ILIA CELIENTO

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXV



Titolo della tesi: Spazi e Corpi architettonici di Enric Miralles. Pensieri e Costruzioni guardando a tre progetti italiani

Siamo abituati a focalizzarci sul prodotto finito, o meglio ancora, sul Corpo apparentemente finito, posizionato in un Luogo, e che genera una relazione tra Spazio e Tempo. Siamo abituati a riconoscere cause ed effetti attraverso quel che vediamo finito, o pensiamo sia finito. La nudità ci fa paura, così come l’invisibile. Solo negli ultimi anni si sono incentivati i corsi, sebbene chiamati formativi, per capire quale sia un corretto processo di architettura. Così, l’appellativo manager è in ogni titolo. La verità è che viviamo in un’epoca in cui vogliamo controllare l’Architettura, il suo Tempo e il suo Spazio, e ci piace considerarci bravi se “abbiamo finito”. L’altra verità, che non si accetta facilmente, è che molte di queste cose sono incontrollabili, perché lo Spazio, come concetto, è relativo, e ugualmente lo è il Tempo. Allora, interessati dal primo momento al finito, dimentichiamo anche le origini e l’intero percorso, una conversazione o un dialogo che poi la nostra mente attiva tra il pensiero e la costruzione. Immersi in un’ampia rete tecnologica e globalizzata, spesso dimentichiamo anche l’origine del disegno, della primordiale forma di rappresentazione. Il presente lavoro di tesi è frutto di un’intuizione, la stessa, ma in forma diversa, che ha guidato Enric Miralles, architetto spagnolo, nella sua breve ma prolifica carriera. Come racconta la filosofia, l’intuizione ha diverse sfaccettature e, infine, a seconda dei casi, può rivelare un suo aspetto. Di base, però, l’intuizione stipula un «rapporto immediato e diretto tra soggetto pensante e oggetto» (Treccani, 2022). Ecco, soggetto e oggetto. Una dicotomia molto tipica dell’architettura contemporanea, ma già presente, formulata, dettagliata, criticata nell’architettura moderna. Chi è il soggetto? L’uomo o l’edificio? E chi è l’oggetto? Il monumento, l’edificio, o la città? Non è nella dicotomia tra soggetto e oggetto la chiave di concentrazione e riflessione di questo lavoro, ma è certamente un’anticipazione. Il soggetto, in tal caso, non è solo chi scrive, studia, elabora, pensa, disegna. Il soggetto qui è anche Enric Miralles, morto prematuramente all’età di 45 anni. In fondo, i migliori vanno via sempre prima. L’oggetto è il Corpo architettonico in tensione col suo Spazio. Sì, il Corpo che fonde l’edificio e il paesaggio senza riversare in essi un’ulteriore (stra)ribadita dicotomia. C’è un aspetto di questo rapporto, abbastanza peculiare. Siamo soliti definire i tempi di un’architettura. Quando inizia? Quando finisce? Che vita ha? L’architettura non muore. O meglio, non dovrebbe morire se non finisce l’intuizione. Il rapporto tra soggetto e oggetto è quel che poi in architettura si riversa in una descrizione di fatti, in un’analisi di un progetto, in una definizione di un’idea, e, se va bene, nella costruzione di un’opera. Il presente lavoro di tesi è il prodotto di una ricerca in cui, allora, la nostalgia fa un po’ da guida, come Virgilio con Dante. E purtroppo, come in quasi tutte le nostalgie, i soggetti devono essere rievocati. Da architetti studiosi e critici – perché lo siamo un po’ tutti – abbiamo forse perso il senso delle dicotomie o, potremmo dire, delle contraddizioni, usandole troppo spesso come cliché. E, d’altro canto, ci emozioniamo poco. Per Enric Miralles, Spazio e Corpo architettonico sono in continua tensione, e in questo modo l’architettura è emozionante. Probabilmente è ancora presto affermare con certezza quale sia la sua reale eredità, però il suo “fare architettura” può essere un esempio per richiamare l’origine di un’originalità persa. È certamente premesso che il mondo di Enric Miralles è vasto e complesso e, come dice Rafael Moneo, è difficile da