Titolo della tesi: La partecipazione degli stranieri al mercato del lavoro italiano: le abilità, la specializzazione nelle attività ed i salari
L’immigrazione ha rappresentato una delle trasformazioni sociali più significative in Italia negli ultimi decenni, contribuendo a una crescente diversificazione demografica e culturale. In questo contesto, il mercato del lavoro costituisce un ambito privilegiato per analizzare i processi di integrazione e le disuguaglianze che caratterizzano la partecipazione economica degli stranieri. La presente tesi esamina le dinamiche occupazionali della popolazione immigrata in Italia, con particolare attenzione alle differenze tra lavoratori nativi e stranieri in termini di abilità, competenze, attività professionali e determinanti salariali.
L’analisi, basata sulla banca dati realizzata unendo le informazioni presenti nell’Indagine sulle Forze di Lavoro (ISTAT) e nell’Indagine Campionaria sulle Professioni (ISTAT e INAPP), si articola in tre capitoli. L’innovazione di questo dataset sta nell’approccio multidimensionale, che integra caratteristiche socio-demografiche dei lavoratori con le specificità delle professioni (attività comunicative, manuali e quantitative), superando i limiti delle singole fonti e offrendo una visione più completa del mercato del lavoro italiano.
Il primo capitolo esplora l’evoluzione della popolazione straniera in Italia e il suo impatto sul mercato del lavoro, evidenziando le tendenze demografiche e occupazionali attraverso strumenti demografici quali le superfici di Lexis e i modelli Età-Periodo-Coorte. I risultati mostrano che gli stranieri tendono a occupare segmenti più vulnerabili del mercato del lavoro, caratterizzati da instabilità e maggiore esposizione alle crisi economiche. L’innovazione di questo studio risiede nell’applicazione delle superfici di Lexis e dei modelli Età-Periodo-Coorte, strumenti tradizionalmente usati in demografia, all’analisi del mercato del lavoro italiano. Questo approccio offre una prospettiva inedita, ampliando l’uso di questi metodi nello studio dei fenomeni economici e sociali.
Il secondo capitolo analizza il contenuto delle professioni attraverso due metodi (Peri, Sparber, 2009; Autor, Levy, Murnane, 2003) per la costruzione di indicatori compositi. Le evidenze confermano la specializzazione dei lavoratori stranieri in mansioni prevalentemente manuali, mentre gli italiani, indipendentemente dal livello di istruzione, tendono a occupare posizioni con maggiore contenuto comunicativo e quantitativo. Questo suggerisce un modello di complementarità, evidenziando l’esistenza di una diversificazione delle attività lavorative, piuttosto che una diretta competizione tra italiani e stranieri. Le analisi confermano e approfondiscono l’ipotesi, già avanzata dagli anni Ottanta, sul ruolo della manodopera straniera nel mercato del lavoro italiano. Grazie a dati dettagliati sulle mansioni svolte, i risultati rafforzano l’evidenza empirica sulla persistenza di questa dinamica, offrendo un contributo significativo alla comprensione delle condizioni occupazionali degli stranieri in Italia.
Il terzo capitolo approfondisce le determinanti del divario salariale tra italiani e stranieri, applicando modelli statistici-econometrici tra cui la regressione lineare multipla, la regressione quantilica e la scomposizione di Blinder-Oaxaca. L’innovazione di questa analisi risiede nell’applicazione della scomposizione con indicatori originali (realizzati nel capitolo precedente) che classificano le mansioni in base al loro contenuto comunicativo, manuale o quantitativo. Questo approccio ha permesso di affinare l’analisi del divario salariale, evidenziando come le professioni comunicative, meglio retribuite, siano prevalentemente occupate dagli italiani, mentre la concentrazione degli stranieri nelle micro imprese contribuisce al gap salariale. Inoltre, la componente non spiegata della differenza retributiva suggerisce l’impatto di barriere linguistiche e della minore valorizzazione delle competenze degli stranieri, con un risultato inaspettato: il diploma di licenza media sembra offrire loro un vantaggio economico rispetto agli italiani.
Nel complesso, la ricerca evidenzia come la segmentazione del mercato del lavoro italiano penalizzi i lavoratori stranieri, limitando le loro opportunità di mobilità professionale e retributiva. L’integrazione economica degli immigrati rappresenta una sfida cruciale per la coesione sociale e la crescita del paese, richiedendo politiche mirate per il riconoscimento delle competenze, la riduzione delle barriere linguistiche e culturali e la promozione di un accesso equo al mercato del lavoro.