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ARCHITETTURA E CITTÀ DEI MARGINI COSTIERI
Roberto Cherubini
La proposta di Seminario si inquadra in una tradizione di studi sull’architettura e sulla città costiera proposta nell’ambito dell’offerta formativa del Dottorato che data ormai da più di un decennio.
Il Seminario offre ai partecipanti una esperienza di ricerca legata a questioni operative correlate ad un soggetto ampio, capace di dispiegarsi in relazioni con oggetti progettuali specifici, con fonti archivistiche vicine e lontane, con Enti ed Istituzioni partner del Dipartimento.
Questo in un contesto, quello mediterraneo, che rappresenta l’orizzonte più ampio dell’interesse di ricerca istituzionale del Dipartimento e del Dottorato nel loro muovere dal locale (Roma, il suo territorio e i suoi temi) verso l’ambito ampio che mantiene in Roma il suo centro, ma ha come confini i limiti dei territori affacciati sul mare che le appartiene per baricentricità geografica e culturale.
Il seminario concluso nell’anno accademico 2018-2019 ha prodotto uno studio sulle rive del bacino del Danubio, grande corso d’acqua continentale ma allo stesso tempo mediterraneo, con un breve periodo di permanenza dei dottorandi nell’Università partner di Belgrado, e con la possibilità di una esplorazione anche archivistica di prima mano sulle fonti locali messe a disposizione. I risultati, sottoposti a review, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica A&A ArchitetturaAmbiente.
Il seminario 2019-2020 non ha potuto svolgersi a causa delle restrizioni generate dal Covid-19, a dimostrazione dell’importanza essenziale della mobilità in questo particolare tipo di proposta didattica.
Ai soggetti connessi al Mediterraneo, che appartengono all’identità del Dipartimento e del Dottorato, il Seminario affianca un interesse per questioni urbane e architettoniche proprie della contemporaneità nelle sue manifestazioni ubique e generalizzanti.
Nell’ambito del tema della trasformazione delle aree costiere e portuali e della sostenibilità del progetto, il seminario intende esplorare la logica di una città capace di attrezzarsi puntualmente per il risparmio della risorsa territorio, riutilizzando per le nuove funzioni spazi marginali oggetto di trasformazione e valorizzazione e focalizzando la sua attenzione sul forte vincolo imposto dalla presenza della linea di costa a forma urbana e architettura.
Una linea critica ormai consolidata ipotizza una moratoria dell’espansione urbana, sostituita da una applicazione del progetto urbano e di architettura
all’esistente, anche per demolizione, ricostruzione, per sostituzione delle sostanze edilizie, e per radicale trasformazione di ruoli e di funzioni. Questo punto di vista si basa sulla semplice constatazione che la città come oggi ormai ovunque si presenta è tutt’altro che un continuo, quanto piuttosto una sorta di groviera dove ai buchi e ai punti molli corrisponde una opportunità di intervento. Opportunità di intervento che, dove la città è inadeguata alle funzioni, agli stili di vita, alle realtà contemporanee, e non è testimonianza di un passato notevole alle spalle (non ogni spiazzo è stato una piazza), conviene siano spese per evitare l’inevitabile consumo di territorio esterno connesso allo sviluppo. E per determinare all’interno un aumento di qualità nella forma e nella sostanza del costruito. Generando sostenibilità nelle cose urbane.
Nelle realtà urbane costiere e portuali, per loro natura costrette dal limite d’acqua esistente, ciò è consuetamente sempre accaduto, sta tutt’ora accadendo e rappresenta la strategia futura di una trasformazione capace di essere allo stesso tempo sviluppo e sostenibilità in una città prevalentemente dedita ai servizi e ai commerci, quindi attenta alle cose che contano.
L’opportunità offerta dal seminario è quella di studiare i termini della sostenibilità della trasformazione, in termini modellistico-progettuali, su un campione rappresentativo della realtà urbana costiera contemporanea, avendo al centro le competenze proprie della disciplina architettonica, senza tuttavia escludere i contributi di delle conoscenze di tipo economico e ingegneristico (marittimo, navale, idraulico) che compongono la complessità interdisciplinare del fenomeno in esame.
Obiettivo operativo del seminario, che sarà condotto in stretta relazione con l’attività di ricerca di LabMed – Laboratorio di ricerca modellistica progettuale per il Mediterraneo (DIAP Sapienza) – diretto da Roberto A. Cherubini, è la messa a punto da parte di ogni partecipante di un ragionamento guidato – debitamente circostanziato e supportato da materiali iconografici e bibliografici – della dimensione di un articolo o di un saggio breve, riguardante un argomento o un caso di studio nell’ambito della problematica in esame. Il seminario si svolgerà nel corso di quattro incontri settimanali più una consegna, utilizzando ampiamente nel lavoro feedback per via telematica.
Cinque monografie di riferimento:
1. CHERUBINI Roberto A. (2007). CSIAA_Docks Reloaded. Roma: Palombi Editori. Volume della collana CSIAA Internazionale diretta da Roberto A. Cherubini. Testo in Italiano/Inglese ISBN: 978-88-6060-073-8.
