GIORGIO SANTORO

PhD Graduate

PhD program:: XXXIV



Thesis title: Fratture sacrali: analisi delle alterazioni biodinamiche spinopelviche per una nuova classificazione correlata al trattamento chirurgico.

Obiettivo Allo stato dell’arte i criteri di classificazione delle fratture del sacro rispettano criteri anatomo-morfologici senza correlazione biodinamica. In letteratura la classificazione più utilizzata è quella di Tile M. (1996), mentre quella di Magerl F. et al (1994) classifica le fratture spinali; entrambe hanno in comune la cerniera lombo-sacrale ma nessuna delle due estende le sue valutazioni oltre il suo confine. Il nostro scopo è quello di proporre una classificazione sulla base di quelle esistenti, correlando il danno sacrale a quello pelvico e della colonna lombare, definendone le modalità di trattamento non solo su base morfologica ma anche biodinamica. Questa classificazione individua il proposito chirurgico del trattamento di queste fratture nella ricostruzione della tenuta al carico assiale e/o della tension band sacroiliaca, spesso di entrambe. Materiali e Metodi Coorte di pazienti: Abbiamo analizzato retrospettivamente i dati di una serie chirurgica di 53 casi consecutivi di fratture sacrali traumatiche trattati tra gennaio 2014 e dicembre 2017, presso il Dipartimento di Emergenza e Accettazione del Policlinico Umberto I°, “Sapienza” Università di Roma. Valutazione Clinica: Le fratture sacrali sono state classificate sulla base del sistema alfa-numerico di gravità crescente secondo Müller M. et al (1987), suddividendole in due categorie: “A”, fratture con “tension band” sacroiliaca preservata; “B” e “C”, fratture con “tension band” sacroiliaca interrotta. Ogni categoria a sua volta contiene sottotipi in relazione al decorso della rima di frattura e/o alla possibile scomposizione dei segmenti ossei e modificatori correlati alla eventuale presenza di concomitanti fratture della pelvi e/o spinali. Risultati L’età media era di 45 anni (range 18-89). Il rapporto M/F era di 2:1 con 36 maschi e 17 femmine. Classificazione delle fratture sacrali: L’integrità della tension band sacroiliaca era conservata nelle 22 (30%) fratture tipo A non sottotipo A0 in 19 casi, A1 in 2 casi e A2 in 1 caso. I sottotipi delle fratture B erano in 5 casi B1, in 26 B2 e in 11 B3. Le tipo C erano suddivise nel sottotipo C1 in 6 casi e C2 in 4 casi. La frattura sacrale era isolata in 4 casi (7%), in 37 casi (70%) era associata a fratture spinali, che in 28 (53%) erano multiple; in 43 (81%) era associata ad altre fratture pelviche. Trattamento chirurgico: In 38 casi (71%) è stata eseguita una stabilizzazione strumentata ileosacrale ed in 15 casi (28%) spinopelvica. Discussione e Conclusioni La classificazione delle fratture del sacro, isolate o associate a quelle del bacino e/o della colonna lombare, rappresenta ancora oggi un dilemma. In letteratura sono riportate classificazioni del trauma spinale (Magerl et al. 1994 modificata da Vaccaro et al. 2013) che comprendono la giunzione lombosacrale e classificazioni delle fratture pelviche (Tile et al. 1996) che tengono conto del sacro. Di recente Vaccaro et al. (AO Spine) hanno proposto una tipizzazione morfologica che ricalca quella di Tile M. et al (1996), implementata da modificatori clinici. Queste classificazioni hanno il limite di essere ancorate a criteri esclusivi o prevalenti di tipo morfologico, non considerano in modo univoco i rapporti fra le fratture del sacro e quelle spinali e/o del ring pelvico e non valutano l’assetto biodinamico dell’unità funzionale fra colonna, sacro e ring pelvico. Proponiamo nuovi criteri classificativi delle fratture del sacro che non si limitino alla loro morfologia ma che tengano conto anche delle implicazioni biodinamiche del complesso spino-pelviche. Questa modalità di approccio riteniamo permetta anche una valutazione circa le necessità chirurgiche di correzione strumentata dell’assetto biodinamico delle strutture interessate nell’evento fratturativo.

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