Titolo della tesi: FESTA POPOLARE, FESTA MODERNA Le feste de l'Unità nel senese tra gli anni Cinquanta e Ottanta
Le feste de l'Unità hanno rappresentato la forma festiva per eccellenza del secondo dopoguerra, incarnando lo spirito militante del Partito comunista italiano e profilandosi come autorappresentazione del suo sistema di valori (Dondi 2004). Le feste de l'Unità hanno dunque rappresentato un interessante fenomeno culturale caratterizzato da partecipazione popolare e di massa, nascendo e sviluppandosi come momento festivo particolare all'interno di una campagna di mobilitazione più ampia e articolata promossa dal PCI denominata “Mese della stampa comunista” i cui obiettivi strategici principali erano la diffusione della stampa di partito, in particolar modo del suo giornale principale «l'Unità», e la raccolta di fondi e sottoscrizioni per poter finanziare l'attività dell'organizzazione e della sua produzione propagandistica. Assumendo come orizzonte storico sociale le riflessioni di Mario Caciagli sullo sviluppo, la crescita e la crisi delle subculture politiche territoriali (Caciagli 2011; Caciagli 2017), questo lavoro di ricerca indaga il sistema delle feste de l'Unità nella provincia “più rossa” di Italia (Nuti 2003) ossia il senese, analizzandole e leggendole in controluce rispetto al più ampio dibattito teorico sul folklore e sulla cultura popolare. In particolar modo si è posto l'accento sul rapporto da un lato con lo sviluppo delle scienze del folklore e l'emergere del concetto di autentico (Bendix 1997), inteso come epifania negativa (Trilling 2018), dall'altro lato si è ricomposto quello italiano inaugurato e rinnovato da Ernesto de Martino nel secondo dopoguerra (De Martino 1949) e proseguito con lo sviluppo della demologia, un campo di studi eterogeneo che provava a liberare la categoria di popolare da concezioni romantiche e arcaicizzanti e a reintegrarlo nella dinamica storica e nella dialettica tra le classi. Nonostante alcune intuizioni dello stesso de Martino rispetto alle possibili articolazioni del concetto di «folklore progressivo» (De Martino 1950), la demologia non è riuscita a incontrare le feste de l'Unità, per la loro natura ibrida (Canclini 1999) di espressione di cultura di classe, contadina e operaia, ma non “dal basso”, né spontane o “autentiche”, ma al contrario profondamente inserite all'interno delle dinamiche di modernizzazione che stavano attraversando l'Italia.