Titolo della tesi: L'intercomprensione come strumento al servizio della didattica delle lingue romanze nella scuola secondaria di primo grado
L’obiettivo di questa tesi di dottorato è quello di esplorare e analizzare l’inserimento di un percorso di intercomprensione nelle classi di lingua romanza della scuola secondaria di primo grado: in particolare, nel corso di italiano in una scuola francese e nella classe di francese in una scuola italiana. L’ipotesi alla base della ricerca è che questo inserimento, all’inizio dello studio della LS, possa avere ricadute positive sull’apprendimento della LS in termini di: a) competenza linguistica; b) competenza strategica; c) motivazione all’apprendimento. Per analizzare gli elementi citati, sono state effettuate due sperimentazioni caratterizzate, in parte, da aspetti della ricerca-azione come la ripetizione e la ripetibilità, l’autenticità del contesto ecc., e in parte da elementi della ricerca empirico sperimentale, in particolare la presenza di gruppi di controllo per monitorare e comparare i risultati ottenuti dai test.
Nei primi due capitoli è stato definito il quadro teorico di questa ricerca. Nello specifico, nel primo capitolo si è tracciato un percorso tra le diverse visioni del plurilinguismo, specialmente in Europa, mostrando come oggi le politiche linguistiche delle istituzioni nazionali e sovranazionali cercano di incentivare il plurilinguismo in un’ottica di apertura verso l’alterità e di ecologia linguistica. Il principale strumento per raggiungere tale scopo è l’educazione linguistica che include metodologie e approcci didattici differenti. Tra questi esiste la didattica del plurilinguismo che propone approcci come gli approcci plurali, il tranlanguaging, ecc. Questo lavoro si inserisce in tale filone di studi e si focalizza sull’approccio plurale dell’intercomprensione, a cui è dedicata la seconda parte del capitolo.
Dopo aver descritto i principi dell’intercomprensione e i possibili scenari di inserimento curricolare nel primo capitolo, il secondo capitolo è incentrato sull’intercomprensione nella classe di lingua: quali benefici può avere, quali sono i limiti e le difficoltà che la caratterizzano e alcuni esempi di tale pratica. Infine, nell’ultima parte del capitolo 2 si descrivono l’ipotesi e la metodologia di ricerca e si declinano le domande di ricerca.
Il capitolo 3 è quello dedicato alla descrizione della metodologia della sperimentazione. In primo luogo, sono stati descritti dettagliatamente il contesto e il campione di riferimento di entrambe le sperimentazioni, per poi illustrare il protocollo, gli strumenti di raccolta dati e i criteri di analisi dei dati raccolti.
Il capitolo 4 consiste nella descrizione delle sessioni di IC svolte nelle due sperimentazioni, evidenziando gli obiettivi didattici di ciascuna sessione, le differenze fra le attività proposte, le difficoltà riscontrate durante la progettazione e lo svolgimento delle attività.
Infine, il capitolo 5 raccoglie l’analisi (quantitativa e qualitativa) e la discussione relativa alle due sperimentazioni, le risposte alle domande di ricerca e le riflessioni finali. La ricerca ha avuto risultati mediamente positivi dimostrando che l’intercomprensione può avere ricadute positive sull’apprendimento/insegnamento di una lingua straniera affine e che la sua integrazione nei corsi di lingua della scuola secondaria di primo grado è possibile. Queste sperimentazioni hanno però messo in luce diversi aspetti critici in ciascuno dei due contesti, come la formazione dei docenti: tali aspetti sono oggetto delle riflessioni conclusive di questo lavoro.