Titolo della tesi: IL SISTEMA DI TUTELA BREVETTUALE NEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LE IMPLICAZIONI PER I DIRITTI UMANI
La nascita dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e la conseguente regolamentazione armonizzata dei diritti di proprietà intellettuale hanno segnato un momento di svolta per la disciplina internazionale dei brevetti. Con l’Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (Accordo sui TRIPs) sono stati introdotti, per la prima volta, livelli minimi di protezione per i titoli di privativa brevettuale che gli Stati parti dell’OMC sono tenuti a garantire nella propria normativa nazionale.
Basato sul principio per cui l’istituto giuridico del brevetto incentivi la ricerca e l’innovazione, remunerando l’attività inventiva e consentendo il recupero dei capitali impiegati dall’inventore, l’Accordo sui TRIPs prevede una ampia nozione di oggetto del brevetto, atta a ricomprendere potenzialmente tutte le invenzioni, in ogni ambito scientifico e tecnologico, inclusi la materia vivente, il cibo e i medicinali.
Al contempo, il monopolio temporaneo costituito in capo all’inventore dal diritto di brevetto può formare delle barriere all’ingresso sul mercato dei concorrenti, limitare l’accesso degli individui a determinati beni e, soprattutto, imporre costi non sostenibili per i Paesi meno avvantaggiati economicamente.
Si pone dunque la questione di come la tutela dei diritti brevettuali, armonizzata all’interno del sistema dell’OMC, si coniughi con i diritti dell’uomo garantiti dai principali strumenti di diritto internazionale, quali il diritto alla salute, il diritto a un cibo adeguato, i diritti delle generazioni future a ereditare un ambiente salubre, il rispetto della dignità e dell’integrità dell’uomo.
La salvaguardia dei diritti umani cointeressati dalla protezione giuridica dei brevetti può inquadrarsi all’interno di quelle che sono definite “flessibilità” dell’Accordo sui TRIPs, ossia quelle disposizioni che consentono agli Stati parti di adottare deroghe, limitate e subordinate al rispetto di talune condizioni, per tutelare interessi pubblici di fondamentale rilevanza ed evitare abusi da parte dei titolari dei diritti brevettuali.
A ciò si aggiunga che l’Accordo lascia un apprezzabile margine di discrezionalità in capo ai contraenti sulle concrete modalità attuative delle previsioni in esso contenute, per cui gli Stati parti sono liberi di adottare norme rigorose sulla effettiva sussistenza dei requisiti di brevettabilità e scongiurare che vengano protette le mere scoperte o invenzioni che non presentino adeguati livelli di inventività.
Alla luce delle normative e della giurisprudenza dei Membri dell’OMC può dirsi che vi sia stata una diffusa adozione delle flessibilità insite nell’Accordo sui TRIPs, soprattutto con lo scopo di garantire un ampio accesso ai medicinali, come nel caso l’uso sperimentale e quello per fini autorizzatori. Tuttavia, l’adozione di strumenti derogatori da parte dei contraenti appare disomogenea e talora non sfruttata in pieno, come nel caso delle licenze obbligatorie, del sistema delle importazioni parallele o delle deroghe in favore degli agricoltori.
Inoltre, a fronte del rapidissimo sviluppo delle tecnologie innovative, come l’intelligenza artificiale, e il loro impiego sempre più frequente nei sistemi di produzione, si pone la questione se il meccanismo brevettuale continui a essere un utile strumento di protezione giuridica o non diventi, al contrario, obsoleto e inidoneo a adattarsi a nuovi parametri di riferimento.
Per far fronte alle mutate esigenze del contesto sociale, economico e scientifico contemporaneo, nonché alle segnalate criticità connesse al monopolio brevettuale, dovrebbero adottarsi opportuni correttivi normativi da parte degli Stati parti dell’OMC, sfruttando le menzionate flessibilità contenute nell’Accordo sui TRIPs.
Si può dunque ritenere che spetti ai Membri dell’OMC l’individuazione di politiche strategiche e atti legislativi in grado di realizzare un equo bilanciamento tra gli interessi privati dei titolari del brevetto e gli interessi pubblici della collettività.