4. CHERUBINI Roberto A., BOTTA A., DJURIC I. (2016) Piazze Galleggianti. Roma: Franco Angeli. Testi in Italiano/Inglese. ISBN: 978-88-917-4419-7.
5. CHERUBINI Roberto A. (2018) Mediterraneo Contemporaneo. Roma: Franco Angeli. ISBN: 978-88-917-7916-8
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EMPATIA E NEUROSCIENZE: NUOVE PROSPETTIVE PER L’ARCHITETTURA
Paola Gregory
Abstract
Il seminario intende focalizzare l'attenzione su alcuni contributi che, dall’estetica alle scienze cognitive, stanno producendo un nuovo paradigma nella comprensione dell’esperienza soggettiva dello spazio, nella quale diviene sempre più importante un’ampia sfera di risonanza emotiva. Sebbene anche l’architettura abbia prodotto nel XX secolo studi interessanti, orientati a sottolineare l’influenza dell’habitat costruito sulle nostre modalità comportamentali, è solo negli ultimi decenni che la risposta pre-cognitiva, legata alla percezione, alle emozioni e ai sentimenti, sembra trovare terreno fertile di riflessione. A questo riguardo, l’empatia e la scoperta dei “neuroni specchio” assumono un’importanza fondamentale, richiamando, da un lato, la “nuova fenomenologia” e l’atmosferologia, dall’altro gli sviluppi delle neuroscienze.
Il seminario tenterà di ripercorrere alcune delle tappe più importanti di questo processo, attraverso n. 5 incontri da prevedere nel 1° semestre (aprile e maggio 2021), durante i quali verranno discussi alcuni testi di discipline diverse e avviato un confronto su una vostra rappresentazione emotiva (emotional and cognitive map) di uno spazio conosciuto e vissuto (urbano o domestico, in funzione dell’evolversi della situazione pandemica).
Bibliografia principale di riferimento
Böhme, G. 2010. Aisthetik. Vorlesungen über Ästhetik als allgemeine Wahrnehmungslehre. München: Wilhelm Fink Verlag (It. trans.,2010. Atmosfere, estasi, messe in scena. L’estetica come teoria generale della percezione, trans. and ed. by T. Griffero. Milano, Marinotti).
- Böhme, G. (2017), Atmosheric Architectures. The Aesthetics of Felt Spaces. London, Bloomsbury.
- Griffero, T. (2010), Atmosferologia. Estetica degli spazi emozionali, Roma- Bari, Laterza.
- Holl S., Pallasmaa J., Pérez-Gómez A., Questions of perception. Phenomenology of architecture, William Stout
- Publ., San Francisco 2006 (1° ed. in “A+U”, Special Issue, July 1994).
- Mallgrave, H. F. (2013). Architecture and Embodiment. The Implications of the New Sciences and Humanities for Design, New York, Routledge. (It. trans. 2015. L’empatia degli spazi. Architettura e neuroscienze, preface by V.
Gallese. Milano, Raffaello Cortina).
- Mallgrave, H. F., From object to experience. The new culture of design, Bloomsbury Publ., London 2018.
- Rizzolatti, G. e Sinigaglia, C. (2005), So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio, Milano, Raffaello Cortina.
- Robinson, S., and Pallasmaa, J., eds. (2017), Mind in Architecture. Neuroscience, Embodiment, and the Future of Design, Cambridge (MA), MIT Press.
- Thompson, E. (2010), Mind in Life: Biology, Phenomenology, and the Sciences of Mind, Cambridge (MA), Harvard University Press.
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LINEE DI RICERCA
Antonino Saggio
Il seminario è indicato in particolare per i dottorandi del primo anno di corso e vuole raggiungere una serie di obiettivi tra loro collegati. Si articola con incontri che esaminano gli sviluppi critici e co-noscitivi dell’architettura degli ultimi cento anni a partire dal principale testo di riferimento Architet-tura e Modernità dal Bauhaus a la Rivoluzione Informatica.
Si affronteranno le otto grandi parti in cui è diviso il volume ciascuna focalizzata sulla presa di co-scienza degli architetti di un nuovo orizzonte problematico. I temi fondamentali sono: l’Età della macchina, il dibattito tra Internazionalità o universalità negli anni Trenta il Tema del Significato e della città dopo la seconda guerra mondiale, il Big Bang degli anni Sessanta del Novecento, con l’esplodere di molteplici parcellizzazioni del sapere architettonico rivolte; la centralità del Tema del linguaggio, con l’affermazione del recupero di stilemi del passato o con l’uso di tecniche inclusive basate sul collage e sulla memoria, mentre il grande Tema del contesto, in una fase storica di rinnova-ta attenzione all’erosione delle risorse del pianeta. Il tema delle Interconnessioni dinamiche afferma la rilevanza del mondo dell’informazione, dell’informatica e dell’elettronica per le ricerche più avan- zate dell’ultimo decennio.
La riscrittura del passato parte in questo libro dall’oggi ed è in rapporto all’emersione del paradigma informatico ed è condotta con chiavi interpretative più vicine alle teorie e ai metodi della progetta-zione architettonica che all’indagine filologica o storica. Svolgendo sessioni seminariali su questi te-mi, oltre a percorrere argomenti che possono avere incidenza in alcuni aspetti del lavoro successivo dei dottorandi, l’obiettivo è anche quello di sviluppare modalità di lavoro e collaborazioni tra i dottorandi stessi.
Il seminario può terminare con un prodotto che verrà delineato lungo lo sviluppo dello stesso seminario e il cui grado di coinvolgimento è volontario e supera i limiti isti-tuzionali del seminario. Nel 2013 è stato organizzata una giornata di studio dedicata alla figura di Alessandro Anselmi e pubblicato il relativo volume, nel 2014 una giornata di studio ed una pubblicazione su UNStudio, nel 2015 un seminario sul pensiero progettua-le in relazione alla città di Roma di cui stati pubblicati gli esiti, l’anno successivo un se-minario sulla comunicazione di alcune Tecniche della progettazione architettonica, l’anno successivo un lavoro sulla sSoria e su alcuni esiti del Dottorato di Architettura Teorie e Progetto con un volume e un contributo al sito, nel 2017 è stato organizzato un Simposio di tre giorni con conferenzieri esterni, una discussione sugli esiti di alcuni seminari, la presentazione di tesi dottorali e di volumi redatti all’interno del dottorato, nel 2019 gli esiti dei lavori dei dottorandi sono stati presentati in una apposita sessione agli studenti del corso d studio in architettura, nel 2020 si è realizzato un volume dal titolo Architettura come prodotto di ricerca. Lungo lo sviluppo del seminario si verificherà se esiste un tema di interesse comune che possa convogliare la redazione di un prodotto pubblicistico.
Bibliografia
Antonino Saggio, Architettura e Modernità dal Bauhaus a la Rivoluzione Informatica, Carocci, Ro-ma 2010
Joseph Maria Montaner, Dopo Il Movimento Moderno, Laterza, Roma 2008 Una delle tesi dottorali già prodotte nel Dottorato di Architettura teorie e progetto.
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IL PAESAGGIO DI ROMA CAPITALE.
PROGETTARE I “NUOVI” SPAZI APERTI DI RELAZIONE (POST COVID) DELLA CITTÀ DELLE ISTITUZIONI
Andrea Bruschi, Paola Veronica Dell’Aira
Premessa d’inquadramento
Il seminario si inserisce nelle tematiche interne alla Ricerca d’Ateneo appena finanziata 2021: Il paesaggio di Roma Capitale. Nuovi luoghi del “collettivo” tra spazi del governo e vita urbana, che prosegue a sua volta la Ricerca d’Ateneo del precedente anno: Roma Capitale della Repubblica. Città, cittadini e istituzioni fra gestione dello Stato e progetto della metropoli e della quale è complementare. La ricerca affronta i comparti formatisi tra ‘800 e ‘900 (in relazione all’elezione a Capitale) e più recentemente per trasferimento/implementazione di organi di amministrazione/governo.
La dimensione del quotidiano è il focus.
Al progetto di molti contesti urbani “governativi”, cosa è mancato in attenzione verso la dimensione intima della vita urbana? Come convivono grande e piccolo? Head Quarter, Multinazionali, Sedi Leader, Funzioni rare, fanno da forti attrattori di capitale per la costruzione di un paesaggio fortunatamente affidato in primis alla mano pubblica. Ed è sulla regia statale che si vuol far leva per una rigenerazione che non guardi tanto all’eloquenza delle costruzioni quanto al loro intreccio con la minuzia della vita in città: la dimensione, appunto, del giorno per giorno.
Grava infatti, sui brani urbani dominati da “grandezze”, un ingombrante peso critico: eccessiva razionalità insediativa, mortificante settorializzazione priva della mixité vitale dei nuclei più antichi, apertura indistinta degli spazi, motivo di sfiducia nel carattere benefico che le attività di rilievo dovrebbero offrire: densità proba, solidi scenari costruiti, sicure cornici di vita generatrici di intense relazioni umane.
La città delle istituzioni manca di cura e attenzione prossemica.
Gli studi in corso colgono un primo nucleo sperimentale nella centralità di Pietralata il cui processo pianificatorio è ancora aperto in molte parti: la continuità spaziale e fruitiva, tra entità direzionali (tra cui Stazione TAV, Nuova Sede BNL_BNP, nuove sedi Sapienza, nuova Istat, nuovo HQ di FS...) e realtà d’intorno, mostra infatti aspetti di grave carenza. Ed è soprattutto lo spazio aperto a risentirne.
Ma Pietralata è, da più di un cinquantennio, un inarrestabile laboratorio progettuale e promette alla città un insediamento a elevato contenuto di urbanità. La rete dello spazio aperto pubblico non può mancare di esserne il fil rouge; il “negativo urbano” dovrà equiparare le eccellenze architettoniche tra le quali stenderà i suoi spazi. Con quali tecniche e risorse si potranno ricreare le sedi dell’incontro e delle funzioni collettive in città? La nuova “piazza del governo”, la nuova “via dei ministeri”, il nuovo plateau d’ingresso alla stazione, non smettono di rappresentare anche oggi, a emergenza sanitaria ancora in pieno corso, un traguardo forte. Su questo vorremmo spingere il pedale, affinché gli spazi pubblici en plein air del nuovo direzionale esplorino assetti e metodi per farsi sfida-guida urbana al dopo Covid_19.
