Titolo della tesi: Green Finance for the Bioeconomy: Bridging the Gap between ESG Rating Divergences, Behavioural Biases and Communication
La presente tesi di dottorato si prefigge di esaminare tre fattori chiave che influenzano le decisioni di investimento sostenibile: la divergenza tra rating ESG (Environmental, Social and Governance), l'impatto dei bias cognitivi sulle scelte di investimento e il ruolo della comunicazione strategica nel rendere più chiare e accessibili le informazioni sulla sostenibilità. Il lavoro è organizzato in cinque capitoli, che integrano diversi metodi e prospettive, dalla revisione sistematica della letteratura all'approccio sperimentale, fino all'analisi delle strategie digitali di comunicazione. Nel primo capitolo è fornito il contesto della ricerca, evidenziando la crescente importanza degli investimenti sostenibili e della green finance in un contesto globale caratterizzato da sfide climatiche, sociali ed economiche sempre più pressanti. Sono stati inoltre illustrati i principali obiettivi della ricerca: indagare le cause della divergenza nelle valutazioni ESG; analizzare il ruolo dei bias cognitivi nel favorire o ostacolare l'adozione di investimenti sostenibili; e approfondire come le strategie di comunicazione possano rendere più chiare e accessibili le informazioni relative alla sostenibilità.
Nel secondo capitolo è stato approfondito il tema della divergenza tra i rating ESG, ovvero la discordanza tra le valutazioni fornite dalle diverse agenzie di rating. Attraverso una revisione sistematica della letteratura e un’analisi bibliometrica, sono state individuate le principali tendenze di ricerca, evidenziando come differenze nelle metodologie, nei criteri di ponderazione e nelle fonti di dati possano produrre punteggi estremamente eterogenei per la stessa azienda. Questa discordanza, a sua volta, contribuisce a generare confusione e sfiducia tra gli investitori. Il capitolo propone, inoltre, possibili soluzioni per standardizzare le metriche ESG e sottolinea l’importanza di una maggiore trasparenza nelle metodologie adottate dalle agenzie di rating.
Nel terzo capitolo viene approfondito il ruolo dei bias cognitivi nelle decisioni di investimento sostenibile, con un focus particolare sull'evitamento delle informazioni e sull'esposizione selettiva. A tale scopo, è stato condotto un esperimento a scelta dichiarata (SCE) che ha coinvolto 136 partecipanti, suddivisi in cinque gruppi sperimentali, ciascuno sottoposto a condizioni specifiche in termini di disponibilità, costo e affidabilità delle informazioni sulla sostenibilità. I partecipanti dovevano scegliere tra due alternative di investimento sostenibile in scenari in cui le informazioni necessarie per valutare la reale sostenibilità non erano sempre immediatamente disponibili. In alcuni casi, l'accesso a queste informazioni comportava una riduzione del rendimento atteso, mentre in altri la qualità delle informazioni era incerta. Queste condizioni sperimentali hanno permesso di osservare come, in presenza di costi informativi elevati o elevata incertezza, gli individui tendano a privilegiare decisioni orientate alla massimizzazione del rendimento (comportamenti definiti "egoistici") e mostrino una minore propensione a cercare e integrare le informazioni sulla sostenibilità. Il capitolo evidenzia, quindi, l’importanza di ridurre le barriere informative e i costi associati alla raccolta dei dati ESG, suggerendo che migliorare la chiarezza e l’accessibilità di tali informazioni potrebbe favorire decisioni di investimento più consapevoli e allineate ai principi della sostenibilità.
Nel quarto capitolo è stata condotta un'analisi sulle strategie di comunicazione adottate dalle imprese per valorizzare il proprio impegno sostenibile. A tal fine, è stato esaminato il caso di sette aziende produttrici di bioplastiche, valutando l'uso di LinkedIn per promuovere la sostenibilità e costruire una reputazione credibile. L'indagine si è basata su una raccolta manuale di post pubblicati in un periodo di dieci mesi, con successiva classificazione in categorie tematiche e misurazione del livello di engagement (like, commenti e condivisioni). Dall’analisi è emerso che determinate tipologie di contenuto risultano più efficaci nel coinvolgere gli stakeholder e consolidare la reputazione "green" delle imprese. Contemporaneamente, è stata evidenziata la necessità di fondare la narrazione aziendale su dati verificabili e coerenti, al fine di prevenire accuse di greenwashing e promuovere la fiducia di investitori e altri stakeholder.
Nell’ultimo capitolo vengono infine sintetizzate le implicazioni teoriche e pratiche: la divergenza tra rating ESG necessita di un solido coordinamento regolamentare, mentre la comprensione dei bias cognitivi risulta essenziale per disegnare interventi che favoriscano scelte sostenibili. La comunicazione strategica, infine, gioca un ruolo cruciale nel veicolare informazioni chiare e trasparenti, alimentando la fiducia e supportando un approccio d’investimento più responsabile. Complessivamente, la tesi mira a fornire indicazioni utili a investitori, aziende e policymaker, rafforzando l’efficacia e la credibilità degli investimenti sostenibili.