MARCO VALLI

Dottore di ricerca

ciclo: XXXIV



Titolo della tesi: STRATEGIA, STRATEGHI E POP CULTURE NELLA GUERRA FREDDA: DA HIROSHIMA ALLA LUNA (1945-1969)

Versione in Italiano ABSTRACT DELLA TESI “STRATEGIA, STRATEGHI E POP CULTURE NELLA GUERRA FREDDA: DA HIROSHIMA ALLA LUNA (1945-1969).” MARCO VALLI Oggetto della ricerca è stato analizzare la storia della guerra fredda dal 1945 al 1969 per tentare di capire l’influenza degli “strateghi” (strategists), dei militari e dei politici nella dottrina d’impiego degli armamenti, nelle scelte, nella propaganda e nelle decisioni politiche. La scelta del periodo dal 1945 al 1969 corrisponde all’incipit dell’Era Atomica e all’apice tecnologico e propagandistico della conquista della Luna con l’inizio della sconfitta mediatica in Vietnam. In particolare ho selezionato e analizzato i materiali disponibili sulle strategie americana e sovietica. Questi sono l’insieme dei documenti che hanno caratterizzato il comportamento delle due superpotenze e sono stati influenzati dalle ricerche scientifiche e dalle enormi realizzazioni industriali poste in essere dagli USA e dall’URSS per la produzione degli armamenti atomici e convenzionali e dei relativi vettori. L’analisi storica dei documenti strategici ha avuto una funzione determinante anche per dimostrare l’importanza dell’approccio storico soprattutto in ambienti estremamente competitivi, come quello della guerra fredda, e per lo sviluppo di prodotti innovativi come quelli necessari per la conquista della Luna. Infatti sarebbe particolarmente difficile capire il processo di assegnazione delle risorse disponibili all’interno di grandi organizzazioni come le Forze Armate o le agenzie spaziali senza un’appropriata analisi storica. Un aspetto significativo che ho approfondito è stato lo studio dei dettagli relativi ai cambiamenti delle strategie in connessione con eventi critici (es. guerra di Corea, crisi missilistica di Cuba etc.) che hanno provocato, accelerato o annullato lo sviluppo di tali cambiamenti. Due elementi emersi dalla ricerca sono stati particolarmente interessanti: 1) i militari, almeno dal 1945 in poi e nella guerra fredda, si sono dimostrati molto ragionevoli contrariamente alla loro fama di guerrafondai; 2) l’importanza degli strateghi e degli scienziati nella guerra fredda non risiede nelle loro invenzioni come le atomiche o i missili ma nella loro partecipazione all’elaborazione delle dottrine in quanto diventati “scientists-strategists”. Infatti la tecnologia delle atomiche e dei missili, una volta acquisita, ha avuto un’evoluzione rapida quasi autoalimentante grazie anche ai titanici centri di studio connessi. L’influenza degli “scientists-strategists” e degli “strategists puri” risiedeva quindi nella ideazione delle dottrine per un ottimale utilizzo degli armamenti ormai già acquisiti, le cui capacità distruttive o di gittata e precisione, seppur migliorabili, erano già date e definite. Degli “strategists” Stanley Kubrick ha fatto una splendida, provocatoria e dissacrante satira con Peter Sellers nel film “Il Dottor Stranamore” del 1962. In definitiva ho sviluppato la tesi con le seguenti chiavi di lettura: 1. lo studio storico dell’età contemporanea: per gli aspetti delle dottrine e delle politiche adottate dalle due superpotenze negli anni 1945-1969; 2. il confronto delle relazioni internazionali in prospettiva storica comparata: per la storia della guerra fredda vista da ambo le parti; 3. l’esame di alcuni aspetti e prodotti della “pop culture” in Italia che, con film, programmi televisivi, libri, pubblicazioni, fumetti, sport, giocattoli, hanno indirettamente contribuito al sostegno del nostro fronte interno nelle battaglie non cruente della nostra guerra fredda. Infatti la guerra fredda è stata una “guerra non guerreggiata” condotta essenzialmente, su quattro piani: a. economico con due sistemi profondamente diversi, b. culturale, con ideologie in contrapposizione, c. sociale, con due modelli alternativi di società, d. morale, con lo scontro tra la religione e la dottrina comunista. In conclusione, la mia risposta alla domanda “chi ha vinto la guerra fredda?” è stata: tutta l’umanità. Ciò è stato reso possibile, da un lato, grazie al buon senso dei militari, e dall’altro dagli strategists ed i politici, che hanno fatto la loro parte senza mai perdere di vista l’obbiettivo generale di evitare la guerra. Infatti, mentre il ruolo degli strateghi è stato quello dei suggeritori al rialzo nella ideazione e redazione delle dottrine, i politici di entrambi gli schieramenti hanno egregiamente svolto il loro compito di giocatori al tavolo del wargame della guerra fredda decidendo di non prendere iniziative. In definitiva la guerra fredda è stata vinta perché non è stata fatta. N.B. Segue la versione in Inglese English version DISSERTATION ABSTRACT “Strategy, Strategists, and Pop