Titolo della tesi: CISTI DELLA TASCA DI RATHKE: CORRELAZIONE TRA INDAGINI RADIOLOGICHE, CLINICA E DATI DI LABORATORIO PREOPERATORI E RISULTATI POSTOPERATORI
Introduzione. Le cisti della tasca di Rathke (RCCs) sono lesioni ipofisarie cistiche benigne, relativamente frequenti nella popolazione adulta, per lo più asintomatiche; i rari casi sintomatici si presentano per cefalea, disturbi visivi e/o alterazioni ormonali.
Obiettivo dello studio. L’obiettivo che si è proposto questo lavoro è stato quello di cercare una correlazione tra le manifestazioni cliniche, le caratteristiche radiologiche, i reperti anatomopatologici delle RCCs ed i risultati postoperatori, focalizzando in particolare l’attenzione sull’associazione tra dati preoperatori e la maggior tendenza a sviluppare complicanze o a presentare recidive a distanza.
Materiali e Metodi. È stato condotto uno studio retrospettivo su una popolazione di 20 pazienti sottoposti ad un totale di 24 procedure chirurgiche eseguite per via endoscopica endonasale transfenoidale presso l’U.O.C. di Neurochirurgia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, con diagnosi istologica di “cisti della tasca di Rathke”.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti a valutazione oculistica, endocrinologica e immaging mediante RMN senza e con mdc sia nel pre-operatorio che nel post-operastorio.;
L’analisi statistica è stata condotta ad un livello di significatività α = 0.10.
Risultati. I segni/sintomi d’esordio sono stati cefalea (58%), iperprolattinemia (58%), ipopituitarismo (55%), disturbi visivi (33%) e diabete insipido (8%); la RCC è stata un riscontro incidentale nel 20% dei pazienti.
La cefalea e dei disturbi visivi sono migliorati nel post-operatorio nel 100% dei casi, con completa risoluzione rispettivamente nel 79% e nel 43% dei casi; non si è verificato nessun deficit di nuova insorgenza.
L’iperprolattinemia ed il diabete insipido si sono risolti rispettivamente nel 71% e nel 50% dei casi; mentre in. Nessun caso si è verificato un miglioramento dell’ipopituitarismo presentato all’esordio..
Deficit ormonali e diabete insipido permanenti di nuova insorgenza postoperatoria si sono verificati rispettivamente nel 16% e nel 5% dei casi; inoltre, la recidiva è statea osservata successivamente al 29% degli interventi.
Il segnale presentato RMN correlato alla composizione del contenuto cistico, risulta associato alla presentazione clinica e al rischio di deficit ipofisario post-operatorio In particolare, il riscontro di un segnale di RMN iperintenso in T1 è risultato correlato alla presenza di cefalea (p = 0.082), ipopituitarismo (p = 0.057), al contenuto cistico di tipo mucoide o granulare (p = 0.074), evidenza istologica di infiammazione/metaplasia squamosa (p = 0.007) e comparsa di nuovi deficit ormonali post-operatori(p = 0.043). Il contenuto cistico correla con le dimensioni delle lesioni , le cisti a contenuto simil liquorale alla diagnosi sono maggiori rispetto agli altri tipi di contenuto proprio per il minor effetto irritativo della cisti stessa (24.3 mm di diametro medio nelle RCC simil-liquorali contro 18.0 mm di diametro medio delle altre, p = 0.078).
Le dimensioni > 20 mm sono risultate inoltre correlate al maggior rischio di rinoliquorrea post-operatoria in analisi univariata (p = 0.035), mantenendo una certa significatività anche all’analisi multivariata.
Conclusioni. Le RCC sono una patologia rara. Il loro corretto inquadramento diagnostico può guidare il follow-up e permette di definire il timing chirurgico, allo scopo di preservare le funzioni visive ed ormonali che specie in alcune sottoclassi di cisti possono essere maggiormente a rischio.