Neo-strade, neo-piazze, neo-parchi, ma anche spazi minori -cortili, cul de sac, recessi- beneficiari di attiguità con architetture di ruolo, andranno rivisitati e rigenerati, sull’onda della potenziale sinergia con i grandi pesi urbani, dotandoli di attrezzatura e qualità spaziale, valide per garantire un nuovo tipo di “sicurezza” e di “sostenibilità sanitaria”, ricomponendo gli effetti dello sgretolamento sociale.
Svolgimento call e risultati attesi.
Individuazione e ricomposizione di un ambito all’aperto indefinito da
riprogettare complessivamente (un largo, una passeggiata, un parco ...)
Oppure
Progetto/design di un elemento_oggetto_sistema di “arredo urbano covid” (per es. sistema stalli posteggio bike “sicuri”, seduta “a fisarmonica” per separare gli utenti, sistema di padiglioni schiena contro schiena, sistema di bancarelle mercato a scacchiera o disposte “a giano bifronte”).
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PROGETTARE E COSTRUIRE CON LE COMUNITÀ: TATTICHE E STRATEGIE PER UNA POLITICA ARCHITETTONICA DAL BASSO
Nicola Flora
Modalità di lavoro e risultati attesi
Una lezione di carattere generale introdurrà gli studenti alle ragioni per le quali oggi abbiano particolare presa sulla comunità scientifica internazionale esperienze condotte spesso da collettivi molto giovani, capaci di coinvolgere le comunità nei processi, ma particolarmente nelle tattiche, su azioni finalizzate alla rigenerazione urbana. Processi capaci di rendere realizzabili nel breve tempo, e gestibili e manutenibili dalle stesse comunità, piccoli interventi finalizzati alla qualificazione di aree dismesse, alla inclusione di aree abbandonate e di scarto nella vita di quelle comunità, fino a veri e propri processi di rigenerazione sociale e urbana. E, sempre partendo dalle relazioni di vicinato tra comunità, tra comunità e architetti, e molto spesso con la partecipazione di gruppi interdisciplinari (artisti, sociologi, paesaggisti, artigiani, politici locali, associazioni) partecipanti alle esperienze principali, l’architettura torna così ad essere percepita come utile (cosa da tempo non scontata per i non addetti ai lavori), spesso indispensabile e non più ripiegata sulla propria “autorappresentazione”. Queste azioni e strategie permettono a molti di cogliere quell‘aspetto fondante delle discipline del progetto alla piccola e media scala: un mezzo per aiutare gli uomini a condividere sensi ed usi (anche simbolici e quindi politici) degli spazi comuni e pubblici. Nell’attesa, ovviamente, che processi più stanziali e definitivi possano attrezzare in maniera più persistente luoghi finalmente divenuti “vivi” e “partecipati” dalle comunità nelle nostre città.
In tre incontri successivi (uno per settimana) gli studenti riceveranno tre conferenze da diversi gruppi che operano con queste tattiche (di diversa esperienza e visibilità nazionale e internazionale) come il gruppo Orizzontale (laziale), i gruppi BLAM e Zapoi (campani), e i gruppi SenzaStudio e Periferica (siciliani).
Al termine di ciascuna di queste quattro lezioni/conferenze gli studenti dovranno produrre due pagine A4 quali relazioni riassuntive dei temi trattati e consegnarli al docente.
Il seminario si concluderà infine con un workshop applicativo (dal titolo UPliving Sanità) che si svolgerà nel rione Sanità a Napoli (dove da anni cooperiamo con associazioni locali e in particolare la Fondazione san Gennaro) sotto la guida del docente. Qui, in una tre giorni di fine ottobre o nei primi giorni di novembre 2021, alcuni di questi gruppi (a seconda delle effettive disponibilità in quella specifica fase di lavoro) interverranno a indirizzare, con il docente, il workshop di progettazione condivisa (con la comunità locale e le associazioni di territorio) per realizzare, in autocostruzione, piccole strutture urbane in aree sensibili scelte con la comunità locale e rispondere così a domande che sorgeranno dalla relazione tra il gruppo dei dottorandi e la comunità locale della Sanità.
Il gruppo dei dottorandi, infine, in maniera collettiva, produrrà un ppt e un book dove con video e immagini racconterà l’esperienza condotta nel workshop pe presentarlo al gruppo docente.
Bibliografia minima di partenza
- Oppenheimer Dean A., Hursley T., Proceed and Be Bold: Rural Studio
After Samuel Mockbee, Princeton Architectural Press, 2005.
-Ricci G., I workshop di Orizzontale sulla autocostruzione per le comunità in Calabria, Domus 1042, gennaio 2020.
-Flora N., Iarrusso F., Progetti Mobili, Letteraventidue, 2018.
