Titolo della tesi: Firenze e i Turchi tra commercio, diplomazia, Umanesimo e idea di crociata al tempo di Cosimo il Vecchio (1453-1464)
La presente tesi di dottorato indaga la costruzione del rapporto commerciale, politico e diplomatico tra Firenze e l’impero ottomano e i suoi effetti, tanto nello scenario levantino, quanto in quello italiano, tra la caduta di Costantinopoli (1453) e quella di Negroponte (1470). A tale scopo si è scelto di seguire due direttrici principali: lo studio della presenza fiorentina in Levante, articolata intorno alla comunità principale di Costantinopoli-Pera e, parallelamente, l’analisi dell’uso politico che si fece a Firenze del problema turco, tra retorica e Realpolitik.
La tesi si articola in tre parti. Dopo aver “cartografato” il progetto commerciale e diplomatico fiorentino nel contesto euro-mediterraneo, avviato a seguito dell'acquisto di Porto Pisano nel 1421, e opportunamente inquadrato il ruolo che vi rivestiva il Levante, si procederà a mettere in luce le modalità e le fasi di formazione della comunità fiorentina di Costantinopoli-Pera, evidenziandone la composizione sociale, la mole degli affari e le pratiche diplomatiche elaborate per interagire con la Porta; infine, verrà esaminato l’uso e l’abuso del tema turco a Firenze, tanto nella politica estera riguardante l’Italia, quanto in quella interna, correlandolo con i principali eventi che coinvolsero lo scacchiere peninsulare (la pace di Lodi nel 1454 e la Lega Italica nel 1455), con l’emergente fazionalismo antimediceo e con la riattivazione della macchina della crociata come arma contro i turchi, specialmente durante il papato di Pio II (1458-1464).
La domanda a cui la tesi proverà a rispondere è: quanto influì la “traiettoria turca” – intesa come insieme di interessi, pressioni e opportunità scaturite dall’avanzata ottomana – nella politica fiorentina? In questo senso, gli estremi cronologici scelti si configurano significativi: la caduta di Costantinopoli aveva aperto nuove vie ai mercanti fiorentini, mentre quella di Negroponte sancì il definitivo avvicinamento dell’impero ottomano all’Italia e il suo controllo ormai esclusivo delle rotte commerciali orientali, provocando un cambio di mentalità negli italiani e, in particolare, nei fiorentini: il Turco passò da essere strumento retorico a minaccia reale.
Per raggiungere questo scopo, verranno esaminate fonti, edite e inedite, di tipologie molto differenti, pubbliche e private, da quelle epistolari, maggioritarie, a quelle consiliari e amministrative, narrative, per arrivare alla documentazione notarile e contabile e alle testimonianze iconografiche e letterarie. La documentazione presa in considerazione proviene principalmente dall’Archivio di Stato di Firenze, ma sono stati visionati anche fondi dell’Archivio di Stato di Roma, dell’Archivio di Stato di Venezia, dell’Archivio di Stato di Milano, della Reverenda Biblioteca Ambrosiana, della Bibliothèque Nationale di Parigi e l’Archivio Niccolini di Camugliano di Firenze.
Questa varietà tipologica necessita di un approccio multidisciplinare originale che superi le trattazioni precedenti, legate a singoli casi di studio o a cronologie successive. Dalle fonti saranno estrapolati dati qualitativi e quantitativi e ci si avvarrà di strumenti di analisi provenienti dalla storia economica, dall’antropologia culturale, dalla storia dell’arte, dalla storia della cultura e delle mentalità, nella convinzione che solo attraverso questi raffronti, complessi e in molti casi non del tutto operabili, si possa comprendere la vera natura delle ambizioni fiorentine in Levante e, allo stesso tempo, di quelle turche in Italia.