Titolo della tesi: Alimentazione ed economia animale nell’alto Lazio medievale. Un approccio archeozoologico
Il lavoro tenta di ricostruire l’evoluzione delle dinamiche di sfruttamento economico e alimentare delle risorse animali nel Lazio settentrionale, dal XIII al XVI-XVII secolo. Lo studio prende le mosse dall’analisi di un consistente nucleo di reperti faunistici inediti, provenienti dai recenti scavi di Cencelle, di Viterbo e di alcuni altri piccoli centri del territorio, considerati assieme alla revisione dell’edito e ai dati di scavo. Un ulteriore passaggio è costituito dal raffronto dei dati faunistici con quanto emerso dallo spoglio di diverse fonti documentarie inerenti al territorio in esame (statuti comunali, atti notarili, ricettari, ecc.) e di alcune fonti iconografiche. I dati ottenuti sono stati integrati con quanto emerso dallo studio morfologico e funzionale delle forme ceramiche, dalle analisi dei residui alimentari, dalle analisi paleopatologiche e isotopiche sui resti umani e animali. Le conclusioni evidenziano un effettivo cambiamento negli stili di allevamento, con la graduale riduzione del maiale, rimpiazzato dagli ovicaprini nel corso del XIV secolo. L’analisi tassonomica dei resti ha permesso di evidenziare alcune caratteristiche peculiari dell’area, come il consumo delle tartarughe, delle carne equina e dei bivalvi dulcicoli, non altrettanto diffuso in altri contesti. La caccia e la pesca rivestono un ruolo assolutamente marginale rispetto alle strategie di approvvigionamento e di consumo alimentare e la concentrazione di pesci o di mammiferi selvatici, quando presente, non sembra riflettere un particolare status sociale dei fruitori. Infine, lo studio tafonomico raffrontato alle rubriche di macellazione degli statuti, ha aiutato a dettagliare le modalità di trattamento delle carcasse, lo smaltimento dei rifiuti e lo strumentario utilizzato.