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LEARNING FROM TEAM 10
Piero Ostilio Rossi
Abstract
Il seminario intende riflettere criticamente, a più di quarant’anni di distanza, sull’eredità degli architetti del Team 10 che, secondo l’arco temporale definito da Risselada e van den Heuvel, nel libro TEAM 10. In search of a Utopia of the present, operò in quanto tale tra il 1953 e il 1981; il gruppo – formato da architetti tra i trenta e i quarant’anni - si presentò alla ribalta internazionale in occasione del IX CIAM di Aix-en-Provence (1953), fu incaricato di organizzare il X CIAM a Dubrovnik nel 1956 - di qui il nome - e contribuì in maniera decisiva allo scioglimento dei CIAM stessi in occasione dell’XI CIAM di Otterloo (1959).
Il Team 10 era un gruppo aperto, a geometria variabile, continuamente in cerca della discussione e del confronto al suo interno che ebbe un nucleo di fondatori (tra i quali Alison e Peter Smithson, Aldo van Eyck, Jaap Bakema, Georges Candilis, Alexis Josic, Shadrach Woods e José Antonio Coderch), al quale si aggregarono ben presto Giancarlo De Carlo, Ralph Erskine, Pancho Guedes e molti altri, fino ad Herman Hertzberger. Intorno a loro si formò un circolo di progettisti interessati ad innestare nella migliore tradizione del moderno la realtà e la complessità della vita urbana così come si andava riorganizzando dopo la sciagura e le distruzioni della seconda guerra mondiale o, meglio, “desiderosi di ricatturare l’eroica spinta morale del primo moderno per poi incanalarla in modi pertinenti ad un mondo completamente trasformato”, per dirla con lo storico William Curtis.
Il seminario assumerà come modello di riferimento per costruire le sue riflessioni l’Autobiografia scientifica di Aldo Rossi (un libro che tutti i progettisti- ricercatori dovrebbero leggere) nella quale l’autore ricostruisce il percorso, le suggestioni, i ricordi, le immagini, i riferimenti e talvolta gli imprevisti della vita attraverso i quali si sono andate progressivamente definendo le linee del suo personale modo di intendere e praticare l’architettura e quindi della sua poetica. È lo straordinario percorso a ritroso di un architetto nel suo ininterrotto processo di formazione.
Il seminario si articolerà in quattro incontri che, qualora fosse possibile, si svolgeranno in presenza, in caso contrario saranno organizzati in remoto attraverso Google Meet. Nei primi tre, saranno presentati e discussi temi, strategie e progetti di alcuni dei componenti del Team 10, letti attraverso la mia personale esperienza di progettista e di docente: si parlerà in particolare degli Smithson, di van Eyck, di Candilis, Josic e Woods, di De Carlo, di Erskine e di Hertzberger.
Nel quarto incontro – che si terrà un paio di settimane dopo - i dottorandi presenteranno e discuteranno in forma seminariale con me e con i loro colleghi le loro proposte di paper. Il seminario ha quindi un carattere critico-progettuale ed è quindi consigliato a coloro che hanno una qualche familiarità – o sono interessati a misurarsi - con le idee, le strategie e le pratiche progettuali dei componenti del Team 10.
Il prodotto atteso è un paper, un testo scritto di circa 15.000 battute (eventualmente illustrato con disegni e fotografie – molto meglio se i primi fossero dell’autore) nel quale il dottorando sarà chiamato a definire, attraverso una narrazione tutta personale, le relazioni tra il proprio modo di fare architettura e l’esperienza teorica, progettuale, critica di uno o più componenti del Team 10. Una sorta di riflessione introspettiva - o forse un ping pong intellettuale - allo scopo di svelare e concettualizzare alcune traiettorie del proprio percorso di formazione.
Bibliografia di base
- M. Risselada, D. van den Heuvel, TEAM 10 1953-81. In search of a Utopia of the present, NAi Publisher, Rotterdam 2006
- Team 10 Primer, Edited by Alison Smithson, Studio Vista, London 1968 (altre edizioni: 1962 e 1965)
- Team 10 Primer, The MIT Press, Cambridge/London, 1974
- “L’Architecture d’Aujourd’hui”, n. 177, janvier-février 1975, numero monografico Team 10+20
- K. Frampton, Storia dell’architettura moderna, Zanichelli, Bologna 1982, parte III, capitolo 3, Le vicissitudini dell’ideologia: CIAM e Team X, critica e controcritica 1928-1968
- W. J. R. Curtis, L’architettura moderna del Novecento, Bruno Mondadori, Milano 1999, capitolo 24, L’Unité d’Habitation a Marsiglia come prototipo di residenza collettiva, pp. 437-451. V. anche la voce Team X nell’indice dei nomi
- A. Rossi, Autobiografia scientifica, Il Saggiatore, Milano 2009 (la prima edizione americana è del 1981, la prima edizione italiana è del 1990).
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TEMI ED ESEMPLIFICAZIONI DELL’ARCHITETTURA DELLA STRADA
Roberto Secchi, Andrea Bruschi
Sulla natura del progetto della strada
La strada come matrice della morfologia urbana Figure e temi ricorrenti del rapporto strada/edifici
La strada come indicatore dell’organizzazione sociale La strada come fattore ambientale e paesaggistico La strada come spazio pubblico
Attrezzature della viabilità: nodi, svincoli, caselli,...
1. A partire dai paragrafi dell’introduzione del volume L’architettura della strada Forme, immagini, valori produrre articolazioni e approfondimenti in un saggio di 6000 battute.