studiare in pochi e specifici progetti. Collaboro da circa due anni con la Fondazione che porta il suo nome, pervasa dal suo spirito e da quanto di più originale sia rimasto del suo operato. Ho avuto modo di conoscere il passato, vivere e rimodellare il presente, programmare il futuro, e confermo la tesi del maestro Moneo. D’altro canto, come ogni ricerca, anche questa nasce da qualcosa che già esiste e resta non-finita, aperta alla continuazione dei suoi frammenti. È pur vero che quando inizi hai in mente di cercare e scoprire tante cose, ma il grande valore di un viaggio è proprio quello di non sapere come finirà. Nonostante ciò, per essere iniziata, la ricerca ha sempre bisogno di un luogo su cui focalizzare un racconto. In tal caso è l’Italia, benché l’architettura italiana non sia stata l’unica e principale referenza di Miralles. È stato un luogo di formazione e ispirazione. Mi chiedo anche con quali poche parole Enric Miralles avrebbe descritto la sua amata Italia. Le Corbusier, per esempio, ne aveva usate due per raccontare la Spagna, ardente e mistica. Perché quest’ammirazione con l’Italia? Perché tante letture? Perché tanto riconoscimento verso la critica italiana? Gli anni in cui Miralles ha studiato sono gli stessi in cui in Italia vige un forte cambio di paradigma, direbbero in molti. E se all’inizio pensavo di trovare il vero Enric Miralles in Italia, in realtà l’ho trovato ovunque. E l’Italia mi è servita come punto di ritrovo e ritorno in questo viaggio. Nella prima parte del lavoro di tesi si conosce un Miralles appassionato, ma anche anticonformista. Negli anni Settanta e Ottanta, la Scuola di Barcellona era affascinata dall’architettura milanese, ma il pendolo di Miralles si bilancia altrove per definire una propria metodologia e un proprio linguaggio, una propria maniera quando in realtà in quell’epoca il bisogno di conformarsi era vitale per dimenticare il lungo periodo di totalitarismo. Se non ci fossero state queste attenzioni al consueto – gli studi su Rossi, i più ordinari, e le partecipazioni all’ILAUD – non si sarebbe creato il dialogo tra pensiero e costruzione (seconda parte), una conversazione che poi genera la comunicazione tra Spazio, Corpo e Tempo e, infine, la continuità del non-finito, dell’inacabado, l’originalità di ricordare e rievocare un’origine (terza parte). Se l’Italia è stato un luogo di ispirazione per Miralles, in questo lavoro di tesi si è cercato di far sì che lo fosse per l’autore, quindi attraverso tre principali casi studio italiani, non costruiti, l’opera di Miralles è ricordata, memorizzata e concessa all’apprendimento utile per formulare nuove teorie e relativi progetti, e riflettere anche su una possibile crisi del linguaggio architettonico. Nell’essere una piccola professionista, non sono in grado di definire i personali termini di questo rapporto tra soggetto e oggetto, perché probabilmente, nel mio caso, non vanno neanche definiti. Per Miralles, invece, l’intuizione deve essere visibile nel suo fare architettura. Quell’architettura mai finita anche se costruita. Quell’architettura che riesce ancora a emozionare perché nell’oggetto è visibile il soggetto. Oggi, la fortuna è che il lavoro iniziato da Miralles continua. Una fortuna non scontata, e che specialmente non ne diminuisce la volontà. Benedetta Tagliabue guida il timone di una nave che si pensava potesse affondare due decenni fa. I cambiamenti destano perplessità e anche timore, ma possono essere abitati, come se fossero usuali case ristrutturate. Per cui, il non-finito, l’inacabado, che per Miralles persisteva anche nella costruzione finita, persiste ancora tutt’ora, è presente per volgere a un futuro sconosciuto. In un certo senso, le origini delle originalità, il modo di rendere autentico la nascita di una forma, l’importanza di una geometria, l’esistenza del tempo, continuano seppur differentemente, adattandosi al cambiamento.

