Ricerca: Orientarsi nella luce: la presenza gitana nelle pratiche religiose afrobrasiliane
Dottoranda in Peace Studies per il Curriculum 2 "Identità, Memorie, Religioni e Pace". Mi sono laureata con lode in Discipline Etno-Antropologiche (LM-1) presso La Sapienza Università di Roma, con una tesi di antropologia politica e religiosa dal titolo "Ecologie sociali di axé: le pratiche religiose afrobrasiliane a Rio de Janeiro", supervisionata dalla professoressa Emily Pierini. Laureata triennale in Teorie e pratiche dell'antropologia (L-42) presso La Sapienza Università di Roma. Il progetto di ricerca dottorale che propongo si pone l’obiettivo di connettere risposte locali a fenomeni transnazionali e globali, attraverso l’analisi della presenza gitana negli spazi religiosi afrobrasiliani – una questione che può essere studiata tanto in Brasile quanto in Sud Europa (Italia, Spagna, Portogallo). Si tratta di un tema utile e interessante per scoprire modalità di convivenza creative nate proprio in spazi di azione religiosa e politica di due gruppi storicamente stigmatizzati. Nella vita come nella ricerca, le mie esperienze di lavoro informale e volontariato sono state costellate di collaborazioni in progetti di mediazione ed educazione interculturale. Durante il corso di laurea magistrale ho continuato ad approfondire queste tematiche e, grazie all’ottenimento di una borsa di studio, ho potuto svolgere sei mesi di campo di ricerca a Rio de Janeiro (settembre 2023 – marzo 2024), contando sul supporto accademico dell’Universidade Federal de Santa Catarina, sotto la supervisione della Prof.ssa Vânia Zikan Cardoso e del supporto accademico dell'Universidade do Estado do Rio de Janeiro, attraverso il supporto delle Professoresse Joana Bahia e Giovanna Capponi. Il progetto di ricerca che propongo, incentrato sull’analisi della presenza gitana all’interno degli spazi afrobrasiliani, vorrebbe contribuire al dibattito antropologico contemporaneo con una prospettiva di antropologia religiosa che prenda in considerazione tanto gli aspetti positivi e materiali del dialogo interreligioso, quanto i suoi conflitti – interni ed esterni, per proporre esempi di peacebuilding e forme di cittadinanza attiva innovativi. Nel corso del campo in Brasile, infatti, ho avuto la possibilità di conoscere e collaborare con numerosi Istituti socioculturali nati in seno ai luoghi di culto afrobrasiliani (terreiros) e riuniti all’interno della rete MAR (Matrici Africane Riunite) della Zona Ovest di Rio de Janeiro. La partecipazione alle azioni di lavoro sociale proposte da questi spazi, dove sono venuta a conoscenza della collaborazione con le comunità gitane sul territorio, ha dimostrato che i progetti proposti (distribuzioni di beni di prima necessità, cucine comunitarie, alfabetizzazione razziale, artigianato, passeggiate, corsi, ecc. ma anche feste e performance) sono tutti volti alla costruzione di rapporti pacifici e di sostegno reciproco, in modo cosciente e nonviolento, per la costruzione di spazi sicuri e di convivenza pacifica in un contesto generale di disuguaglianza sociale e violenza quotidiana. Le alleanze del campo di ricerca proposto, inoltre, sono interessanti perché i protagonisti di questi processi storici sono due gruppi che vivono quotidianamente forme di cancel culture e che si beneficiano gli uni degli altri negli spazi religiosi afrodiasporici per (ri)affermare collettivamente la loro esistenza, tanto sul piano di comunicazione umana quanto sul piano mediunico e delle possessioni.