Titolo della tesi: La cooperazione allo sviluppo nel diritto dell'Unione europea. Inquadramento normativo, prassi applicativa e profili critici
Il presente lavoro muove dalla considerazione per cui, all’interno dell’ordinamento dell’Unione, la politica di cooperazione allo sviluppo sia esposta a una tensione costante: da un lato, attraverso misure di assistenza finanziaria in favore dei PVS, l’Unione può perseguire un’ampia gamma di obiettivi, favorendo la coerenza invocata dall’art. 21, par. 3, TUE; dall’altro, tale dinamica espone la politica di sviluppo al rischio di collisione rispetto al sistema delle competenze di attribuzione delineato dai Trattati. Il presente lavoro intende esplorare questa dicotomia, al fine di indagarne le possibili implicazioni a livello dell’ordinamento dell’Unione. La tendenza descritta si riscontra, in particolar modo, in relazione alla Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e alla dimensione esterna delle politiche di immigrazione e asilo. Dal momento che, specialmente nei Paesi più fragili, povertà estrema, instabilità e conseguente tendenza a migrare sono fenomeni indubbiamente correlati, l’Unione ha tentato di affrontare tali dinamiche in modo integrato. Benché risponda a un requisito di coerenza, tale approccio aumenta il rischio che gli strumenti della cooperazione allo sviluppo siano utilizzati non (solo) per perseguire gli obiettivi di sviluppo socio-economico previsti dai Trattati, bensì per rispondere alle priorità dell’Unione in due settori, quello di sicurezza e difesa e quello della migrazione, da tempo al centro dell’agenda politica dell’Unione e degli Stati membri. Sulla base di questi presupposti, la ricerca si muove su un duplice binario. Da un lato, si propone di ricostruire il quadro giuridico dell’Unione europea in materia di cooperazione allo sviluppo, esplorando i principi e gli obiettivi che caratterizzano questo settore di competenza dell’Unione ai sensi dei Trattati, nonché offrendo una ricognizione sistemica degli strumenti di diritto derivato che ne disciplinano in concreto l’esercizio. Dall’altro, intende inquadrare l’attuazione della cooperazione allo sviluppo nel sistema delle relazioni esterne dell’Unione europea, esaminandone i rapporti con la PESC e con la dimensione esterna delle politiche di immigrazione e asilo alla luce dei limiti derivanti dal principio di attribuzione. Più specificatamente, ci si propone di approfondire le implicazioni giuridiche, in termini di divisione orizzontale di competenze ed equilibri istituzionali, suscettibili di prodursi all’interno dell’ordinamento dell’Unione allorché la competenza in materia di cooperazione allo sviluppo sia esercitata in vista di finalità riconducibili ad altre politiche. L’analisi delle dinamiche delineate deve essere necessariamente preceduta da una sistematizzazione complessiva della cooperazione allo sviluppo nell’ordinamento dell’Unione europea, al fine di ricostruirne il quadro normativo-istituzionale: a questi aspetti è dedicata la prima parte del lavoro, comprensiva dei primi tre capitoli. La seconda parte, articolata in due capitoli, esplora la prassi applicativa della cooperazione allo sviluppo, indagandone i rapporti rispettivamente rispetto alla PESC e alla dimensione esterna delle politiche di immigrazione e asilo. Il primo capitolo ripercorre l’evoluzione cooperazione allo sviluppo nel processo d’integrazione europea, soffermandosi, in particola modo, sul quadro giuridico stabilito dal Trattato. Il secondo capitolo ricostruisce la nozione di cooperazione allo sviluppo vigente nel diritto dell’Unione europea, alla luce dell’interpretazione fornita dalla Corte di giustizia. Il terzo capitolo esamina le varie tipologie di strumenti finanziari attraverso cui l’Unione fornisce aiuti ai paesi in via di sviluppo, indagandone le procedure applicative allo scopo di approfondirne le implicazioni sul piano degli equilibri istituzionali. Sulla base della nozione multi-dimensionale di cooperazione allo sviluppo ricostruita nella prima parte del lavoro, la seconda parte approfondisce i rapporti tra la cooperazione allo sviluppo e la PESC, nonché tra la cooperazione allo sviluppo la dimensione esterna delle politiche di immigrazione e asilo, esaminando il contenuto normativo e la prassi applicativa degli strumenti di finanziamento precedentemente sistematizzati nei loro aspetti giuridico-istituzionali. Il quarto capitolo, dopo aver approfondito l’idoneità della cooperazione allo sviluppo ad assorbire finalità di politica estera alla luce dell’evoluzione giurisprudenziale e dell’assetto dell’azione esterna stabilito dai Trattati, indaga l’implementazione del nesso sicurezza-sviluppo negli strumenti di assistenza esterna, al fine di verificarne la compatibilità rispetto alle previsioni di diritto primario tese a salvaguardare le specificità della PESC. Il quinto capitolo, dopo aver tratteggiato l’evoluzione della dimensione esterna delle politiche di immigrazione e asilo, esamina l’integrazione degli aspetti riconducibili alle politiche migratorie negli strumenti unilaterali di cooperazione allo sviluppo, al fine di indagarne la compatibilità con gli obiettivi di sviluppo sanciti dai Trattati, nonché la conformità ai principi di attribuzione e dell’equilibrio istituzionale.