Titolo della tesi: Il regime di responsabilità degli Stati nella prassi degli organi di controllo delle convenzioni a carattere regionale sui diritti umani. Tra frammentazione e sviluppo progressivo del diritto internazionale
Il Progetto di articoli sulla responsabilità degli Stati per illeciti internazionali (ARSIWA) stabilisce il regime generale di responsabilità trasversalmente applicabile a tutti i casi di violazioni di obblighi internazionali; tuttavia, è stato rilevato come l’applicazione di tali regole possa talvolta variare a seconda delle norme primarie interessate. In particolare, per quanto riguarda le convenzioni sui diritti umani, il carattere ‘speciale’ di tali convenzioni renderebbe almeno in parte incompatibile l’applicazione degli ARSIWA. Partendo da un’analisi del fenomeno della (presunta) frammentazione del diritto internazionale contemporaneo, contraddistinto dall’emersione di molteplici regimi c.d. self-contained, l’elaborato intende dunque esaminare le relazioni esistenti fra il regime ‘generale’ di responsabilità contenuto negli ARSIWA e la prassi sui diritti umani. A tal proposito, le corti e gli altri organi di controllo delle convenzioni sui diritti umani sono stati spesso criticati per aver operato – attraverso la disapplicazione e/o la ‘reinvenzione’ di alcuni dei principi codificati negli ARSIWA – una ‘departure’ dal regime generale di responsabilità internazionale, così innescando un dibattito accademico tra fautori della pressoché totale irrilevanza degli ARSIWA in relazione alle norme primarie sui diritti umani e sostenitori della loro piena applicabilità anche in tale settore speciale del diritto internazionale. Ciò premesso, la ricerca tiene conto delle ‘asimmetrie strutturali’ che caratterizzano il diritto internazionale dei diritti umani rispetto al diritto internazionale generale: mentre quest’ultimo, infatti, opera in una dimensione interstatale, le convenzioni sui diritti umani riconoscono una posizione di rilievo all’individuo quale titolare dei diritti ivi protetti, con la conseguenza che alla dinamica interstatale si affianca – senza sostituirla – anche una dinamica Stato-individuo. Chiarite le implicazioni connesse alla natura speciale degli obblighi primari sui diritti umani e confermata l’applicabilità a questi ultimi – in via generale e residuale – delle regole secondarie previste dagli ARSIWA, la ricerca si focalizza sulla prassi degli organi di controllo delle tre principali convenzioni a carattere regionale sui diritti umani relativa all’accertamento e alle conseguenza della responsabilità dello Stato, riservando particolare attenzione alle questioni di attribuzione e di riparazione dell’illecito. Alla luce delle risultanze emerse da tale analisi, viene confermata la tesi secondo cui la prassi sui diritti umani sostanzialmente si conforma a quanto previsto dal regime generale di responsabilità dello Stato. Infatti, pur in presenza di alcuni esempi di apparente departure dai criteri degli ARSIWA, non si riscontrano elementi sufficienti a dimostrare una tendenza verso la creazione di un regime speciale di responsabilità che si ponga in rapporto di alternatività e potenziale conflitto con quello stabilito dal diritto internazionale generale. Eventuali differenze rispetto al modello degli ARSIWA andranno quindi intese non come un tentativo di ‘evasione’ dal diritto internazionale generale, atto a rivendicare l’autonomia e l’autosufficienza dei diritti umani in una maniera tale da acutizzare il fenomeno della frammentazione del diritto internazionale, bensì come un sintomo dello sviluppo progressivo della responsabilità internazionale, così da renderla più rispondente alle sfide poste dal diritto internazionale contemporaneo. In tal senso, viene quindi dimostrato che la relazione tra il regime generale di responsabilità internazionale e la prassi sui diritti umani non si risolve in un rapporto mono-direzionale, in cui gli ARSIWA vengono messi al servizio dei diritti umani per meglio realizzarne le finalità di tutela, ma si traduce piuttosto in una cross-fertilization, nella misura in cui anche la prassi sui diritti umani è in grado di esercitare un’influenza sullo sviluppo del regime generale di responsabilità, conducendo a una sua progressiva ‘modernizzazione’.