Thesis title: Homebound Older Adults and Their Caregivers: An Anthropological Analysis of Practices, Challenges and Strategies during a Pandemic Crisis
La presente ricerca dottorale vuole indagare le condizioni degli anziani italiani disabili e costretti in casa (homebound) durante la pandemia da SARS-CoV-2, facendo un confronto con le difficoltà che questi individui affrontavano prima del COVID-19. L’analisi inizia con la contestualizzazione della pandemia in Italia, attraverso una preliminare impostazione teorica che intende ricercare alcune motivazioni, tra cui la paura, il panico mediatico, la diffidenza nei confronti autorità e la mentalità cospirazionista, che spingono determinati individui a comportamenti a rischio o discriminatori. Successivamente viene proposta un’analisi delle scelte del governo italiano, dove si vuole dimostrare l’approccio utilitaristico adottato dalle autorità, nel tentativo di salvaguardare non tanto gli anziani, ma il sistema sanitario nazionale sull’orlo del collasso a scapito di piccoli e medi imprenditori. Per concludere l’impianto teorico, si tenterà di individuare le ragioni che spingono una società a valutare degli individui essenziali e altri sacrificabili, inquadrando questo fenomeno nell’ambito del bombardamento mediatico dei primi mesi di emergenza e lockdown; invidia generazionale, competizione per le risorse e la crisi economica vengono individuate fra le cause di una mentalità che vuole vedere l’anziano come sacrificabile in casi di emergenza.
A causa dell’emergenza sanitaria, è stata utilizzata una metodologia mista, fra etnografia digitale ed etnografia tradizionale (con osservazione partecipante e interviste faccia a faccia). Sono state pertanto analizzate le differenze tra le due metodologie, i vantaggi e gli svantaggi di entrambe, giungendo alla conclusione che: la metodologia digitale è la più utile per i contesti e i fenomeni online (es. l’incremento di gruppi Alt-Right nei forum); la metodologia tradizionale rimane al momento la più efficace per analizzare contesti di tipo tradizionale o fenomeni che hanno a che vedere con persone non altamente “digitalizzate”. Tuttavia, è stato possibile osservare, attraverso esperienze di ricerca complementari all’investigazione dottorale, che l’etnografia digitale e tradizionale possono – e in alcuni casi devono – collaborare, per fornire al ricercatore un quadro della situazione altamente dettagliato e in costante aggiornamento.
È stato, inoltre, possibile analizzare i rapporti e le relazioni, prima e durante la pandemia, che gli anziani hanno con i loro cosiddetti caregiver, tra i quali vengono inclusi i famigliari, i caregiver professionisti (badanti) e i lavoratori sanitari che assistono nella cura dell’anziano. Le relazioni vengono studiate attraverso la metafora del microcosmo, una realtà dove l’anziano è al centro di una rete di cura (intesa come “presa in carico”). I piccoli microcosmi (formati dall’anziano e dai caregiver) si inseriscono in un più ampio e internazionale sistema di cura, che, come dimostrato dalla pandemia, è facilmente modificabile e malleabile da fattori esterni, perché dipendente dal movimento (circolare, di scambio e lineare) degli individui che lo costituiscono. Attraverso degli esempi etnografici (raccolti utilizzando una metodologia mista, fra etnografia tradizionale e digitale) si mostrerà come gli anziani e i loro caregiver siano stati effettivamente influenzati dalla pandemia e dalle misure governative. Alcuni tra i cambiamenti più significativi che sono stati riscontrati nei "case studies" sono: l’aumentare degli anziani "homebound" o un peggioramento nella loro condizione di "homeboundness" (es. da temporanea a permanente); ansia, paura, depressione (a seguito di bombardamento mediatico e isolamento); inasprimento dei rapporti fra i membri del microcosmo dovuti a un maggior carico di lavoro e alla frustrazione del contesto.
Parole chiave: anziani, pandemia, COVID-19, caregiver, etnografia digitale.