Titolo della tesi: Mercato del voto e influenze sociali. Un'analisi sperimentale
Il lavoro proposto muove da una consapevole reductio ad absurdum. Nel voler indagare, in chiave analitica, i meccanismi dell’ecosistema elettorale, posto che la metafora “politica come mercato” sia oggi un dato assodato, si è deciso di considerare vera l’ipotesi che lega da un’equivalenza sostanziale i due termini. Nelle democrazie occidentali, candidati, partiti, governo, gruppi d’interesse hanno preso in prestito tecniche e strumenti dal settore privato nel tentativo di raggiungere obiettivi strategici, come guadagnare voti, guidare l'opinione pubblica o anche influenzare i processi legislativi. Da più parti si sostiene che sia l’epoca dell’ascesa del marketing politico e che la politica si sia professionalizzata. Da tali presupposti, muovendo da una prospettiva prettamente sociologica, l’oggetto principale di indagine è l’influenza sociale, intesa come forza o pressione che alter può esercitare su ego.
Tre le domande di ricerca cui la ricerca intende fornire una risposta.
Il primo interrogativo, astratto e generale, mira a chiarire se sia legittimo riferirsi alla competizione politica-elettorale negli stessi termini con cui ci si riferisce agli scambi di beni e servizi che hanno luogo in un sistema economico capitalista.
In secondo luogo, si intende valutare il ruolo dell’influenza sociale nell’espressione di una preferenza politica.
Infine, ci si chiede tanto quali siano i meccanismi sottostanti il ruolo delle influenze sociali nella formazione delle preferenze elettorali, quanto quali siano le dinamiche di scelta in un mercato politico.
Ci si è avvalsi della tecnica sperimentale, replicando un disegno sperimentale già utilizzato per esaminare gli effetti dell’influenza sociale entro un mercato culturale. Si è ipotizzato che, qualora gli output sperimentali ottenuti fossero coincisi con i risultati dello studio originario, si sarebbe potuta ritenere valida la metafora iniziale.
È stato creato un mercato politico artificiale sotto forma di un sito web (progettato ex novo), in cui i partecipanti hanno potuto ascoltare i discorsi elettorali di sei candidati politici fittizi, potendo anche controllare le informazioni che tutti i partecipanti avevano sul comportamento altrui. Senza dubbio, una tale impalcatura manca di molte delle caratteristiche delle reali competizioni elettorali. Tuttavia, l’obiettivo non è riprodurre in scala un’elezione politica reale, piuttosto osservare gli effetti dell’influenza sociale in condizioni controllate.
I soggetti, studenti universitari, sono stati reclutati online. Il sito web, creato appositamente per la ricerca, è stato presentato come un contest politico giovanile al fine di mitigare l’effetto cavia. Un algoritmo iniziale ha garantito una distribuzione omogenea e randomica dei soggetti entro i gruppi rispetto alle variabili considerate intervenienti. Sono stati costituiti quattro gruppi sperimentali e un gruppo di controllo. Nei gruppi sperimentali è stata manipolata la variabile influenza sociale. I discorsi elettorali fittizi sono stati performati da attori non professionisti. I testi sono stati scritti in collaborazione ad una specialista della comunicazione politica, in maniera tale da coprire lo spettro delle posizioni dei principali partiti italiani.
I dati sono stati analizzati utilizzando i software IBM SPSS e Microsoft Excel. Il numero totale dei casi è N=211. I risultati dell'indagine indicano che circa il 65% dei partecipanti si identifica come di sinistra lungo lo spettro politico destra-sinistra. La distribuzione di questa modalità è omogenea sia all'interno che tra i gruppi. Per quanto riguarda i risultati sperimentali, nei gruppi in cui l'influenza sociale è stata manipolata a vari livelli, il candidato di sinistra è emerso come vincitore della competizione simulata. Nel gruppo di controllo ha vinto il candidato di destra.
Le disuguaglianze nelle distribuzioni delle preferenze non aumentano con l'aumentare dell'influenza sociale, ma regrediscono. Le raccomandazioni e i suggerimenti di voto non si traducono automaticamente in preferenze espresse, come avviene nel mercato culturale utilizzato come benchmark.
Sulla base dei risultati ottenuti, si illustra come le analogie tangibili contenute nella metafora del mercato, pur presentando affinità apparenti, possiedano specificità intrinseche che generano evidenti contrasti nella logica del loro funzionamento e nel comportamento dei rispettivi sistemi. La base metodologica per lo studio della politica non può essere ridotta unicamente a quella utilizzata per lo studio dei processi economici. Sulla base delle informazioni ottenute, l'espressione del voto riflette l'auto collocazione politica degli individui, rimanendo sostanzialmente immune da stimoli di influenza sociale. Tuttavia, sarebbe un errore supporre che non esista una relazione tra l'espressione delle preferenze e l'influenza sociale. Tale relazione esiste, ma a un livello più profondo e insidioso.
Poiché il gruppo di controllo esprime un risultato qualitativamente opposto rispetto a quanto osservato all'interno dei quattro gruppi sperimentali e dato che la distribuzione della variabile "orientamento politico" è omogenea in tutti i gruppi costituiti, ci si è chiesti cosa accada a livello micro.
L'idea è che l'influenza sociale agisca da trigger per l'azione, spingendo gli individui a selezionare il candidato considerato socialmente più accettabile.
Il bias della "desiderabilità sociale " è identificato come la causa che spinge gli individui a votare a sinistra solo quando percepiscono la presenza di altri. Poiché il campione che ha partecipato all'esperimento è composto prevalentemente da individui che si auto collocano a sinistra, la desiderabilità sociale è stata esaminata in relazione a questa specifica area politica.
Il risultato osservato (la vittoria del candidato di centro-destra nel gruppo di controllo e la vittoria dei candidati di sinistra/centrosinistra nei gruppi sperimentali) può essere spiegato dai meccanismi di fondo che danno significato alla dicotomia destra/sinistra.