Titolo della tesi: Consiglio di orientamento e disuguaglianze educative. Analisi della scelta scolastica degli studenti delle scuole secondarie di primo grado a Roma.
Il presente studio analizza il fenomeno dell’orientamento e delle scelte scolastiche degli studenti al terzo anno delle scuole secondarie di primo grado di Roma legandoli al tema della riproduzione delle diseguaglianze in campo scolastico.
Il tema delle disuguaglianze e delle differenze nei processi educativi diventa centrale quando negli anni Sessanta si assiste all’espansione della scolarizzazione e della partecipazione all’educazione di secondo e terzo grado nei paesi industrializzati (Parziale, 2016; Argentin e Pavolini 2020). Infatti, con l’accesso di nuove categorie di studenti appartenenti alle fasce più povere e svantaggiate al sistema educativo, si vanno a creare le condizioni perché divenga tangibile l’esperienza della diseguaglianza sociale e l’influenza della condizione socio-economica e culturale all’interno del circuito formativo (Cavalli e de Lillo, 1988).
In questo studio si adotta la prospettiva bourdieusiana (Bourdieu e Passeron,1964;1970) che, attraverso i concetti di habitus, violenza simbolica e campo, enfatizza l’influenza della classe d’origine sulla riuscita scolastica e la durata della carriera. L’apparato teorico bourdieusiano, tuttavia, tiene conto anche della distinzione dei codici linguistici elaborata da Bernestein (1975, 1977) e dei condizionamenti economici e del calcolo costi-benefici di Boudon (1973,1974), fino ad arrivare a utilizzare il concetto di dispositivo di governo di foucaultiana memoria (Foucault, 1975; Mac e Ghaill, 1994; Romito, 2017).
La maggior parte della letteratura di riferimento sottolinea perlopiù l’influenza di fattori extra-scolastici (economici, culturali e sociali) nella scelta della scuola; mentre pochi studi si concentrano sul ruolo degli insegnanti e delle attività di orientamento. Lo studio qui proposto, invece, ha l’obiettivo di comprendere sia l’influenza dei fattori extrascolastici, perlopiù quelli legati alla classe sociale sia di quelli scolastici, e in particolare del consiglio orientativo che gli insegnanti sono tenuti a dare agli studenti al terzo anno della scuola media. Il lavoro di ricerca, infatti, è partito dall’ipotesi che accanto agli effetti primari (legame tra background familiare e risultati) e secondari (l’influenza del background sulla scelta) derivanti dalla classe di appartenenza, si affermi l’esistenza anche di un effetto terziario della scuola (Schneider, 2014; Esser, 2016; Argentin e Pavolini, 2020). Quest’ultimo, in particolare, è studiato attraverso le più generali conseguenze delle pratiche scolastiche legate all’habitus istituzionale di ciascuna scuola (Ingram, 2008, 2011, 2016) e alla violenza simbolica esercitata dagli insegnanti che si esprime nel consiglio di orientamento, quando vengono applicati, inconsapevolmente, pregiudizi tesi ad abbassare le aspirazioni degli studenti (Boone e Van Houtte, 2013; Romito 2016).
Si è utilizzato un disegno di ricerca mixed-method che ha previsto sia strumenti di raccolta dati quantitativi (questionari semi-strutturati) sia qualitativi (interviste). Senza entrare nei dettagli delle scelte metodologiche, allo studio hanno partecipato 5 istituti scolastici secondari di primo grado appartenenti a diverse aree della città di Roma, da cui si sono estratte casualmente alcune classi terze. Agli studenti di queste classi si sono somministrati due questionari sulla scelta e l’orientamento scolastico e, infine, si sono condotte alcune interviste non direttive ai loro insegnanti.
In sintesi, i risultati di questo lavoro affermano che: 1) l’origine sociale condiziona la scelta scolastica degli studenti, 2) gli elementi istituzionali del contesto scolastico plasmano le pratiche di valutazione e orientamento degli insegnanti, 3) quest’ultime rafforzano a loro volta i condizionamenti di classe sui cui si basano le intenzioni di scelta degli studenti. Nei diversi contesti scolastici, quindi, si attivano chances di prosecuzione degli studi diversificate e si promuovono carriere scolastiche che rafforzano le diseguaglianze in termini di composizione sociale, incentivando così la segregazione scolastica e territoriale delle varie scuole sul territorio romano. Tutto ciò, in una prospettiva più estesa, tende a riprodurre le dinamiche di classe già esistenti nella società e, quindi, l’immobilità sociale per alcune categorie di studenti.