Titolo della tesi: La tutela della salute nelle crisi sanitarie internazionali: da diritto umano a interesse comune dell'umanità
La salute costituisce un diritto umano fondamentale protetto da una serie di strumenti giuridici interni ed internazionali vincolanti. Già menzionata, a livello universale, nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e nel Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, essa è analogamente riconosciuta nel preambolo dell’atto istitutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità, ove è intesa come stato di completo benessere fisico, sociale e mentale dell’individuo. La stessa, però, consta, come si cercherà di dimostrare nel presente lavoro, anche e soprattutto di una dimensione collettiva o pubblica, che ciascuno Stato ha la responsabilità di proteggere attraverso apposite misure sanitarie e sociali, incluse quelle volte a prevenire e controllare potenziali epidemie, come statuito dalla stessa Costituzione dell’OMS. La globalizzazione, infatti, oltre ad aver generato sviluppo e prosperità, connettendo le nazioni, ha aperto la strada alla diffusione internazionale di patogeni infettivi (anche di origine animale) dalla portata distruttiva per l’umanità, facendo emergere plasticamente i limiti dell’attuale sistema di governance sanitaria globale. La pandemia da Covid-19 ne è l’ennesima dimostrazione. Preso atto che la “stagione” delle emergenze sanitarie è tutt’altro che conclusa e che la salute è una questione di global concern, nonché un concetto unico (c.d. One-Health), è indispensabile una più profonda cooperazione tra gli Stati e gli altri soggetti della comunità internazionale secondo un approccio equo e solidale, che miri a ridisegnare i paradigmi e gli approcci della governance sanitaria multilaterale, in particolare il controllo delle malattie e l’accesso alle cure e alle contromisure anti-pandemiche, tenendo conto delle “lezioni” imparate dall’emergenza Covid-19, al fine di rispondere efficacemente alle crisi sanitarie internazionali. In quest’ottica, dopo aver analizzato la salute nei vari sistemi di tutela dei diritti umani regionali ed universali, non potranno omettersi alcune considerazioni anche sui nuovi emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (RSI) e sul provvisorio Progetto di Trattato OMS sulle pandemie, ancora in fase di negoziazione in seno all’Assemblea mondiale della sanità, per poi estendere l’analisi al bilanciamento tra interessi economici e sanitari nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), al fine precipuo di avviare alcune riflessioni circa il ruolo di leadership dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel combattere le malattie, e in particolare sulla sua autorità tecnico-scientifica. Si cercherà, inoltre, sulla scorta della prassi internazionale esaminata, di evidenziare un contenuto minimo del diritto alla salute, che sembra possa essere sintetizzato in tre elementi: a) non discriminazione; b) divieto di regressività; c) obblighi di realizzazione progressiva. Verrà, prospettato, infine, un nuovo concetto di salute pubblica come interesse comune dell’umanità e norma produttiva di obblighi erga omnes. A tal proposito, il lavoro è suddiviso in quattro capitoli. Il primo si concentra sull’analisi della tutela della salute nelle varie convenzioni regionali ed universali, incluso il sistema ASEAN di protezione dei diritti umani, al fine di valutare i limiti e l’effettività di tali strumenti nel garantire il diritto alla salute. Il secondo capitolo mira a dare conto dell’attuale governance sanitaria globale, in particolare del Regolamento sanitario internazionale, dei suoi emendamenti, del provvisorio Pandemic Treaty dell’OMS e dei connessi limiti, inclusa la securitizzazione delle crisi sanitarie internazionali, suggerendo, infine, alcuni possibili spunti di riforma. Il terzo capitolo analizza, invece, la tutela della salute nel complesso sistema dell’OMC, focalizzando in particolare l’attenzione sull’Accordo TRIPs e sulle connesse clausole di deroga in materia di proprietà intellettuale, che mirano a garantire un’equa e tempestiva distribuzione dei farmaci essenziali a livello globale, senza trascurare alcune riflessioni sulla giustiziabilità delle controversie nascenti dalla violazione delle norme vincolanti dell’RSI. Successivamente e secondo un approccio sistemico verrà anche esaminato il coordinamento ed i limiti tra le attuali disposizioni del TRIPs e il provvisorio Progetto di Trattato OMS sulle pandemie, ricostruendo, peraltro, le proposte di riforma avanzate nel corso della recente pandemia in ambito OMC nel tentativo di colmare l’enorme divario vaccinale tra i Paesi a reddito elevato e quelli meno economicamente avanzati. Verranno, poi, valutati gli argomenti a favore della tesi della salute come interesse comune dell’umanità e quelli contrari in una prospettiva economico-giuridica. Infine, nel capitolo conclusivo, avvalendosi dello stato dell’arte in materia, si cercherà di ricostruire il contenuto minimo della salute, tanto nella sua dimensione individuale-tradizionale, tanto in quella collettiva, evidenziando come soprattutto nei contesti di crisi sanitarie internazionali gli Stati abbiano una “responsabilità condivisa, ma differenziata” di proteggere la salute di tutti dalle malattie quale interesse comune dell’umanità produttivo di obblighi erga omnes, il cui fondamento sarebbe da rinvenire anzitutto nella necessità primaria di proteggere la vita del gruppo e, quindi, di garantire la sopravvivenza stessa della comunità nel tempo.