Titolo della tesi: PARADIGMI DEL VUOTO OCCUPATO: SIVIGLIA E IL RITO. UN RACCONTO CARTOGRAFICO DELLA CITTÀ EFFIMERA
Questa ricerca approfondisce le dinamiche di occupazione dello spazio pubblico nella città di
Siviglia sotto forma di riti, feste ed eventi che, formalizzati attraverso processioni, costruzioni
effimere e oggetti mobili, dipendono formalmente e funzionalmente dall'involucro architettonico
in cui si svolgono. Oltre alle loro implicazioni antropologiche, si tratta di esercizi di architettura
e urbanistica che permettono, seguendo le regole e le indicazioni di un progetto ciclico e
collettivo, la comparsa di un insieme di tante Siviglia effimere che coesistono e dialogano con
la città permanente. Con la ripetizione rituale, queste occupazioni lasciano tracce permanenti
nel tessuto urbano e nelle formule collettive per comprendere la città come un microcosmo
governato da un "tempo straordinario" in cui il quotidiano è relegato in un continuo stato di festa.
Nonostante la profusione di studi sulla città effimera e
sullo scenario urbano barocco di Siviglia e il suo ciclo di feste e tradizioni, sono pochi
quelli che ne affrontano la forma transitoria dello spazio con il disegno. Attraverso una
traduzione cartografica dei cronisti storici, questa tesi cerca di arricchire le loro testimonianze
interpretando ogni processione, occupazione o transizione come parte di un continuum
temporale e spaziale. Sia i frammenti solidi che compongono la città che gli eventi che la
attraversano e la trasformano rispondono a un progetto collettivo in cui appaiono e scompaiono
architetture e città effimere che, nonostante la loro tradizionale formalizzazione, ispirano
creazioni contemporanee di figure come John Cage, Aldo Rossi e Constant Nieuwenhuys.
L'atemporalità delle loro forme e logiche permette di indagare una sorta di "paradigma
del vuoto occupato" in cui lo spazio pubblico, indipendentemente dalla cultura
prevalente, si trasforma seguendo le stesse strategie architettoniche, corporee e sociali.