Titolo della tesi: Ordine sintattico e struttura dell'informazione in paleoslavo: la legge di Wackernagel
La presente tesi è uno studio dell’ordine sintattico in paleoslavo e si compone di un’Introduzione, di tre capitoli e delle Conclusioni. Il lavoro è corredato di un’Appendice in cui sono riportati i casi di discrepanza nel posizionamento dei pronomi nel Codex Marianus e nel testo greco e di una Bibliografia delle opere citate.
Nell’Introduzione verrà discusso il concetto di paleoslavo e il più ambiguo concetto di canone paleoslavo, evidenziandone la convenzionalità e valutandone l’opportunità di applicazione a studi che esulino dal campo grafico-fonetico e/o morfologico; verrà quindi presentato il corpus utilizzato (Codex Marianus, Codex Zographensis, Codex Assemani, Savvina Kniga, Codex Suprasliensis, Psalterium Sinaiticum, Fogli di Kiev) e verrà discusso il rapporto tra paleoslavo e greco.
Il primo capitolo è dedicato allo studio dell’ordine sintattico del paleoslavo: dopo aver illustrato alcuni aspetti di non-configurazionalità del paleoslavo, si tenterà di evidenziare il ruolo che la struttura dell’informazione gioca nell’organizzazione lineare della frase. Nel secondo capitolo verrà discussa la nozione di Legge di Wackernagel e verranno inoltre analizzate le cosiddette “particelle enclitiche” (že, bo, li): mentre že e bo sono dei connettori testuali (collegano, quindi, il segmento testuale in cui appaiono a un segmento precedente) e occupano la seconda posizione anche in un presenza di elemento topicalizzato, li, nella sua funzione di elemento interrogativo, segue l’elemento su cui verte la domanda, che risulta essere focalizzato, e che può a sua volta essere preceduto da un elemento topicalizzato.
Il terzo capitolo consiste in un’analisi quantitativa e qualitativa dei pronomi al dativo e all’accusativo nei diversi documenti del corpus. In particolare, verranno evidenziate le significative differenze tra l’utilizzo di forme brevi (tradizionalmente considerate enclitiche, ad es. mi) e forme lunghe (tradizionalmente considerate toniche, ad es. mъně) nei documenti glagolitici e nei documenti cirillici e il differente posizionamento delle forme brevi nei diversi manoscritti, che risulterà essere strettamente legato ai fattori pragmatici esaminati nel primo capitolo.
Un ultimo capitolo sarà dedicato alle Conclusioni, dove verranno sintetizzati i punti salienti emersi nelle pagine precedenti.