Titolo della tesi: Regulating short-term rentals in the era of digital platforms: A comparison of European cities
La tesi esamina le risposte politiche e gli approcci normativi adottati dalle principali città turistiche europee per regolamentare l'espansione degli affitti a breve termine. Questo settore è emerso in modo informale, portando ad uma disruption dell’industria ricettiva. La disruption si è verificata anche a livello politico, portando a vuoti normativi. L'assenza di limitazioni al fenomeno comporta diversi impatti negativi sull'accessibilità abitativa, come la gentrificazione indotta dal turismo e i processi di espulsione degli abitanti. Le conseguenze urbane del fenomeno hanno innescato una serie di mobilitazioni che hanno influenzato il dibattito pubblico e la governance urbana riguardo alla necessità di implementare restrizioni. Infatti, sebbene la gestione di questo fenomeno coinvolga più livelli di governo, è a livello municipale che emergono le richieste e le pressioni più forti per regolamentare gli STRs. In questo contesto, i governi delle città hanno sviluppato una varietà di regolamenti per gestire il fenomeno. Gli obiettivi e il grado di severità delle normative variano tra le città analizzate, spaziando da approcci molto liberali a altamente restrittivi. Tuttavia, l’elaborazione e l’applicazione efficace delle normative rimane una sfida per diverse ragioni, tra cui la presenza di molteplici livelli di governo coinvolti nel processo, la mancanza di dati dettagliati e la scarsa disponibilità di piattaforme digitali per la collaborazione.
Sebbene esistano studi che analizzano l'impatto di Airbnb e il modo in cui la regolamentazione risponde a tale impatto, sono relativamente pochi quelli che si concentrano sulla valutazione dell'effetto e dell'efficacia di tali regolamenti. Questa ricerca di dottorato mira a colmare questa lacuna, valutando criticamente le diverse strategie normative, la loro efficacia nel mitigare gli impatti negativi degli affitti brevi e gli effetti spaziali della regolamentazione, data la distribuzione geografica disomogenea dell’offerta all'interno delle città.
La tesi adotta un approccio di metodi misti, composto da tre studi interconnessi che evidenziano la varietà degli obiettivi normativi e il grado di severità delle normative nei casi studio. Il primo studio consiste in un’analisi comparativa di 16 grandi città turistiche europee che hanno implementato misure normative diverse per affrontare gli impatti degli STRs. Mentre una maggiore attenzione è stata dedicata agli Stati Uniti nell’analizzare gli effetti delle regolamentazioni sugli affitti a breve termine, tali analisi rimangono limitate per i casi europei. Data l'importanza e l'impatto del mercato di Airbnb nelle principali città turistiche europee, dove una legislazione comune sugli STRs potrebbe essere decisiva per la formulazione delle politiche, e considerando i diversi tentativi di regolamentazione i cui risultati rimangono incerti e opachi, questo studio mira a fare chiarezza sulla questione. Comparando città con restrizioni e senza restrizioni, la ricerca mostra che le prime hanno registrato una riduzione persistente del numero di annunci di interi appartamenti, del rapporto tra appartamenti interi e stanze private e del numero di host professionali, ma nessun impatto significativo sulla concentrazione spaziale degli affitti a breve termine nella città. Questa fase della ricerca fornisce anche evidenze sugli effetti delle diverse strategie normative e sull’importanza della cooperazione con le piattaforme di prenotazione.
Il secondo studio analizza gli effetti spaziali delle regolamentazioni a Barcellona e Parigi, utilizzando una combinazione di metodi statistici e spaziali. Gli STRs si sono sviluppati in modo disomogeneo in queste città, concentrandosi maggiormente vicino alle attrazioni turistiche. Airbnb ha penetrato più profondamente il tessuto residenziale dei quartieri centrali, causando un’elevata congestione. In questo contesto, è importante verificare se le restrizioni adottate dai governi cittadini abbiano avuto un effetto sulla decongestione spaziale del fenomeno. Mentre Barcellona ha implementato restrizioni zonali per ridistribuire l’offerta, Parigi ha introdotto restrizioni temporali. I risultati mostrano che Barcellona ha registrato una maggiore decongestione degli affitti a breve termine nel centro città rispetto a Parigi. Tuttavia, questi effetti sono dovuti più alla capacità del comune di Barcellona di rimuovere le attività illegali concentrate nel centro città che alle sole restrizioni zonali. Le evidenze di questo studio suggeriscono lezioni utili per altre città: non basta adottare approcci spaziali per decongestionare gli STRs, ma ciò che fa la differenza è l’efficacia dell’applicazione della normativa, evidenziando come le restrizioni temporali siano particolarmente difficili da ispezionare.
Il terzo studio prende Lisbona come caso di studio, una città in cui 60 abitazioni su 100 nella parte più antica della città hanno una licenza STR e sono quindi "legali". L’analisi esplora come la regolamentazione e la deliberata mancanza di applicazione abbiano creato le condizioni per la crescita del mercato. In questo contesto, il principale meccanismo di regolamentazione degli STRs è stato la creazione di un registro. Lungi dall’essere una misura per mitigare gli impatti degli STRs, questo strumento si è rivelato utile per facilitare lo sviluppo del settore. La ricerca adotta una prospettiva di economia politica urbana, combinando le letterature sulla deregulated regulation e sulle informalità urbane, per comprendere come lo Stato abbia formalizzato gli STRs, fornendo sicurezza legale e libertà agli operatori, mentre ha tollerato pratiche informali per consentire la crescita del settore nel mercato legale. Inoltre, lo studio si basa su autori che hanno analizzato il ruolo della legislazione e dei sistemi di registrazione nel garantire certezza legale ai mercati informali, considerando anche la letteratura sul colonialismo di insediamento, in cui i registri sono stati strumenti fondamentali.
La tesi contribuisce alla questione della regolamentazione degli affitti a breve termine evidenziando le diverse strategie normative adottate dalle città europee per gestire gli effetti dirompenti degli STRs. L’efficacia delle normative varia significativamente a seconda del disegno e dell’applicazione delle politiche, nonché della volontà politica di limitare il settore. La ricerca dimostra che le città che hanno adottato regolamentazioni più restrittive e investito risorse significative nell’applicazione hanno ottenuto risultati più efficaci nel mitigare gli impatti negativi degli STRs. Allo stesso tempo, ciò che potrebbe avere un impatto reale sull’efficacia della regolamentazione è la limitazione dell’offerta esistente. Tuttavia, la ricerca mostra che la regolamentazione non è solo mirata a limitare il mercato, ma introduce anche forme di regulated deregulation. Il sistema di registrazione, in assenza di un sistema di licenze, non è finalizzato a contrastare gli effetti negativi degli STRs, bensì a formalizzare le licenze STR che, una volta rilasciate, sono molto difficili da revocare. In questo contesto, la normativa europea sugli STRs del 2024 concede ai paesi dell’UE due anni per creare un sistema di registrazione nazionale e semplificato, una politica che, non a caso, è stata accolta con favore dalle piattaforme digitali come Airbnb.
Infine, i risultati di questa ricerca confermano che non è la regolamentazione in sé a portare a una riduzione dell’offerta di Airbnb. Una normativa restrittiva e un’applicazione rigorosa sono essenziali per l’efficacia delle restrizioni. Allo stesso tempo, la tesi mostra come la regolamentazione possa essere anche uno strumento per formalizzare e stabilizzare questo mercato, dove la professionalizzazione e la concentrazione spaziale non vengono quasi mai completamente impattate dalle politiche adottate.