Titolo della tesi: Health Green Lab
Il tema degli ex istituti manicomiali dismessi suscita da sempre un notevole interesse, intrecciando storia, memoria collettiva e prospettive per il futuro. Si tratta di luoghi carichi di significato, in cui il tempo sembra essersi cristallizzato tra le tracce di un passato complesso, stratificazioni di visioni contemporanee e potenzialità ancora inespresse.
La riflessione che questa ricerca si propone di costruire si concentra non tanto sulle cause del loro abbandono, ampiamente discusse nel dibattito pubblico e accademico, né tantomeno su un loro restyling architettonico fine a sé stesso. L’obiettivo è piuttosto quello di esplorare le enormi potenzialità dei loro parchi, vasti spazi di naturalità all’interno della città, che possono trasformarsi nel motore di una rigenerazione urbana che passa doverosamente attraverso un contemporaneo approccio olistico della salute come filiera di servizi.
La salute, vista come l’unione di corpo, mente, ambiente e società in cui fattori biologici, psicologici e sociali sono fortemente interconnessi è il filo conduttore di questo lavoro.
La ricerca indaga le potenzialità di riconversione degli ex ospedali psichiatrici italiani, costruiti tra la fine dell’Ottocento e il Novecento, che oggi ne fanno i candidati ideali per la creazione di Health Green Lab: laboratori di salute pubblica di prossimità dove lo spazio naturale esce dalla mera dimensione contemplativa ed acquista una declinazione pratico-terapeutica nella definizione di paesaggi della cura. Al centro di questa visione c’è il progetto dei loro parchi, vasti e stratificati per storia e significato, che rappresentano la chiave per restituire questi luoghi alla collettività attraverso una rilettura contemporanea delle funzioni da sempre ospitate.
Un nuovo ciclo di vita che vuole riscattare questi luoghi dall’immaginario negativo di spazi di reclusione e abbandono, relegati alla loro fase di declino e di crisi di fronte alle nuove frontiere della psichiatria, che nulla racconta dei dibattiti e della ricerca che ne hanno accompagnato la realizzazione.
Questa visione conferisce a questo enorme patrimonio naturale un grande potenziale inespresso che abbiamo il dovere morale di provare a ri-ab(il)itare.
Il lavoro si articola in tre parti: la prima tiene insieme passato, presente e futuro, rintraccia genealogie ed evoluzioni dell’oggetto della ricerca ma, allo stesso tempo, esplora le traiettorie contemporanee dello spazio della cura e dell’assistenza aprendosi a confronti tipologici e trans-culturali che affrontano rinnovate interazioni tra spazio naturale e salute.
Nella seconda parte si tracciano le caratteristiche degli Health Green Lab attraverso un confronto trans-disciplinare che ridefinisce le prospettive contemporanee della salute, ampliandone il significato oltre la dimensione biomedica. I determinati sociali e ambientali della salute si integrano e concorrono alle prestazioni degli Health Green Lab come fattori imprescindibili per comprendere e affrontare le disuguaglianze sanitarie, sociali e ambientali nella definizione di nuovi paesaggi terapeutici.
Un’ipotesi teorico-progettuale di Health Green Lab guida la parte conclusiva della ricerca. L'applicazione sperimentale condotta sull'ex ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà a Roma non vuole essere soltanto un caso di studio, ma rappresenta un possibile scenario concreto per validare le premesse teoriche e testare la fattibilità di un nuovo approccio alla riqualificazione di questi spazi.
Questa fase della ricerca è il risultato diretto dell’esperienza maturata durante il periodo di tirocinio presso la ASL Roma 1, all'interno della sede dell'ex ospedale psichiatrico. Un contesto complesso, ricco di stratificazioni storiche e culturali, che impone un'attenta riflessione sulla memoria del luogo e sulla sua capacità di evolversi in un sistema aperto e inclusivo.
Il progetto non nasce con l’ambizione di proporsi come un modello rigido né come un esercizio teorico. Al contrario, vuole essere un tentativo concreto di delineare un percorso replicabile, volutamente adattabile e suscettibile di miglioramenti continui e progressivi nell’ottica di generare veri spazi laboratorio.
Questa è l'ambizione di questo lavoro. Offrire una nuova chiave di lettura e azione per la rigenerazione di contesti simili che vada oltre i confini disciplinari, in cui il paesaggio, la salute e la memoria collettiva possano di offrire un nuovo paradigma per la creazione di reti di benessere collettivo.