Dottorato in SCIENZE DELLA TERRA

Titolo della tesi: Environment-induced risk assessment as a preventive conservation strategy for an effective long-term management of safety cinematographic archives

La principale sfida affrontata dagli archivi cinematografici che conservano pellicole in acetato di cellulosa è gestire l’insorgenza e l’evoluzione della sindrome acetica, un processo di deterioramento chimico che consiste nell’idrolisi dei gruppi acetili con emissione di acido acetico, il quale innesca una reazione autocatalitica a catena. Sebbene standard e linee guida raccomandino di mantenere nei depositi bassi valori di temperatura e umidità relativa per rallentare questo processo e garantire la stabilità a lungo termine delle pellicole, l’adozione di tali misure in contesti archivistici è spesso limitata dalle risorse disponibili. La revisione della letteratura scientifica ha evidenziato che gli strumenti finora sviluppati per il monitoraggio della sindrome acetica presentano limitazioni. Attualmente, gli archivisti si affidano a ispezioni visive e alle Acid Detection (AD) Strip, strisce di carta che cambiano colore in base alla concentrazione di acido acetico presente nell’aria all'interno del contenitore della pellicola. La valutazione si basa sul confronto visivo del colore della striscia rispetto ad una scala cromatica discreta, introducendo incertezza. Sono stati condotti studi per la valutazione oggettiva dell’evoluzione della sindrome acetica mediante il calcolo del Degree of Substitution (DS), che rappresenta il numero di gruppi acetili per unità di anidro-glucosio nel polimero di acetato di cellulosa. Con il progredire della deacetilazione idrolitica, il DS tende a diminuire. Questa ricerca mira all’identificazione di un approccio oggettivo per monitorare la sindrome acetica in archivi che conservano pellicole in acetato di cellulosa. È stata studiata la relazione tra le condizioni microclimatiche di conservazione, l'emissione di acido acetico e il DS delle pellicole. La Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia (Archivio Cinematografico Nazionale Italiano) e l’Arquivo Nacional das Imagens em Movimento della Cinemateca Portuguesa (Archivio Cinematografico Nazionale Portoghese) sono stati scelti come casi studio. Le osservazioni termo-igrometriche raccolte nei due archivi cinematografici nel corso degli anni sono state utilizzate per caratterizzare il microclima. Sono state impiegate relazioni dose-risposta e funzioni di danno esistenti in letteratura per stimare il rischio di degrado chimico e meccanico indotto dal clima. Successivamente, attraverso esperimenti di laboratorio, è stata stimata una relazione empirica tra le misurazioni colorimetriche delle AD Strip e le concentrazioni di acido acetico, al fine di fornire una classificazione gerarchica oggettiva delle pellicole nei casi studio reali. Infine, il DS è stato derivato utilizzando la spettroscopia infrarossa in Trasformata di Fourier a Riflessione Totale Attenuata (ATR FT-IR) portatile, per valutare lo stato del supporto delle pellicole. È stato quindi strutturato un database contenente metadati relativi alle pellicole, spettri ATR FT-IR, misure delle AD Strip e informazioni aggiuntive, impiegato per condurre le analisi. Non è stata identificata una relazione tra l’emissione di acido acetico e il valore di DS, complicando l’affidabilità del DS come unico indicatore dell'evoluzione della sindrome acetica. In conclusione, questa ricerca rappresenta un avanzamento delle procedure di monitoraggio della sindrome acetica per collezioni d’archivio di pellicole in acetato di cellulosa, che si pone l’obiettivo di migliorare il rilevamento precoce del fenomeno. L'approccio è stato testato con successo presso due archivi cinematografici e applicato da archivisti e conservatori.