Thesis title: Appartenenza, funzione e utilità nel regime delle res publicae
Il Codice civile italiano del 1942 contiene una disciplina dei beni pubblici frastagliata e poco organica, ma i tentativi di razionalizzarla, come la cd. Commissione dei beni pubblici del 2007, sono rimasti incompiuti. Lo scopo della presente ricerca è quello di indagare se il diritto romano possa offrire spunti di riflessione e possibili soluzioni per una necessaria e nuova disciplina del Titolo I del Libro III del Codice.
Da una attenta analisi delle pertinenti fonti giuridiche e letterarie di esperienza romana, risulta che le esigenze di ordinare in modo organico la categoria dei beni pubblici erano avvertite anche dai Romani, le cui principali difficoltà consistevano nella delimitazione del concetto dinamico di ‘publicus’. Conseguentemente, per diritto romano, è possibile mettere in luce una definizione di res publicae nella quale si intersecavano le categorie giuridiche di ‘appartenenza’ ed ‘utilità’, inscindibili l’una dall’altra e in costante dialettica reciproca. Centrali, dunque, sono le linee di indagine circa la appartenenza delle res publicae, su cui i giuristi romani e la dottrina moderna si sono a lungo confrontati, elaborando soluzioni ‘costanti’ nel tempo. Infine, potendosi offrire una definizione di ‘proprietà pubblica’ anche per il diritto romano, il presente esame approfondisce la gestione della medesima, nonché le forme e gli istituti giuridici che furono elaborati dai giuristi romani per descrivere le vicende dinamiche della pubblicità delle res.