a set of signifiers and signs capable of explaining reality. But for the time being, however, the reading methods concentrate on formal analyses without considering the paralinguistic sphere of the urban landscape, which is essential for diagnosing the state of public space as a space of social representation. To this degree, the need to propose the meta-landscape as a democratising method of analysis becomes apparent. Originally a literary resource (the landscape within the landscape), it helps citizens and professionals alike involved in spatial planning to better understand the global landscape. On the other hand, its transdemocratic value lies in the transition between the real dimension and the ethical dimen- sion of democracy, with the intention of bringing them closer together. Therefore, the main objective will be to know and understand what possible characteristics of “meta-landscapes” can adopt transdemocratic perpsec- tives and become a way to support spatial justice for a coherent democratic development. Secondly, to highlight those urban landscape projects whose design instinct has been to offer new alternatives to the creation and social adaptation of space, beyond institutional participation. This shows that only a slight change of orientation in the landscape project is necessary to improve the social representation of public space. La historia de la democracia, según Manuel Castells, es evidentemente urbana, porque sus estructuras “siempre serán la expresión de una dominación institucionalizada, y las crisis urbanas serán el resultado de un desafío proveniente de nuevos actores en la historia y la sociedad”. Para comprender dichas crisis, el análisis del paisaje urbano se convierte en un gran recurso de indagación concerniente al estado del espacio público. Contemplando tal espacio como el espacio de representación de la ciudadanía local. El análisis crítico de la investigación distingue entre dos génesis de paisaje: la formal y la de acción, extrapoladas a dos tipos de bellezas complementarias (apolínea y dionisiaca). Saber analizar el paisaje urbano permite descubrir un amplio espectro de peculiaridades de la situación social posdemocrática y algunos de los inconvenientes generados en un contexto urbano cosmetizado, producto de la tendencia espectacular de muchas ciudades. Se pone de manifiesto la actual tendencia de producir proyectos de paisaje consecuentes con la ciudad espectáculo. Éstos están formalmente bien ejecutados, pero sus significados empobrecidos no albergan acciones auténticas desde la población local (poiesis). La cosmetización, preocupada sólo por la reproducción formal, reduce la espontaneidad de la acción que configura el pai- saje urbano. Así, la investigación retoma las tipologías de paisaje definidas por el paisajista Michael Hough (formal, natural y vernácula) para ubicar el foco del problema. Será el deterioro de lo vernáculo debido al detrimento de las acciones cotidianas de la población local, la causa del problema representativo del espacio público. Entre los referentes tratados, se encuentra Urbanalización de Francesc Muñoz, que señala la asociación entre espectacularización y simulacro. El fenómeno del simulacro inunda lo cotidiano y también, aquellas dinámicas que las instituciones catalogan de participativas. Todo este contexto merma la espontaneidad y libertad de acción de los ciudadanos, reduciendo el valor de uso representativo del espacio público a un valor de cambio. La naturaleza antidemocrática de este problema, evidencia la relevancia de las acciones y sus usos del habitar como una manera (participativa) de desestabilizar la industria espectacular de la ciudad. La toma de conciencia contemporánea del espacio público y sus valores adyacentes surgen después de la Segunda Guerra Mundial, porque, hasta el momento, se había considerado sólo espacio abierto. Entonces, la consolidación del espacio público significa la redimensión narrativa del paisaje urbano más allá de los parques y jardines. La esencia proyectual de postguerra pretendía cambiar la realidad, superando las necesidades cuantitativas. Caracterizado por un compromiso social, las aportaciones proyectuales buscaban adaptarse a las necesidades concretas de cada contexto, entre las que destacan los métodos: la ekística y el metaproyecto. Ambos, no contemplaban el valor paralingüístico del paisaje debido a su momento histórico, ya que se comenzaba a fraguar el concepto de espacio público y la relevancia de su paisaje urbano. Será pues, el derecho lefebvriano a la ciudad y a la apropiación del paisaje urbano la que consolide el valor del espacio público. Esta investigación interpreta el paisaje urbano como un conjunto de significantes y de signos, capaces de explicar la realidad. Pero, por ahora, los métodos de lectura se concentran en análisis formales sin tener en cuenta el ámbito paralingüístico del paisaje urbano, indispensable para diagnosticar el estado del espacio público como espacio de representación social. Así se despierta la necesidad de proponer el metapaisaje como método democratizante de análisis. Originalmente, es recurso literario (el paisaje dentro del paisaje), ayuda a comprender mejor el paisaje global, tanto a los ciudadanos como a los profesionales involucrados en la proyección del espacio, es decir a todos. En cambio, su valor transdemocrático yace en la transición entre la dimensión real y la dimensión ética de la democracia, con la intención de acercarlas. Por lo tanto, el objetivo principal será conocer y comprender qué características posibles de los “metapaisajes” pueden adoptar posturas transdemocráticas y ser un método de apoyo hacia la justicia espacial para un desarrollo democrático coherente. En segundo lugar, resaltar aquellos proyectos de paisaje urbano cuyo instinto proyectual haya sido la de ofrecer nuevas alternativas a la creación y adaptación social del espacio, más allá de la participación institucional. Lo cual demuestra que sólo es necesario un ligero cambio de orientación en el proyecto de paisaje para mejorar la representación social del espacio público.

Produzione scientifica

11573/1480057 - 2020 - Processo
Herrera Flores, Rocio De Los Llanos - 02a Capitolo o Articolo
libro: Paesaggi incompiuti. Verso un nuovo glossario - (978 88 255 3765 9)

11573/1577053 - 2020 - El happening en la Arquitectura Participativa
Herrera Flores, Rocio De Los Llanos - 04b Atto di convegno in volume
congresso: Visiones urbanas. IX Jornadas internacionales Arte Ciudad (Madrid, Spagna)
libro: Visiones urbanas - (978-84-09-26948-8)

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