Titolo della tesi: Fisiologia e anatomia femminili nella medicina moderna: i trattati sugli ingegni di Juan Huarte de San Juan (1575) e Pompeo Caimo (1629)
Il medico navarrese Juan Huarte de San Juan pubblicò nel 1575 nella cittadina andalusa di Baeza, dove esercitava come medico titular, il trattato sulla teoria degli ingegni che lo rese celebre in tutta Europa: il famoso “Examen de ingenios para las ciencias”. Huarte sviluppò e migliorò la teoria tradizionale degli umori e degli ingegni, ispirata sia dagli scritti della scuola ippocratica che dai numerosi trattati del medico romano Galeno di Pergamo.
Ippocrate, Galeno, ma anche Aristotele e i grandi medici dell’antichità araba, come Avicenna e Averroè, erano considerati i padri della medicina europea, sin dal medioevo. La riscoperta e la successiva ristampa dei loro testi grazie alla prolificazione delle botteghe tipografiche in tutto il continente, ne permise nuove traduzioni e dunque nuovi trattati. Come nel caso dell’opera huartiana, le teorie classiche vennero migliorate e contestualizzate, invece i moderni anatomisti (per esempio, Andrea Vesalio), le delegittimarono grazie ai loro nuovi studi anatomici sul corpo umano, spronati dalle moderne tecniche dissettorie diffuse nelle università europee.
Nonostante la grande innovatività in campo fisiologico e psicologico, l’opera di Huarte de San Juan pecca di eccessivo conservatorismo riguardo un argomento in particolare, il genere femminile. Nel suo testo, il medico studia l’ingegno umano, cosa sia l'intelletto, come l’attività cerebrale si rifletta sul fisico e come analizzare l’aspetto fisiognomico e comportamentale di un individuo per indagare che tipo di intelligenza lo caratterizzi e poterlo indirizzare verso il campo di studi o professionale a lui più adatti. Questo discorso, però, non è applicabile al genere femminile, perché, per motivi fisiologici e psicologici, le donne non possiedono intelligenza.
Un’affermazione del genere non poté passare inosservata nell’Europa moderna, divisa in due fronti dal più vivo che mai dibattito sul genere femminile, denominato “querelle des femmes”. Scrittrici e scrittori dialogavano sia attraverso i testi che via epistolare, trattando della possibile uguaglianza tra i sessi.
In questo contesto di dibattito sia scientifico che culturale, ma sul fronte opposto a quello di Huarte, si schierò il medico italiano Pompeo Caimo, che a Udine nel 1629 scrisse una chiara risposta al medico navarrese sottoforma anch’esso di trattato sugli ingegni, dal titolo: “Dell'ingegno humano, de' suoi segni, della sua differenza ne gli huomini, e nelle donne, e del suo buono indirizzo”.
L’obiettivo di tale tesi di dottorato è dunque quello di analizzare e commentare la visione del corpo femminile della medicina moderna attraverso la lettura di questi due trattati esemplari della cultura del tempo, soprattutto per ciò che riguarda i capitoli dedicati alla questione di genere, alla fisiologia e anatomia femminili. Vengono paragonate e commentate le teorie dei due medici, con un confronto con le fonti antiche (soprattutto Ippocrate, Galeno e Aristotele), le basi fondanti del pensiero scientifico moderno e fonti predilette dei due autori.