Titolo della tesi: La produzione di frasi relative in bilingui italiano/coriglianese: il ruolo dell’input.
Diverse ricerche condotte in ambito sociolinguistico e psicolinguistico hanno osservato come le capacità ricettive e produttive dei bilingui siano condizionate dai diversi livelli e modalità di esposizione all’input garantiti nelle lingue conosciute, sui quali influiscono fattori interni ed esterni alla competenza linguistica come età anagrafica, età di prima esposizione e frequenza d’uso di L1 e L2 (Luk & Bialystock, 2013; Unsworth, 2016); a questi si aggiungono, nell’acquisizione di dialetti e varietà non standard come L1 o L2, variabili più specificatamente sociolinguistiche, come il rapporto dominanza/subordinazione tra varietà standard e non-standard, la prossimità strutturale tra (dia-)sistemi in sovrapposizione nel medesimo repertorio e la percezione linguistica che i parlanti hanno di questa complessa relazione (Berruto, 2011a; Leivada et al., 2017). Il presente lavoro ha indagato le abilità sintattiche di nuovi parlanti dialettofoni calabresi in età scolare (7-18 anni) attraverso un’analisi dei livelli generali di proficiency raggiunti in italiano L1 e coriglianese L2 (dialetto calabrese settentrionale). Un test di produzione narrativa (LITMUS-MAIN, Gagarina et al., 2012; 2019), un test di ripetizione di frasi (Del Puppo et al., 2016), una prova di giudizio di grammaticalità e una prova di traduzione sono state adattate e/o elaborate ex novo per la valutazione delle competenze di tre gruppi di informatori (Gruppo 1, Gruppo 2 e Gruppo 3) in merito alla produzione di frasi relative soggetto, sull’oggetto diretto e oblique (RS, RO, RObl); un questionario sociolinguistico (BALED Project Questionnaire, Mattheoudakis et al., 2016) è stato invece impiegato ai fini di un’analisi del ruolo di età anagrafica e uso corrente delle lingue conosciute come fattori di sviluppo per la competenza bidialettale. I dati ottenuti dal confronto tra le abilità sintattiche implicite ed esplicite dei partecipanti hanno dato modo di osservare un’asimmetria tra le competenze di comprensione e produzione in dialetto L2, da imputare all’influenza delle variabili esplicative oggetto di indagine; di contro, l’osservazione delle strategie di relativizzazione messe in atto dagli informatori in italiano L1 ha registrato una difficoltà diffusa in merito all’uso delle RObl derivate per mezzo della strategia del pronome flesso (relative pronoun strategy, Comrie & Kuteva, 2013), da ricondurre alle proprietà intrinseche alla derivazione sintattica di queste strutture complesse (Friedmann et al., 2009; Kayne, 1994) e alla loro scarsa frequenza nel repertorio linguistico dei parlanti italofoni (Cerruti, 2016a, 2016b; Guasti & Cardinaletti, 2003). Lo studio ha avuto come principale merito quello di fornire ulteriori prove a supporto della residualità dell’esposizione bidialettale sullo sviluppo di competenze linguistiche complesse in italiano standard, oltre che di favorire l’impiego di un approccio misto per lo studio dell’acquisizione e dell’uso dei dialetti italo-romanzi come L1 e L2.