GUNCE UZGOREN

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXV



Titolo della tesi: Architecture, power, and ideological propaganda. Decisions and Directions in XXI century Competitions in Istanbul.

Fin dall'antichità l'architettura e l'urbanistica sono state utilizzate come strumento per esprimere, con l'aiuto di componenti fisiche e ordini spaziali, un nuovo potere politico o un nuovo ordine sociale nelle città. Nel corso della storia, possiamo rintracciare progetti commissionati da coloro che detengono il potere, come è evidente nei regimi autoritari e totalitari. Ma che dire delle democrazie e di eventuali ideologie presenti all'interno delle democrazie, come gli approcci neoliberali o populisti? L'architettura è al servizio del potere, oppure viene usata come strumento attrattivo per le folle con approcci populisti? Imporre le scale, le forme, i programmi e le rappresentazioni desiderate e giustificare gli approcci populisti attraverso progetti selezionati, non è insolito nel XXI secolo. Oggi i concorsi vengono anche utilizzati come strumenti per scegliere, tra diverse opzioni, la soluzione più innovativa, un progetto "potenziale" che celebri la creatività e la collettività, per fornire un'arena di riconoscimento, per sviluppare la disciplina in un processo trasparente e quindi democratico. Chupin osserva che i concorsi dovrebbero essere "gli indicatori di un'autentica 'apertura di mentalità' e non principalmente strumenti di orientamento politico". Tuttavia, in molti casi, essi agiscono come strumenti di orientamento politico. La problematica della tesi si configura, quindi, intorno alla realtà degli approcci democratici dei concorsi. I dibattiti sul rapporto tra architettura e politica, sulla partecipazione e sulla democratizzazione dell'architettura sono discussioni relativamente nuove e in corso. Proprio come la politica e l'architettura, costruire attraverso la competizione non è un concetto nuovo, introdotto con le democrazie. Una delle risposte alla domanda "come l'architettura può diventare democratica" è proprio il metodo del concorso. I concorsi di architettura e di progettazione costituiscono una piattaforma che avvicina l'ambiente costruito alla democrazia e spesso sono riconosciuti per aver fornito, nel corso della storia, soluzioni innovative, pratiche, economiche o addirittura simboliche. Inoltre, i metodi partecipativi sono utilizzati per convalidare la natura democratica dei processi di selezione e attuazione. Ma se i concorsi sono strumenti così forti per l'architettura democratica, chi decide cosa costruire? Quali sono i ruoli dei promotori, del brief di progettazione, della composizione della giuria, del programma e, soprattutto, del pubblico nel processo di selezione? In Turchia, come in molti altri paesi, i concorsi di progettazione sono integrati nella legge sugli appalti pubblici (KİK Yönetmeliği N. 4734). Poiché le aree urbane, soprattutto a livello di governo locale, sono inseparabili dalla politica e quindi dalle ideologie, i concorsi organizzati e promossi dagli enti governativi giocano un ruolo chiave nel collegare l'ambiente costruito con le pratiche e gli spazi desiderati da chi detiene il potere, al servizio o come propaganda delle proprie ideologie. Nel caso della Turchia, e più in particolare di Istanbul, ogni decisione presa e ogni passo compiuto in tal senso è fortemente legato alla politica. La tesi si struttura innanzitutto con il quadro teorico e concettuale ricavato dalla relazione tra architettura e potere, democrazia e partecipazione, con l'obiettivo di indagare il ruolo e l'uso dei concorsi di architettura come strumento dei poteri con diverso orientamento politico nella metropoli di Istanbul. La ricerca si concentra, quindi, sull'evoluzione storica, sul contesto e sull’uso dei concorsi e sul loro ruolo negli orientamenti politici, con esempi selezionati per rafforzare le argomentazioni. Dopo l’introduzione del processo concorsuale, degli attori e dei documenti, sono presi in considerazione, nel quadro temporale dagli anni 2000 a oggi, 22 concorsi come casi di studio per le valutazioni delle azioni promosse dalla municipalità metropolitana di Istanbul. Il quadro temporale e teorico mira ad utilizzare come strumento di valutazione le realizzazioni architettoniche contemporanee negli approcci ideologici autocratici, democratici e populisti di oggi. Non si tratta di una semplice ricerca storica, piuttosto di una lettura critica delle questioni contemporanee legate al nostro ambiente costruito e alla vita quotidiana. Dopo aver seguito il filo ideologico che si riflette sull'architettura, la tesi si propone di indagare lo stato attuale e il possibile futuro delle strutture in questione all’interno del dibattito sulla democratizzazione dell'architettura. Di conseguenza, con la convinzione che l'architettura e l'ambiente costruito debbano essere democratici e che gli esseri umani meritino di vivere in un ambiente democratico e trasparente, la tesi si propone di essere una fonte e una piattaforma scientifica di supporto ai concorsi di architettura e di progettazione urbana e per i dibattiti che li riguardano, sia per definire i criteri di valutazione sia per costituirsi documento dimostrativo della relazione tra stato, potere, ideologia, democrazia e “riproduzione” architettonica. Parole chiave: rappresentazione ideologica in architettura, concorsi di architettura, democratizzazione dell'architettura, architettura partecipativa

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