Titolo della tesi: La festa perduta. La ricerca di un tempo nuovo
Gli studi filosofici hanno cristallizzato la festa in due archetipi: rivoluzionario momento dionisiaco e apollineo istante creatore di ordine. Questo lavoro intende rintracciare la presenza della festa nel pensiero dei filosofi, tentando di riportare alla luce le domande attorno a cui si sviluppa e le discrepanze che la circondano. Per fare ciò si seguono le correnti di pensiero che si sviluppano e che la considerano scomparsa, segregata in un passato irraggiungibile. Il mito della sua potenza creatrice di comunità viene analizzato alla luce dei tentativi di farne un uso strumentale, giungendo a scoprire l’apertura insita al suo interno. Alla luce di ciò si indagano i legami con rivolta e rivoluzione, carnevale e Rivoluzione francese, volti a mostrare il potenziale politico della festa. Liberata dai suoi usi offre un nuovo spazio in cui la lingua in festa si avvicina ad alcune riflessioni sul linguaggio che si inceppa. Nella cesura del tempo si apre la possibilità di un vivere inoperoso che conduce a una lettura delle Baccanti di Euripide in cui il ruolo delle donne è politicamente determinante per uno sviluppo democratico all’interno della pólis. A mantenere in movimento queste istanze è il pensiero utopico che diviene realtà nei giorni di festa. Nell’epilogo vengono così suggerite le potenzialità di una festa anarchica, che scardina l’ordine del tempo e mina il potere nella sua granitica monoliticità.