AZZURRA BAGGIERI

Dottoressa di ricerca

ciclo: XXXVII


supervisore: Prof. Roberto Miccù; Prof.ssa Giovanna Razzano

Titolo della tesi: IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO TRA NECESSITÀ DI TUTELA E NUOVE FORME DI VALORIZZAZIONE ECONOMICA. PROFILI PROBLEMATICI E OPPORTUNITA’

L'art. 9 della Costituzione stabilisce il principio della promozione della cultura e della tutela del patrimonio storico e artistico della nazione. Come è stato affermato da autorevole dottrina si tratta non già di un generale diritto alla cultura, bensì piuttosto di un principio oggettivo che impegna lo Stato a perseguire la doppia finalità della promozione della cultura e della tutela del patrimonio storico e artistico della nazione. Preme sottolineare la necessità, avvertita dai Padri costituenti di trattare la formulazione di siffatta disposizione all'interno della Sottocommissione deputata a delineare i principi generali della neonata Repubblica. Tale collocazione trova, infatti, giustificazione considerando il nostro ordinamento come uno Stato di cultura, intendendosi per tale quello che tuteli «la propria democraticità anche tramite la garanzia degli istituti direttamente formativi della cultura» stessa. Tale ricostruzione si inserisce nel solco tracciato da una dottrina della giuspubblicistica tedesca che muove dalla considerazione che lo Stato democratico possa ritenersi compiuto ed effettivo, solo qualora si garantisca la libera e completa formazione della personalità del cittadino da un punto di vista culturale. La concezione, quindi, della cultura come cemento della società di certo fu accolta durante i lavori della Commissione. Appare, inoltre, significativo l'utilizzo della parola Nazione all'interno del contesto appena analizzato. Il concetto di Nazione indica l'esistenza, in una comunità, di elementi naturalistici (come il suolo, la lingua, le caratteristiche geografiche) e volontaristici (come la religione, l'unità politica e la cultura) che concorrono a fondare o rafforzare il sen􀆟mento nazionale. Quale conseguenza dell'importanza identitaria del patrimonio culturale, l'art. 117, 2° co. Della Costituzione affida alla potestà legislativa esclusiva dello Stato la materia della tutela del patrimonio culturale. Tuttavia, patrimonio culturale è da intendersi non solo quale ricchezza sotto il profilo immateriale e/o spirituale del progresso e dell’identità di un popolo, ma anche sotto il profilo materiale di bene ovvero di oggetto dotato di un suo valore economico intrinseco e dunque potenzialmente in grado di generare profitto. Tale doppia accezione ha generato due differenti concezioni del patrimonio culturale: l’una che reputa il patrimonio culturale quale petrolio d’Italia, l’altra che non accoglie favorevolmente l’ingresso, nell’ambito della gestione del patrimonio culturale, di logiche di tipo economico o di dinamiche di tipo commerciale. La prospettiva del presente contributo è tesa a conciliare tali contrapposte vedute. Una diversa e più attuale lettura dell’art. 9 della Costituzione sia in senso statico, sia in senso dinamico, rende, infatti, possibile un intervento degli enti pubblici volto a valorizzare economicamente il patrimonio culturale della Nazione senza che ciò rappresenti una minaccia per la sua integrità, ma anzi l'obiettivo sarebbe quello di accentuarne la fruizione collettiva con conseguenti esiti positivi in termini di tutela. Nel solco di tale impostazione si collocano, pertanto, le diverse attività che le istituzioni pubbliche (ed in particolare il Ministero dei beni culturali) sono chiamate a porre in essere accettando quelle che sono le sfide della modernità, tra tutte quelle derivanti dalla tecnologia. Si pensi ai profitti derivanti dalla fruizione delle immagini relative a beni culturali (ex art. 106 e 107 del D. Lgs. n. 42/2004), a quelli derivanti dai prestiti di beni culturali per mostre ed esposizioni, quelli derivanti dai contratti di sponsorizzazione, dalle concessioni d’uso ex art. 55, 56 e 57 del D. Lgs. n. 42/2004, dalle concessioni d’uso degli immobili del demanio culturale dello Stato (per le quali attualmente non è corrisposto alcun canone), a quelli derivanti dalle concessioni d’uso degli spazi necessari all’esercizio delle attività di valorizzazione esternalizzate ex art. 115, co. 8 del d. lgs. n. 42/2004, a quelli derivanti dai partenariati pubblico privati. Si tratta di strumenti che l’ordinamento pone a servizio della pubblica amministrazione e che possono sopperire alle tradizionali debolezze e carenze che si registrano nella gestione dei beni culturali, sia sotto un profilo tecnico – professionale, sia (se non soprattutto) sotto il profilo finanziario. In tale ottica ricoprono, come si diceva, un ruolo fondamentale gli sviluppi tecnologici. Si pensi ad esempio alla digitalizzazione dei beni culturali e alle opportunità in termini di profitti economici che da questa possono derivare. Muovendo, quindi, dal presupposto che la cultura non sia solo un fondamentale fattore di coesione e di integrazione sociale, ma anche un prezioso fattore di sviluppo economico, il presente intervento intende superare l’orientamento dottrinale e politico che vede il patrimonio culturale solo come oggetto di tutela (da realizzarsi attraverso la spesa pubblica) e non anche come determinante (per il debito pubblico) fonte di entrata. Pertanto, l'intento del mio studio è quello di individuare nel patrimonio culturale, grazie anche allo sviluppo tecnologico, un valido mezzo per contribuire a riportare in equilibrio i bilanci pubblici e ridurre il debito pubblico. Ciò sarebbe possibile tramite l’analisi di ipotesi concrete tese a salvaguardare l'integrità del patrimonio culturale e al contempo migliorare la gestione dello stesso nel rispetto dei principi di buon andamento, sostenibilità del debito pubblico ed equilibrio dei bilanci (art. 97 Cost). Il caso studio afferente alle attività che la Fondazione FS del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane porta avanti dal 2013 (anno della sua nascita) dimostra che il recupero del patrimonio storico e la sua digitalizzazione (seppure necessitino inizialmente di un ingente impiego di risorse) esplicano notevoli effetti positivi. In particolare, la Fondazione FS ha saputo dare avvio ad un grande progetto di conservazione del patrimonio storico delle ferrovie italiane rendendo, con il recupero tanto dei mezzi storici, quanto di lacune linee ferroviarie ormai in disuso, fruibile al pubblico un patrimonio altrimenti non ammirabile. Così facendo la Fondazione da dieci anni a questa parte contribuisce non solo alla valorizzazione economica del proprio patrimonio ma anche a quella di centri urbani situati nell’entroterra della penisola, quella inesauribile fonte di ricchezza che rende il patrimonio culturale e paesaggistico italiano diffuso su tutto il territorio nazionale.