2. Presentare un’antologia di immagini emblematiche delle tematiche trattate.
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IL PROGETTO/PRETESTO DEL MUSEO: “PONTE E PORTA” TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO
Antonello Stella
Parafrasando il titolo del noto saggio di Simmel, tradotto e pubblicato per la prima volta in Italia da Lotus nel 1995, il seminario proposto vuole indagare, all’interno del più generale tema della Museografia e della sua evoluzione nel tempo a partire dal concetto originario di Museo maturato sostanzialmente nel XIX secolo, la questione del particolare rapporto contenuto/contenitore in relazione alle nuove modalità di comunicazione che il Museo pone oggi nell'ambito sia fisico che sociale della città contemporanea. Come in una scatola cinese , a sua volta, il sotto-tema del rapporto contenuto/contenitore implica una ulteriore riflessione sul progetto di architettura nel patrimonio esistente, con le conseguenti implicazioni sulla continuità/discontinuità con il divenire storico dell’architettura, argomento, questo, certamente molto dibattuto, ma necessariamente da includere nel tema qui affrontato.Il seminario si svolgerà quindi in due fasi più una. La prima sarà di inquadramento teorico del tema, attraverso contributi sotto forma di lezioni interpretative, una seconda più dedicata a dei casi studio ed infine una terza in forma di tavola rotonda. Partendo quindi dall'incipit iniziale fondato sul tema particolare del Museo verrà sviluppata una sua generalizzazione, anche interdisciplinare, nell'ambito del più complesso e spinoso tema del rapporto tra progetto di architettura e divenire della storia, circoscrivendo però l'ampiezza del tema attraverso la lettura di alcune parole chiave ritenute,in questo ambito teorico, centrali nel processo progettuale
Programma del Seminario:
Giorno 1 Museologia (cosa esporre) e Museografia (come esporre)
Antonello Stella: Introduzione al tema Intorno alla Museografia
Prof. Anna Maria Visser ( Museologa Consiglio Direttivo ANMLI (Associazione Nazionale Musei Locali Italiani) Museologia e Museografia,
Arch.Gianni Bulian (Architetto-Museografo) La Museografia in Italia. Passato e presente
Marco Mulazzani (UNIFE) Allestimenti in Italia tra le due guerre
Giorno 2 Contenuto e Contenitore
Introduzione e coordinamento : Andrea Grimaldi
Antonello Stella (UNIFE) : Esperienze didattiche sulla museografia ad UNIFE FUSEWORKS (www.fuseworks.it) Progettare la multimedialità
Gabriele Toneguzzi (IUAV_UNIFE) La comunicazione museale
Werner Tscholl /Markus Scherer(Architetto) Interventi sull'esistente.
Giorno 3 Progettare l'esistente. Il progetto di architettura tra continuità e discontinuità storica.
TAVOLA ROTONDA- Coordinatori Antonello Stella e Andrea Grimaldi
Parole Chiave: Storia, Ripetizione, Reiterazione, Addizione, Sostituzione,
Antico, Nuovo, Frammento, Unità,
3+3 Domande sul tema a:
Giuliano Volpe (Archeologo, Consulente MIBAC), Giovanni Corbellini (POLITO) , Hansmichael Hohenegger (Lessico italiano CNR) Valerio Mosco(IUAV) Marco Biraghi (POLIMI) Stefano Velotti (UNIROMA)
I dottorandi dovranno produrre un saggio di 18.000 battute sui temi discussi nel seminario. Verrà fornita una bibliografia di riferimento in anticipo sul seminario.
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SPAZIO INTERNO ESSENZA DELL’ARCHITETTURA
INDAGINE CRITICO-PERCETTIVA SUI GRANDI SPAZI INTERNI PUBBLICI NELLE ARCHITETTURE DEL ‘900 A ROMA.
Giancarlo Rosa
Il seminario ha un carattere teorico-pratico finalizzato alla considerazione e necessità fortemente progettuale dello spazio interno di ogni architettura, dall’invenzione dello spazio interno moderno alle sperimentazioni odierne. Verificare, conoscere, prima attraverso i diversi sistemi di rappresentazione e comunicazione dello spazio architettonico, a partire da quello grafico (schizzi, piante e sezioni, assonometrie, le assonometrie dal basso di Choisy, prospettive, modelli) al sistema fotografico, al filmico, utili alla conoscenza iniziale, ma non esaurienti, per giungere all’imprescindibile esperienza diretta dell’architettura, nella considerazione che nessun mezzo può sostituirla.
Le architetture non delimitano spazi, li contengono assolvendo alle funzioni per cui sono costruite.
I rapporti tra spazio esterno e spazio interno:
non si tratta di inventare belle scatole, dove gli interni sono i forzati contenitori delle funzioni dell’edificio, si deve rivoltare questa convinzione, per cui le architetture delimitano strade e piazze, che a loro volta si vogliono dire interni urbani, e affrontare il progetto dall’interno, da ciò per cui l’architettura nasce. La pianta del Nolli del 1748, costituisce un raro esempio di rappresentazione grafica di tutti gli interni pubblici necessari alla città.