Produzione scientifica

11573/1620518 - 2022 - Casa E
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 18-22 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1670286 - 2022 - Saul Steinberg at the milan triennale
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 96-101 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1670287 - 2022 - Trame della memoria
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 102-107 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1670288 - 2022 - House bsp20
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 50-55 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1670289 - 2022 - Mercado matamoros
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 48-52 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1670290 - 2022 - Stanze a cielo aperto. Abitare il rituale della soglia
Celiento, Ilia - 02a Capitolo o Articolo
libro: Per una Nuova Casa Italiana - (9788833396590)

11573/1620494 - 2021 - House in Campo Ruga
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 32-37 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1620500 - 2021 - Pio Loco delle Penitenti
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 38-41 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1620502 - 2021 - Uneven House
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 84-89 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1620506 - 2021 - Casa di Langa
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 32-39 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1620508 - 2021 - Lod Cultural Center
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 84-87 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1620528 - 2021 - Wunderkammer
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 52-57 - issn: 2420-9090 - wos: WOS:000590648300001 (0) - scopus: (0)

11573/1620540 - 2021 - Entre la realidad y la representación. El espacio “performativo” de Dora García
Celiento, Ilia - 02a Capitolo o Articolo
libro: Instalaciones artísticas: análisis espacial y escenográfico Art installations: spacial and scenographic analysis - (978-84-1320-168-9)

11573/1417606 - 2020 - Intervista
Carpenzano, Orazio; Calabretti, Francesco; Celiento, Ilia - 02a Capitolo o Articolo
libro: Architettura come prodotto di ricerca. Linee guida per la valutazione del progetto - (9781716953255)

11573/1493460 - 2020 - The Egg
Celiento, Ilia - 02a Capitolo o Articolo
libro: Architettura come prodotto di ricerca. Linee guida per la valutazione del progetto - (978-17-16953-25-5)

11573/1493441 - 2019 - ON THE ROAD City Roma
Celiento, Ilia - 06a Curatela

11573/1493453 - 2019 - ON THE ROAD city Rome
Celiento, Ilia - 06a Curatela

11573/1493525 - 2018 - La Serenissima
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: AREA (- Milano: New Business Media, 2014 - - Milano: Federico Motta Editore; 1 - Milano: Kata) pp. 134-143 - issn: 0394-0055 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1493537 - 2018 - The Cube & Priceless Milano
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: AREA (- Milano: New Business Media, 2014 - - Milano: Federico Motta Editore; 1 - Milano: Kata) pp. 144-149 - issn: 0394-0055 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1493595 - 2018 - Nestlé Headquarters
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: AREA (- Milano: New Business Media, 2014 - - Milano: Federico Motta Editore; 1 - Milano: Kata) pp. 152-158 - issn: 0394-0055 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1493638 - 2018 - Engie Headquarter
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: AREA (- Milano: New Business Media, 2014 - - Milano: Federico Motta Editore; 1 - Milano: Kata) pp. 162-170 - issn: 0394-0055 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1493770 - 2018 - Minimal hostel
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 66-71 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1495475 - 2018 - Urban Carpets
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 22-26 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1495479 - 2018 - Divine Section. Italian Architecture for divine comedy
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 102-103 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1495481 - 2018 - Guardian
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 27-34 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1495487 - 2018 - Bezuidenhoutseweg 30
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 71-77 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1495489 - 2017 - Pedagogy brought to life
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 62-65 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1495493 - 2017 - Boathouse
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 22-28 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1495498 - 2017 - Caminito del Rey
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 24-29 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1495501 - 2017 - Simplicity
Celiento, Ilia - 01a Articolo in rivista
rivista: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN (Milano : Publicomm) pp. 24-29 - issn: 2420-9090 - wos: (0) - scopus: (0)

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma