Dottorato in MALATTIE INFETTIVE, MICROBIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA

Titolo della tesi: NUOVE FRONTIERE NELLA DIAGNOSI DIFFERENZIALE TRA IMPICCAMENTO E SOSPENSIONE DI CADAVERE: STUDIO SPERIMENTALE IMMUNOISTOCHIMICO E DI BIOLOGIA MOLECOLARE

Nell’ambito della patologia forense la diagnosi differenziale tra la morte da impiccamento e la sospensione di cadavere riveste un ruolo di riconosciuta importanza. Le maggiori difficoltà interpretative sono legate ai tempi di formazione della lesione che possono essere assai contenuti e, quindi, insufficienti allo sviluppo di una franca reazione vitale. A prescindere dai rilievi macroscopici, la sicura diagnosi medico-legale di impiccamento si può giovare unicamente dal riscontro della reazione vitale in corrispondenza della lesione specifica di tale forma di asfissia meccanica violenta e, cioè, del solco cutaneo cervicale. I risultati macroscopici e istologici convenzionali possono essere inaffidabili, e di certo un importante aiuto al fine della determinazione della vitalità delle lesioni giunge dalle metodiche immunoistochimiche volte ad identificare le molecole coinvolte nella risposta cellulare all'insulto traumatico. Per quanto concerne la diagnosi cronologica delle lesioni, oltre alle informazioni ottenute dall’istologia e dall’immunistochimica, che comunque non consentono di ottenere informazioni per lesioni prodottesi in meno di 4-5 minuti rispetto al decesso, se non per la positivizzazione della selectina P, l’applicazione di tecniche di Real-Time PCR consente la valutazione dell’espressione dell’mRNA cellulare, che può venire rapportato alla produzione proteica della cellula in relazione all’insulto infiammatorio. L’obiettivo primario del nostro protocollo sperimentale consiste nell’individuare nuovi markes immunoistochimici e di valutare preliminare, a livello quali-quantitativo, il grado di espressione dei miRNA in campioni di lesioni cutanee del solco di soggetti impiccati, confrontandoli con campioni di cute sana. Sono stati selezionati 21 casi di cui 8 donne e 13 uomini, di età media 52,2 anni, il cui decesso è avvenuto per asfissia meccanica da impiccamento di natura suicidiaria. Sono stati utilizzati, come gruppo di controllo, 10 casi di soggetti adulti deceduti per in tempi rapidi. Si è quindi proceduto ad effettuare il prelievo dei campioni di cute e dei muscoli cervicali in corrispondenza del “pieno dell'ansa”, sede di maggior compressione derivante dal mezzo di sospensione, in sezioni trasversali di 0,5-0.7. I campioni sono stati utilizzati per analisi immunoistochiche [con anticorpo anti-troponina I fast ed anti flip] e per analisi di biologia molecoare medianta PCR dei miRNA. In 19 casi su 21 dei soggetti deceduti per impiccamento, è stata apprezzata una chiara ed evidente deplezione intracitoplasmatica della Troponina I [valore medio di intensità = 1,68]. Solo in due casi è stata riscontrata una mancanza di riduzione dell'intensità di TnI. In tutti i casi (21 su 21) di soggetti deceduti per impiccamento, è stata evidenziata una chiara ed evidente deplezione intracitoplasmatica di c-FLIP a livello degli strati epidermici con associato appiattimento epidermico [valore medio di intensità -2,71, statisticamente significativo (p< 0,05)]. Per quanto concerne l’upregulation dei miRNA legati alla risposta infiammatoria nelle lesioni cutanee, si è riscontrata, nelle lesioni del solco, una iperespressione di miR146a-5p, miR125a-5p, miR125b-5p, che riproposta in valori numerici di 2^-ΔCT. L’insieme dei risultati ottenuti dal nostro studio sperimentale ci porta a credere che l'uso degli anticorpi Anti-Troponina I fast skeletal mussle ed Anti-c-FLIP siano molto promettenti per poter fare una certa diagnosi differenziale tra gli indici di vitalità antemortem e post mortem e quindi per una diagnosi differenziale tra l’impiccamento e la sospensione di cadavere. Inoltre il protocollo sperimentale ha consentito di evidenziare una differente espressione di microRNA in lesioni cutanee del collo di soggetti impiccati rispetto alla cute sana priva di lesioni macroscopiche. Questo dato conferma come l’espressione dei miRNA in caso di insulto traumatico cutaneo sia riferibile ad un’azione di regolazione della fase infiammatoria, volta ad inibire i segnali intracellulari attivati dalla produzione di citochine infiammatorie, anche in caso di lesioni che si sviluppano in tempi molto brevi, dell’ordine di pochi minuti.