Quattro sono i momenti della costruzione architettonica: conoscenza della storia, comprensione delle funzioni, stesura del progetto, esecuzione nel cantiere.
Lo spazio interno nella concezione dei maestri del ‘900, nel contributo degli architetti a Roma alla qualità dei grandi spazi, negli spazi sacri, negli spazi culturali, negli spazi per l’amministrazione, negli spazi commerciali, negli spazi ipogei per i trasporti, negli allestimenti museali e delle mostre, naturalmente diversi dallo spazio intimo abitativo.
Il seminario, che si svilupperà in conversazioni e visite alle architetture romane, si prefigge di indurre il dottorando a sperimentare completamente “l’interno architettonico”, con la ricerca di documentazione di un caso prescelto, la sua analisi, e quindi la sintesi dei risultati attraverso la comprensione dei diversi mezzi di rappresentazione e comunicazione, su una tra le opere dei più significativi architetti operanti a Roma:
a. F. Berarducci, A. Lambertucci, A. Libera, L. Moretti, P. Nervi, F.lli Passarelli, M. Ridolfi;
b. F. Albini, J.N. Baldeweg, M. Carmassi, D. Chipperfield, O. Decq, K. Fisker, V. Gregotti, Z. Hadid, R. Meier, R. Piano, U. Riva, C. Scarpa, A. Siza, G. Valle, F. Venezia, etc.
Il risultato finale previsto è un video, cioè la rappresentazione filmica realizzata sul luogo, intesa a mostrare le “scoperte” compiute dallo stesso dottorando, nella completa comprensione dello spazio architettonico interno.
Bibliografia essenziale
S. Giedion, Spazio, tempo ed architettura, Hoepli 1944-1989
S.M. Eisenstein (Ėjzenštejn), Tecnica del cinema, Einaudi Editore 1955.
R. Grignolo B. Reichlin, Lo spazio interno come oggetto di salvaguardia, Silvana Editoriale 2012
Le Corbusier, Verso una architettura, Longanesi 1923-2020
L. Moretti, Spazio, Christian Marinotti Edizioni 2019
H. Plummer, L’esperienza dell’architettura, Einaudi 2016
G. Rosa, L’architettura degli interni, Officina Edizioni 1999
W. Wenders, L’atto di vedere. The Act of Seeing, Ubulibri 1992
F.L. Wright, Una autobiografia, Jaka Book 1943-2016
B. Zevi, Saper vedere l’architettura, Einaudi 1948-2009.
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LA CASA AI TEMPI DELLA PANDEMIA. ANALISI ED ELABORAZIONI PROGETTUALI SULLA CASA ITALIANA NEL NOVECENTO:SPUNTI CRITICI E SOLUZIONI.
Il seminario propone un ambito di ricerca centrato sull’architettura della residenza in Italia realizzata nel Novecento, all’interno del quale approfondire diversi aspetti legati alle forme dell’abitare contemporaneo.
Semestre dell’offerta
2° Semestre (ottobre - dicembre 2021)
Durata: 2 mesi
Il lavoro avrà la durata di due mesi a partire dalla seconda metà di ottobre e sarà organizzato in 4/5 incontri più la consegna e discussione degli elaborati richiesti.
Abstract
Il seminario propone una riflessione progettuale sul tema della casa oggi. La pandemia in corso ha fatto emergere con evidenza una serie di criticità, già note, legate agli stili di vita e ai comportamenti nella nostra società, riportando inaspettatamente la casa al centro dei nostri interessi dopo un periodo in cui il suo valore simbolico e sociale si era notevolmente ridotto, superato da un’interpretazione meramente utilitaristica e funzionale. Da bene rifugio, dedicato quasi esclusivamente alla vita privata, la casa si sta trasformando in luogo polivalente in cui si alternano attività diverse a partire da quella lavorativa. Riteniamo che questa trasformazione in corso sia un’occasione per ripensare ad alcuni temi chiave concernenti la progettazione dello spazio domestico come, ad esempio, quelli della flessibilità e adattabilità, delle soglie tra ambienti privati domestici e spazi collettivi, delle relazioni con gli spazi esterni e il tessuto della città.
In quest’ottica, il lavoro all’interno del seminario verterà sull’analisi e la rielaborazione progettuale di alcuni modelli abitativi individuati nell’ambito della produzione architettonica italiana del Novecento.
In particolare, ai dottorandi sarà richiesto di:
1 – Selezionare un’opera significativa realizzata tra il 1920 e il 1970 ove nell’impianto distributivo si rintraccino spunti utili da cui ripartire per ripensare la forma dello spazio domestico. Si consiglia di porre particolare attenzione a quei progetti nei quali si ritrovino uno o più temi tra i seguenti: la casa rurale, la casa colonica, le tenute agricole, la casa a schiera, la casa a patio, l’isolato a corte, la casa studio, la casa albergo, il porticato, la molteplicità degli ingressi, il corridoio.
2 – Individuare per ogni ambito cronologico legato all’opera i principali accadimenti nel contesto culturale italiano di quegli anni.
3- Produrre degli elaborati grafici di analisi mediante una rappresentazione che metta in risalto i principi distributivi degli alloggi e delle parti comuni, spiegando con chiarezza le relazioni tra le parti comuni e le parti private.
