Titolo della tesi: Roma Diffusa. Un'analisi delle pratiche spaziali nella Città Eterna
Il mutamento economico, politico e socioculturale che si afferma con l’avvento della modernità determina un’inedita e rivoluzionaria concezione della città, intesa non più come semplice spazio, quanto piuttosto come habitat in cui si materializzano le strutture della nuova società (George, 1966). In tutto il nuovo secolo la metropoli assume una nuova configurazione del modo di vita urbana e sociale (Gans,1962), divenendo il principale oggetto di studi da parte di numerosi sociologi, antropologi, economisti e urbanisti. principalmente allo studio della città, concentrandosi sia su aspetti morfologici della metropoli (Park, Burgess, McKenzie,1925; Wirth, 1938) che sulle forme di aggregazione e disgregazione sociale (Stone, 1908; Wirth, 1938; Ross, 1914; Thomas, 1921
I processi di gentrification e di periurbanizzazione della città, ha reso rendere sempre più importante la riflessione sociologica sui processi insediativi causati dagli imponenti flussi migratori. Sociologi ed urbanisti del ‘900 sono stati particolarmente attratti dallo studio dei fenomeni di concentrazione e di segregazione, i cui esiti riconoscibili si rintracciano in una singolare “distribuzione spaziale non uniforme rispetto al resto della popolazione” (DeMatteis, 1993). Nonostante l’innumerevole ed esaustiva letteratura sullo studio della segregazione etnica, risulta complesso individuare un’unica e completa definizione della stessa. In generale il concetto di enclave fa riferimento alla concentrazione e alla separazione, all’interno di un’area urbana, di uno o più gruppi minoritari, determinata sia da fattori esogeni (come conseguenza di un atteggiamento di rifiuto degli established definita in termini di distanza sociale o di pregiudizio razziale) sia da fattori endogeni (ad esempio la presenza di diverse forme di solidarietà e di reti sociali di sostegno tra i membri di una comunità al fine di preservare l’identità culturale del gruppo).
Assumendo una posizione di controtendenza nei confronti delle attuali teorie nel considerare la post-metropoli come una realtà superata dall’avvento dell’urban region (Friedmann, 2002), il lavoro intende, attraverso un’analisi secondaria dei dati e della statistica spaziale:
a) Descrivere ed esplorare le caratteristiche morfologiche, sociodemografiche ed etniche del Comune di Roma Capitale che alimentano la frattura tra centro e periferia (Wirth,1938; Gans,1962; Murdie,1969; Ferrarotti,1970);
b) Approfondire il rapporto fra migrazioni e spazio urbano (Sassen, 1994; tr.it., 2000) individuando la presenza di enclaves e territori spaziali caratterizzati in termini di differenziazione etnica degli stranieri residenti (Park,1925; Gans,1962; Boal,1995; Sassen,1997; Marcuse, 2000; Cervelli,2016)
c) Mostrare il modo in cui i sistemi di relazioni tra gli autoctoni e gli stranieri, e la costituzione di” gruppi associativi” - basati su specifici fattori “omofilici” (endogeni ed esogeni) - generino i processi di segregazione spaziale degli immigrati stranieri e modelli/pratiche dello spazio urbano (Wood, 1934; Wirth,1938; Lazarsfeld e Merton, 1954; Schelling, 1969).