Produzione scientifica

11573/1699167 - 2023 - Recensione a S. MABELLINI, La tutela dei beni culturali nel costituzionalismo multilivello, Torino, Giappichelli, 2021, pp. 273
Baggieri, Azzurra - 01d Recensione
rivista: NOMOS (Roma : Fulco Lanchester) pp. - - issn: 2279-7238 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1645794 - 2022 - Recensione a G. Bergonzini, Una Corte costituzionale aperta? Comunicazione partecipazione contraddittorio, Napoli, Jovene, 2021, pp. 301
Baggieri, Azzurra - 01d Recensione
rivista: NOMOS (Roma : Fulco Lanchester) pp. - - issn: 2279-7238 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1645817 - 2022 - Recensione a A. Alberti, La vita nella Costituzione, Napoli, Jovene, 2021, pp. 234
Baggieri, Azzurra - 01d Recensione
rivista: NOMOS (Roma : Fulco Lanchester) pp. - - issn: 2279-7238 - wos: (0) - scopus: (0)

11573/1656746 - 2022 - La trasparenza e la semplificazione nelle procedure ad evidenza pubblica. Recenti riforme e profili problematici
Baggieri, Azzurra - 01a Articolo in rivista
rivista: ISTITUZIONI DIRITTO ECONOMIA (Napoli: IERDISAF Istituto europeo di ricerca e studio comparato del diritto e delle scienze amministrative e finanziarie, ago. 2019-) pp. 108-139 - issn: 2704-8667 - wos: (0) - scopus: (0)

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