Titolo della tesi: Decisione di bilancio e responsabilità politica
Il diritto del bilancio è, per differenti e note ragioni, un tema classico nella riflessione giuspubblicistica. Sul piano della storia dei concetti, non può non considerarsi il legame fra le prime affermazioni di complessi giuridici volti a regolare l’attività finanziaria dello Stato e la nascita della rappresentanza politica, da cui la particolare attenzione alla legge di bilancio nell’ambito dei rapporti fra Parlamento e Governo e, più in generale, nel contesto della forma di governo. Attenzione la quale trova, attualmente, rinnovata giustificazione nel processo di integrazione europea e nei relativi effetti.
In siffatto contesto, la domanda di ricerca del presente lavoro ha come oggetto il rapporto fra decisione di bilancio e responsabilità politica alla luce del principio democratico accolto dalla Costituzione repubblicana. Lo studio si propone di indagare il modo in cui il diritto del bilancio si interfaccia con la necessità ineludibile, almeno delle democrazie costituzionali, di mantenere costante il nesso fra esercizio del pubblico potere e responsabilità politica di fronte al corpo elettorale, e di verificare - di conseguenza - se e in che modo le norme preposte a disciplinare le attività di predisposizione e gestione del bilancio dello Stato contribuiscano a vivificare il rapporto fra eletti ed elettori. Tale prospettiva - la quale assume per certi versi un carattere di obliquità rispetto all’approccio tradizionale - appare giustificata dall’osservazione che, se da una parte il diritto del bilancio non può non essere letto sotto la lente della rappresentanza politica e della forma di Governo, dall’altra, lo stesso non si esaurisce in ciò, dovendo assumere virtualità ulteriori, che non sarebbero apprezzabili se non attraverso un’analisi che tenga conto dell’evoluzione delle forme di Stato e perciò dei modelli attraverso cui si è conformato nel tempo il rapporto fra Stato e cittadino, fra istituzioni rappresentative e corpo elettorale.
In considerazione di questa premessa, si è ritenuto opportuno sviluppare l’indagine seguendo un modello diacronico scandito in tre fasi (periodo liberale, periodo repubblicano fino al 1992, periodo repubblicano successivo al 1992). Nel Capitolo primo, il rapporto fra decisione di bilancio e responsabilità politica verrà affrontato nell’ambito dell’esperienza liberale italiana, attraverso un’analisi della disciplina di bilancio così come emergente dallo Statuto e dalla prassi, esplicitandone i relativi presupposti teorici. Il Capitolo secondo affronterà la questione nel contesto del passaggio allo Stato costituzionale e della relativa affermazione. Con il Capitolo terzo, il rapporto fra decisione di bilancio e responsabilità politica verrà analizzato nell’ambito del processo di integrazione europea, in un arco temporale che corre dal 1992 ad oggi. Dopo una illustrazione del complesso normativo che struttura l’Unione economica e monetaria e delle finalità da questa perseguite, si procederà ad indicare i principali momenti di riforma rilevanti sul piano nazionale (L. n. 196 del 2009, L. Cost. n. 1 del 2012 e L. n. 163 del 2016) e la relativa connessione con l’ordinamento sovranazionale. Qui l’attenzione sarà posta sulla effettiva capacità del diritto eurounitario di vincolare o meno le scelte politiche nazionali; a tal fine l’analisi avrà ad oggetto l’utilizzo dei meccanismi di condizionalità adoperati dall’Unione.
Sulla base di queste premesse si offrirà una sintesi conclusiva che, tenendo conto dell’evoluzione storica del rapporto fra responsabilità e potere nell’ambito della decisione di bilancio, fornisca una complessiva rilettura del diritto del bilancio e della sua funzionalità nel contemporaneo Stato costituzionale, con un’attenzione particolare alla necessità di proteggere la capacità di apprendimenti reciproci fra rappresentati e rappresentanti - soprattutto rispetto alla scelta sulla allocazione delle risorse finanziarie, e alla relativa gestione - siccome corollario non obliterabile del principio democratico.