4 – Proporre uno studio progettuale che verifichi in modo critico l’adattabilità dei principi ricavati dal progetto studiato alle esigenze della contemporaneità, e valuti nelle sue possibili reinterpretazioni la sostenibilità economico/commerciale delle soluzioni proposte, accompagnato da un breve testo critico.
5 – Redigere una bibliografia riferita agli esempi realizzati.
Testi di riferimento
Tafuri M., Storia dell'architettura italiana 1944-1985, Einaudi, 1986 Rosselli, P., Giò Ponti la casa all’italiana, Electa 1988
Massobrio, G., Portoghesi, P., Album degli anni Venti, Electa, 1978 Massobrio, G., Portoghesi, P., Album degli anni Trenta, Electa, 1978 Massobrio, G., Portoghesi, P., Album degli anni Cinquanta, Electa, 1983
Giuseppe Pagano Pogatschnig. Architetture e scritti, Editoriale Domus, 1947
Diotallevi, Irenio; Marescotti, Franco, Il problema sociale costruttivo ed economico dell'abitazione, Milano, Poligono (Problemi di architettura sociale), 1948
James Graham Ballard, Il condominio, Feltrinelli 2014
Mandolesi D., Temi di ricerca e forme dell’abitare contemporaneo, in “l’industria delle costruzioni” n. 456 luglio-agosto 2017
Dall’Olio L., Mandolesi D., “Residenze Collettive”, Mancosu editore, 2014
Mandolesi D. e. De Cesaris A., “Modular, sustainable and customized: projects for contemporary home, in: “Open House International” vol. 38 - n.3 – 2013
Mandolesi D., “La qualità urbana dell’abitare”, in Calzolaretti M. “Molteplice modulare flessibile. Tre progetti per la casa”, Gangemi 2009
Zammerini, M., La casa come risorsa. Dalla privacy alle relazioni, tra stanza e open space, in “FAM Magazine”, Coronavirus, Città, Architettura, Prospettive del progetto architettonico e urbano, 52, 2020. Zammerini, M., Elementi architettonici per l’abitazione flessibile: la piattaforma, la custodia, l’intercapedine, il blocco servizi, in: G. Cafiero, N. Flora, P. Giardiello (a cura di), Costruire l’abitare contemporaneo. Nuovi temi e metodi del progetto, Il Poligrafo, Padova 2020, pp. 226-229.
Zammerini, M., - La domanda di flessibilità nella concezione dell'alloggio contemporaneo. Dall'eredità modernista alle nuove proposte progettuali, in: G. R. Cellini (a cura di), La domanda di architettura. Le risposte del progetto. Atti del VI forum proArch della società scientifica nazionale del progetto. Docenti icar 14, 15, 16, Società scientifica nazionale del progetto. Docenti icar 14 15 16, Roma 2018, pp. 138-141. Zammerini, M., Vita nuova, casa vecchia. Liberare lo spazio per una casa flessibile, in: A. Giancotti, F. Giofrè, L. Ribichini, Rooms Rome, Orienta Edizioni di Spazioerre di G. Romano. Roma 2019, pp. 66-77.
Zammerini, M., Lo spazio complesso della residenza contemporanea, in: Bellomo M. et al. (Editors), Abitare il nuovo/abitare di nuovo ai tempi della crisi, Atti delle Giornate Internazionali di Studio “Abitare il Futuro” 2a Edizione, 12-13 dicembre 2012, Clean, Napoli.
Zammerini, M., La casa flessibile, in: “A&A Architettura & Ambiente Rivista Quadrimestrale del Dipartimento di Architettura e Progetto”, n. 20/2009, Palombi Editori, Roma 2009.
Zammerini, M., La casa contemporanea, in: “A&A Architettura e Ambiente Rivista Quadrimestrale del Dipartimento di Architettura e Progetto” - Allegato, n. 20/2009 “Architettura per l’abitare contemporaneo”, Palombi Editori, Roma 2009, pp. 50-61.
Zammerini, M., Permanenza e Flessibilità. Struttura e Distribuzione, in: Vedute – Rivista d’indagini e riflessioni sull’architettura e sulla città contemporanea, n° 0, a cura di D. Nencini, Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Architettura e Costruzione ArCos, Editore Quodlibet, 2009, pp. 138-142.
Modalità di scelta del soggetto della tesi
Nel 1° anno di corso, i seminari e i workshop rappresentano per i Dottorandi un’importante occasione per una prima forma di avvicinamento agli specifici caratteri della ricerca nel campo della progettazione architettonica e delle teorie dell’architettura e dall’altra permette loro di sondare differenti linee di ricerca al fine di individuare e delimitare i campi di interesse nell’ambito dei quali costruire le prime ipotesi di dissertazione finale.
Modalità delle verifiche per l'ammissione all'anno successivo
I seminari e i workshop di progettazione costituiscono una delle componenti principali dell’offerta formativa del Dottorato nel 1° anno di corso. La partecipazione ad essi e la produzione dei papers o degli elaborati progettuali richiesti permette di ottenere un significativo numero di crediti per il passaggio all’anno successivo
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