Titolo della tesi: La pianificazione urbanistica e le infrastrutture verdi
Il presente lavoro di ricerca mira a ricostruire l’iter che ha portato il verde urbano dall’essere un mero standard urbanistico ad essere un bene ambientale la cui presenza all’interno delle aree urbane non solo deve essere garantita, ma addirittura incentivata. Gli strumenti considerati a tal fine si distinguono in due macrocategorie, laddove alla prima si riconducono tutti quelli che orbitano intorno all’attività di pianificazione urbanistica; mentre alla seconda quelli che esulano da tale attività, senza porsi in contrapposizione ad essa, e che vedono nell’azione spontanea dei cittadini, singoli o associati, l’aspetto più caratterizzante. Con riferimento alla prima categoria, è nel PRG, comunque denominato, che viene individuato lo strumento più efficace che gli enti locali hanno a disposizione per garantire la diffusione delle infrastrutture verdi urbane all’interno del territorio comunale. Appurato il diverso ruolo che le infrastrutture verdi urbane sono chiamate a svolgere, il lavoro si conclude con un focus sulle ragioni per cui esse non sono più soltanto intese quali elementi la cui presenza è atta a garantire l’equilibrio tra le aree edificate e quelle ancora libere. Di fronte alla necessità di adottare delle misure di adattamento ai cambiamenti climatici, gli enti locali, supportati anche dall’Unione europea, hanno individuato in un cambiamento del modo di pianificare le città, che promuove lo sviluppo e la diffusione delle infrastrutture verdi urbane, un’efficace risposta ad un fenomeno di dimensione globale. Con il presente lavoro, in conclusione, si pone in evidenza come non solo sia venuto a cambiare il ruolo riconosciuto alle infrastrutture verdi nei contesti urbani, ma anche come, attraverso la loro promozione in seno agli strumenti pianificatori, gli enti locali recuperano un ruolo di precipua importanza nel tutelare l’interesse ambientale, fornendo delle interessanti e sostenibili soluzioni al climate change, che, tuttavia, meritano di essere sostenute anche dal legislatore centrale, soprattutto in vista del perseguimento della neutralità climatica da raggiungere entro il 2050.