Thesis title: La controversa questione dell'appropriazione delle risorse naturali dello spazio extra-atmosferico nel diritto internazionale contemporaneo
Il diritto spaziale si configura come una delle aree del diritto internazionale che riflette maggiormente il delicato rapporto tra progresso tecnologico, fluido e in continua evoluzione, e dettato normativo, più rigido e statico. Esso è caratterizzato da molteplici elementi di vulnerabilità, tra cui un assetto di norme in parte lacunose e scarsamente definitorie, sicché concetti chiave come ‘spazio extra-atmosferico’, ‘corpi celesti’ e ‘risorse naturali’ sono rimasti nel tempo imprecisati e, dunque, suscettibili di interpretazioni discordanti.
Se in un’epoca di iniziale esplorazione tali ambiguità potevano non creare particolari criticità, nello scenario attuale, caratterizzato dal crescente interesse per le attività di esplorazione e sfruttamento economico dello spazio e delle sue risorse, esse rischiano di generare profonde incertezze e di mettere in crisi l’assetto normativo esistente.
La nuova economia spaziale, o 'New Space Economy', si contraddistingue, infatti, per una progressiva privatizzazione e democratizzazione delle attività spaziali, inizialmente appannaggio di un numero assai esiguo di Stati ed enti governativi, e gradualmente divenute accessibili ad una vasta pletora di nuovi attori, come Paesi in via di sviluppo, organizzazioni non governative e soggetti privati, questi ultimi sempre più coinvolti sia nei settori tradizionali dell’esplorazione e della ricerca scientifica, delle applicazioni satellitari e del trasporto spaziale, sia in ambiti più innovativi, come l’in-orbit servicing e il turismo spaziale.
Tali circostanze hanno acuito l’urgenza per il legislatore nazionale di alcuni Stati di adottare apposite disposizioni per promuovere e regolamentare la partecipazione dei privati ai programmi spaziali, sollevando questioni di compatibilità con le norme di diritto internazionale esistenti e creando evidenti rischi di frammentazioni e distonie normative.
Sulla base di tali considerazioni, con il presente elaborato si intende intraprendere uno studio approfondito del regime giuridico dello spazio extra-atmosferico, disciplinato sul piano internazionale da obblighi principalmente di natura consuetudinaria e pattizia, e fondato essenzialmente sulla libertà di utilizzo ed esplorazione dello spazio, della Luna e degli altri corpi celesti, e su un generale divieto di occupazione e appropriazione degli stessi da parte degli Stati. Tale regime, inizialmente contenuto in risoluzioni non vincolanti dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, si è presto affermato in norme di diritto generale ed è stato, altresì, trasfuso negli articoli I e II del Trattato sui principi che governano le attività degli Stati per l’esplorazione e l’uso dello spazio extra-atmosferico del 1967.
In potenziale contrasto sembrerebbero, però, porsi alcune recenti prassi statali contenute nelle legislazioni spaziali di Emirati Arabi Uniti, Giappone, Granducato di Lussemburgo e Stati Uniti d’America, le quali recano al loro interno disposizioni dirompenti: esse, infatti, pur riconoscendo il divieto di appropriazione dello spazio extra-atmosferico, ammettono l’estrazione e l’impossessamento delle risorse naturali in esso contenute.
Parallelamente a tali provvedimenti sono sorti, altresì, sul piano internazionale, alcuni strumenti di soft law come raccomandazioni, intese non vincolanti e quadri di riferimento, concepiti con l’intento di modellare e orientare la governance delle attività di estrazione, utilizzo e sfruttamento delle risorse spaziali, e di integrare le norme esistenti, tutelando interessi in passato non adeguatamente considerati.
Sulla base del complesso quadro normativo appena tratteggiato, il presente elaborato si interroga sulla rilevanza delle legislazioni nazionali e delle altre iniziative in parola, ai fini della ricostruzione di nuove possibili tendenze e orientamenti nel diritto internazionale contemporaneo.