Titolo della tesi: L'ausiliarietà della Corte dei conti tra Costituzione e Unione europea
Nel presente lavoro di ricerca si intende riflettere sulla nuova funzione ausiliaria della Corte dei conti nella dimensione costituzionale ed europea.
Si vuole dimostrare come l’ausiliarietà, nel sistema multilivello tracciato dalla nuova costituzione finanziaria, abbia subito una radicale trasformazione, che vede la Corte dei conti quale organo ausiliario non più solo al servizio del Governo e del Parlamento ma anche dell’Unione europea e della comunità amministrata.
La funzione ausiliaria è sempre stata vista nella sua accezione collaborativa e di dialogo. Tale modello viene, tuttavia, messo in discussione a partire dal 2012, quando la grave crisi finanziaria che ha colpito i Paesi dell’area Euro ha determinato il rafforzamento della governance europea. L’introduzione del principio del pareggio di bilancio in Costituzione e l’esigenza di assicurare il rigoroso rispetto delle regole finanziarie europee hanno determinato una profonda trasformazione del concetto di ausiliarietà.
La funzione collaborativa lascia, difatti, sempre più spazio a controlli impeditivi e sanzionatori. Il nuovo modello appare in realtà un ritorno alle origini in quanto teso a recuperare e valorizzare il controllo cavouriano, privo di qualsivoglia accezione collaborativa.
Gli interventi del legislatore e la giurisprudenza costituzionale valorizzano sempre più la tesi della natura paragiurisdizionale del controllo.
Il primo capitolo è dedicato alla nascita e all’evoluzione della Corte dei conti italiana, istituita nel 1862 sotto il Regno d’Italia. L’analisi è poi incentrata sui lavori dell’Assemblea costituente, che ha inserito la Corte dei conti in Costituzione. Dopo avere esaminato il concetto di ausiliarietà, lo studio si sofferma sulla funzione di controllo della Corte dei conti tra forma di Stato e forma di governo.
Nel secondo capitolo sono esaminate le nuove tipologie di controllo introdotte dal legislatore. Si conferma la compressione dei controlli collaborativi, che lasciano spazio a controlli cogenti, in grado di incidere sull’azione amministrativa. Come osservato dalla Corte costituzionale, le penetranti funzioni di controllo valorizzano il ruolo della Corte dei conti a tutela dello Stato-comunità. Per tale ragione, la Corte costituzionale riconosce alla Corte dei conti, nell’esercizio della funzione di controllo, la possibilità di sollevare questione di legittimità costituzionale.
Nel terzo capitolo è stato affrontato il ruolo della Corte dei conti a tutela della nuova costituzione finanziaria, eterointegrata dal diritto dell’Unione. All’apertura dell’ordinamento interno al diritto europeo corrisponde parallelamente la dilatazione delle funzioni intestate alla Magistratura contabile, che vanno oltre il bilancio dello Stato e che si estendono alla finanza pubblica allargata. La ricerca si sofferma, infine, sulla recente pronuncia della Corte di Giustizia Ue, che costituisce un arresto al percorso nazionale teso a riconoscere alla Corte dei conti in sede di controllo la natura di giudice a quo ai fini dell’incidente di costituzionalità.