Titolo della tesi: L’Istituto storico e di cultura dell’Arma del Genio a Roma, centro di studi per l’architettura militare
Nel quadro della storia architettonica di Roma contemporanea tra 1922 e 1943, l’Istituto storico e di cultura dell’Arma del Genio (ISCAG), a valle di Monte Mario, sui luoghi di una parte delle strutture difensive del campo trincerato della fine del XIX secolo, fece senz’altro da cerniera di raccordo tra il Foro Mussolini (1928-1933) di Enrico Del Debbio, anch’esso di natura paramilitare, e il resto della città costruita di allora, in particolare con il quartiere della Vittoria del 1935.
La storiografia architettonica contemporanea ha del tutto trascurato di ricomprendere il progetto per la sistemazione definitiva dell’ISCAG al Lungotevere della Vittoria (1937-1939) nel processo di trasformazione della Capitale del Regno d’Italia in “città mussoliniana”, del quale di fatto si conosce soltanto tutta la parte per così dire civile.
Prima dell’istituzione dell’ISCAG, esistevano il Museo storico dell’Arma del Genio (1906) e l’Istituto di architettura militare italiana (1928), entrambi a Castel Sant’Angelo fino al 1933, quando le previsioni del piano regolatore del 1931 per la trasformazione di Roma comportarono il trasferimento della proprietà delle aree del Castello dal demanio militare al Governatorato.
Il tema generale della conoscenza dell’organismo architettonico e strutturale della nuova sede dell’ISCAG al Lungotevere della Vittoria tocca diversi aspetti: la scelta del sito, il carattere e la forma della nuova architettura, la tecnica e i materiali costruttivi, la statica delle sue strutture e l’attribuzione certa della paternità dell’idea progettuale, che tra l’altro sottese l’applicazione di certi principi alla base della nuova cultura museale e espositiva che fu discussa in Italia soprattutto dopo la Prima guerra mondiale.
L’argomento è introdotto da una breve sintesi dei piani, militari e civili, per la trasformazione di Roma tra le due guerre mondiali e prosegue con una narrazione mirata sul ruolo del Genio militare nel coordinamento tra mondo militare e mondo civile, in particolare dei rapporti dell’ISCAG con il CNR, per il progresso tecnico e scientifico della Nazione nel periodo di riferimento. Il racconto della lunga storia dell’ISCAG si divide poi in due fasi. La prima, dalla sua istituzione ai primi del Novecento fino al 1934 a Castel Sant’Angelo e, la seconda, dal 1935 in poi, nell’attuazione del programma per una sua nuova sede istituzionale nel quartiere della Vittoria sempre a Roma.
A complemento di una vicenda istituzionale tra 1934 e 1939, lo studio riporta una serie di documenti inediti, a partire dal carteggio tra Gustavo Giovannoni e Enrico Clausetti, direttore dell’ISCAG, la catalogazione dei disegni originali riferiti alle diverse ipotesi di progetto sviluppate tra il 1934 e il 1937 per una nuova sede, di cui nulla è agli atti negli archivi storici civili, e una restituzione grafica dello stato attuale della costruzione degli anni Trenta.
Il proposito ultimo della ricerca è stato quello di tentare il passaggio dal connotare l’ISCAG solamente come oggetto d’architettura a una sua interpretazione più ampia, come punto di raccolta del pensiero che sottese sia tanta dell’architettura civile sia soprattutto tutta la nuova architettura militare realizzata nel Regno d’Italia tra 1922 e 1943.