CRISTINA BRIAMONTE

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXIV



Titolo della tesi: Ruolo del Quiet Eye duration nello sport e suo allenamento con devices optometrici per visione stroboscopica.

Il lavoro di tesi proposto ha come obiettivo la caratterizzazione del gesto atletico per la disciplina sportiva della Fossa Olimpica, tramite lo studio di un modello biomeccanico per la valutazione degli aspetti cinematici ed oculomotori. La ricerca è parte di un progetto più ampio, in collaborazione con l’Università del Foro Italico, il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università di Brescia ed il Dipartimento Research and Innovation (BRaIN Center) della Fabbrica d’Armi Pietro Beretta. Nel complesso sono stati coperti gli aspetti di ricerca bibliografica, di progettazione di un setup sperimentale articolato e di raccolta ed elaborazione dati, con il fine ultimo di aumentare le conoscenze scientifiche sulla disciplina e fornire supporto al miglioramento della performance atletica. La Quiet Eye duration (QE) è uno dei parametri rilevati dall’analisi bibliografica come determinante la performance atletica ed il risultato sportivo, poiché identificato come indicatore della capacità di concentrazione e di programmazione motoria dell’atleta. Nell’ambito della nostra ricerca, gli aspetti oculomotori sono stati misurati attraverso l’impiego di un oculometro customizzato, costituito da due videocamere per il tracciamento delle pupille (eye tracking) ed una videocamera per monitorare il campo visivo dell’atleta. Dall’analisi delle registrazioni abbiamo ottenuto i tempi di QE e di inseguimento rapido del piattello. I tempi di sparo e l’esito sportivo sono acquisiti dall’integrazione dei sistemi ELFIPA e Data Shooting App. I movimenti dell’arma e dell’atleta sono stati registrati con sistema di markers e telecamere ad infrarossi opportunamente studiato dal nostro gruppo di ricerca. Abbiamo analizzato i parametri cinematici e oculomotori ottenuti per identificare una correlazione con il gesto atletico e con la performance di tiro. La valutazione della sincronizzazione tra movimento oculare e movimento dell’arma ha evidenziato come il movimento oculare sia pressochè contestuale a quello della canna, suggerendo che il rilascio del piattello sia il trigger per uno schema neuromotorio complesso, acquisito dall’atleta professionista come unicuum. Quanto dimostrato è di particolare interesse, perché suggerisce che allenare il movimento oculare significhi allenare l’intero schema motorio di cui fa parte, e dunque abbia un impatto diretto sul gesto sportivo e sul risultato in campo. Abbiamo successivamente studiato un protocollo di training stroboscopico al fine di valutarne l’impatto sulla QE e secondariamente sul risultato sportivo. A tal fine abbiamo utilizzato occhiali stroboscopici Senaptec® a frequenza di occlusione customizzata sul gruppo di studio. Lo scopo è valutare la capacità dell’atleta di ottimizzare le informazioni ambientali e migliorare la performance sportiva in condizione di deprivazione visiva. I valori di QE estratti dall’analisi delle prove sono stati opportunamente normalizzati rispetto al valore di QE medio di ogni atleta, durante la fase di valutazione preliminare (Fase Pre training). Dall’analisi puntuale della differenza delle medie (t-test) abbiamo rilevato come nel gruppo di controllo non vi siano significative variazioni, mentre per il gruppo casi, nonostante i risultati non forniscano gli elementi necessari per definire una significatività statistica, è visibile un trend positivo che confermerebbe le aspettative ed i dati presenti in letteratura. I nostri risultati suggeriscono un trend di correlazione positiva a 7 giorni dal termine dell’allenamento stroboscopico, con un aumento del QE ed un aumento dello score in campo.

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