Culture in the Cold War: From Hiroshima to the Moon (1945-1969)” Marco Valli The objective of my research was to analyze the history of the Cold War from 1945 to 1969, in order to assess the influence of strategists, officers, and politicians in the doctrine on the use of weapons, choices, propaganda, and political decisions. The period from 1945 to 1969 corresponds to the beginning of the Atomic Age and the highest technological and propagandistic development of the conquest of the Moon, along with the beginning of the mediatic defeat of Vietnam. In particular, I have selected and analyzed the available materials on the American and Soviet strategies, i.e., documents describing the attitude of the two superpowers. These documents have been influenced by the scientific research and the huge industrial achievements implemented by the USA and USSR for the production of atomic and conventional weapons and the related carriers. Also, the historical analysis of the strategic documents has been fundamental to demonstrate the importance of a historical approach especially in extremely competitive environments, such as the Cold War, as well as for the development of innovative technological products, such as those that were necessary for the conquest of the Moon. Indeed, it would be particularly difficult to understand the process of allocation of the available resources within large organizations such as the Army forces or space agencies without an appropriate historical analysis. Another significant aspect I have focused on is the study of the details in the changes of strategies related to critical events (e.g., the Korean war, the Cuban missile crisis, etc.), which have caused, hastened or nullified the development of such events. My research has led to two particularly interesting conclusions: 1) at least from 1945 to the Cold War, officers held a very moderate attitude, thus disproving their reputation of being warmongers. 2) the importance of strategists and scientists in the Cold War does not lie in their inventions, such as the atomic bombs or missiles, but in their participation in the elaboration of doctrines as ‘scientists-strategists.’ As a matter of fact, the technology of atomic bombs and missiles, once acquired, had a quick and almost self-feeding growth thanks also to the related large research centers. Consequently, the influence of the ‘scientists-strategists’ and the ‘pure strategists’ lay in conceiving doctrines for the best use of already acquired weapons, whose destructive power, range, and precision, although still open to improvement, had already been defined. An excellent, provocative, and irreverent satire of the strategists was offered, for example, by Stanley Kubrick in his 1962 movie “Dr. Strangelove.” All in all, I have developed my dissertation adopting the following approaches: 1) the study of contemporary history, in order to sketch out the development of doctrines and politics adopted by the two superpowers in the years 1945-1969; 2) a comparative historical perspective in analyzing international relations, in order to trace the history of the Cold War as seen from both sides; 3) the examination of some aspects and products of pop culture in Italy, which—through movies, tv shows, books, magazines, comics, sport, toys, etc.—have contributed to Italy’s home-front support of the Cold War’s bloodless battles. Actually, the Cold War was a ‘war not fought,’ waged essentially on four levels: a. economic, with two completely different systems b. cultural, with opposing ideologies c. social, with two alternative models of society d. moral, with the clash between religion and Communism. In conclusion, my answer to the question: “Who won the Cold War?” is “Humankind.” This was made possible, on the one hand, by the ‘good sense’ of officers, on the other by the strategists and politicians who have played their parts without losing sight of the general objective of avoiding the war. Indeed, whereas the strategists’ role was to exert an upward pressure in devising and producing doctrines, the politicians on both sides have excellently played their roles in the Cold War’s wargame by deciding not to take initiatives. All in all the Cold War was won because it was not fought.

Produzione scientifica

11573/1493365 - 2020 - L'Atomica come,dove e perchè
Valli, Marco - 03a Saggio, Trattato Scientifico

11573/1354148 - 2017 - The Codex Fori Mussolini: A Latin Text of Italian Fascism" By Han Lamers and Bettina Reitz-Joosse
Valli, Marco - 01d Recensione
rivista: SEVENTEENTH CENTURY NEWS (Texas A&M University:English Department, Blocker Building:College Station, TX 77843:(979)845-8340, EMAIL: scn@tamu.edu, INTERNET: http://www-english.tamu.edu/pubs/scn/, Fax: (979)862-2292) pp. - - issn: 0037-3028 - wos: (0) - scopus: (0)

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma