Titolo della tesi: LA COSTRUZIONE DELLE NUOVE SCELTE DI ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO E DI REALIZZAZIONE DEL PIANO
Dall’inizio del secolo si è assistito in Europa ad un ritorno alla pianificazione del futuro. Tra i nuovi concetti che guidano le esperienze di pianificazione del XXI secolo, il concetto di “vision” occupa un posto particolare. La “vision” implica l’estensione temporale di un piano attorno ad uno scenario d’insieme da raggiungere e si costruisce attraverso un processo iterativo e partecipativo di tutti gli attori della scena urbana. Tutto ciò sottende ad una nuova “idea” di città che è già emersa da tempo nel panorama europeo ed è legata ad un nuovo sistema di valori, principi, strategie, che legano in un sistema unitario la visione della città e la ricomposizione delle sue parti. Questa nuova idea di città è stata plasmata da tutti i cambiamenti storici legati all’economia, alla società, alle nuove tecnologie e ad un nuovo rapporto con l’ambiente, in particolare gli eventi che vanno dalla Grande Crisi (2008) fino ad oggi. Tali eventi hanno apportato conseguenze determinanti a livello socio-economico che si sono, poi, inevitabilmente riflesse a livello urbanistico. Nonostante ciò, il dibattito teorico sui nuovi codici di pianificazione, che sono emersi negli ultimi dieci anni in Europa e sulle motivazioni delle scelte di organizzazione dello spazio che ne sono alla base, è estremamente ridotto.
Da parte delle esperienze pratiche di pianificazione in Europa, le trasformazioni della città contemporanea sono state non solo recepite ma anche decodificate con nuovi processi di gestione che sperimentano nuove idee e soluzioni spaziali. Gli Stati Europei, infatti, si sono dotati di strumenti urbanistici e decisionali per cercare di controllare queste trasformazioni, strumenti che però non sono altro che l’ultima parte di un nuovo processo logico di costruzione del piano. È una nuova urbanistica, fatta di una sua nuova impalcatura concettuale e operativa, di un suo nuovo corpus di valori, principi, visioni, scenari e modelli di costruzione dello spazio. Quali sono le nuove regole per strutturare le funzioni nello spazio? In che modo si compone la forma urbana? Come deve essere organizzato il rapporto con l’ambiente naturale, agricolo e artificiale? etc. Queste domande sulle forme del nuovo piano e sui suoi contenuti metodologici ed applicativi sono il motivo della presente ricerca.
La ricerca è partita dall’individuazione delle città europee più rappresentative della nuova realtà urbana contemporanea (circa quaranta città) – la selezione non ha incluso: le città dell’Europa Orientale perché hanno una diversa cultura di pianificazione; e le realtà che ancora non hanno una infrastruttura e un peso socio-economico rilevante. Dopo aver collezionato e analizzato i documenti di piano dell’ultimo ventennio di ogni città selezionata, sono stati poi esclusi quei piani che, seppur redatti recentemente, hanno continuato ad usare logiche di pianificazione passate (legate al Postmodernismo). Analizzando questi piani, si sono individuate delle caratteristiche ricorrenti legate al loro percorso logico di costruzione, che in tutti i casi esplicitano: le forme con cui il piano vede il futuro (i contenuti dello scenario); le soluzioni di organizzazione dello spazio (l’organizzazione delle componenti fondamentali dell’area urbano); gli strumenti con cui il piano plasma l’area urbana (uso del suolo, programmi, progetti, norme, procedure). Sulla base di tali tappe, si è potuto dare un primo ordine a questo vasto insieme di piani che ha coinciso con il loro paese d’appartenenza. Si è deciso, infatti, di raggrupparli in “scuole” geografiche di pianificazione (sette scuole geografiche per un totale di 29 piani), poiché sono legati al loro interno da un’identica cultura e da un comune “stile” di pianificazione. Analizzare i caratteri, che accumunano ciascuna scuola, significa capire verso quali obiettivi, modelli e scenari si sta indirizzando la pianificazione europea contemporanea.
Per trovare tali caratteri, sono stati confrontati tutti gli aspetti dei piani appartenenti ad ogni scuola (struttura del piano, percorso logico, individuazione di sfide, soluzioni e strategie spaziali, metodo di rappresentazione dello scenario, esplicitazione di progetti e norme di attuazione), facendo così emergere gli obiettivi e le strategie più ricorrenti appartenenti alle varie scuole.
Il passaggio successivo è stato quello di approfondire il percorso logico dietro le scelte di ogni piano. Per i limiti di tempo che travalicano il periodo della presente ricerca, sommati con l’enorme quantità di materiali trovati, si sono selezionati solo quei piani che hanno mostrato tutto il processo logico di costruzione all’interno di uno o pochi documenti di piano (tredici piani in tutto). Di questi tredici piani sono state studiate e approfondite tutte le tappe che, dai problemi e dagli obiettivi della realtà urbana, hanno portato alla realizzazione di uno scenario futuro della città e ai conseguenti percorsi di realizzazione. Grazie ad un tale approfondimento, è stato possibile trovare delle tappe standard comuni a tutti i piani, tappe che hanno costituito gli elementi con cui confrontare i vari percorsi di piano. La struttura del quadro di confronto avrà quindi, da un lato, i tredici piani approfonditi (Parigi- SDRIF 2013, Bordeaux- SCOT 2016, Lille- SCOT 2017, Lione - SCOT 2010, Bruxelles - PRDD 2018, Amsterdam - Structuurvisie 2040 2011, Rotterdam 2030- Stadsvisie 2007, Berlino 2030 - STEK 2019; Vienna 2025 - STEP 2014, Stoccolma 2050 – Rufus 2018, Londra - il London Plan 2016, Barcellona – PDU 2019, Milano 2030 - PGT 2019) dall’altro lato si riportano le tappe standard principali, estrapolate dalla sequenza logica dei relativi documenti di piano (problemi da affrontare trasformati in sfide; obiettivi e ambizioni del piano; i principi spaziali dichiarati; “modelli” di organizzazione dello spazio; visioni dell’assetto futuro, gli scenari di piano; azioni e le politiche di realizzazione). Il quadro di confronto che ne è uscito ha permesso di leggere sinteticamente sia i percorsi logici di ognuno dei tredici piani (lettura verticale) che di confrontare le scelte prese da ogni piano, tappa per tappa (lettura orizzontale). E’ stata elaborata una prima lettura del quadro di confronto che però necessita di un’ulteriore revisione e sistematizzazione. Dal punto di vista del metodo, i principi e i modelli sono stati divisi in quattro componenti: 1) riorganizzazione del tessuto urbano (le funzioni e gli spazi edificati); 2) riorganizzazione della struttura urbana (il modello urbano - le centralità); 3) riorganizzazione dei collegamenti (le connessioni urbane); 4) riorganizzazione del verde urbano, naturale e agricolo (gli spazi aperti). Ogni componente non è indipendente ma complementare alle altre, per cui una stessa problematica urbana o uno stesso obiettivo possono essere risolti da uno o tutte le componenti insieme. L’obiettivo dell’accessibilità nei quartieri (comune a tutti piani analizzati) può essere raggiunto organizzando meglio i collegamenti (componente 3), in un’ottica urbana policentrica (componente 2), rifunzionalizzando i tessuti urbani e gli spazi aperti per renderli più attraenti ed incentivare così l’esigenza di doverci arrivare (componente 1 e 4). Questo sistema di principi spaziali si plasma e crea diverse correnti di soluzioni tra cui si evidenziano: il principio della rete multifunzionale, il principio di polarità complementari, il principio della densificazione edilizia e funzionale guidata (che indirizza le scelte funzionali dall’alto), il principio della densificazione edilizia e funzionale libera (che segue l’identità dei luoghi), il principio di interconnessione gerarchico, il principio di interconnessione reticolare, il principio di rinaturalizzazione del territorio naturale, il principio di rifunzionalizzazione del territorio naturale.
Il principio della rete multifunzionale è, di sicuro, quello più condiviso dai piani analizzati in questa ricerca (circa l’80%). Infatti, in una società di multiappartenenza e reti, in cui le comunità vanno dissolvendosi nel territorio incrementando sempre di più le diseguaglianze sociali, questo principio è importante per riorientare tutti verso un sistema comune.