Titolo della tesi: ETTORE SPALLETTI: TRA GENEALOGIA E CONTESTO (1960-1975)
La presente ricerca ricostruisce gli anni iniziali della pratica artistica di Ettore Spalletti (Cappelle Sul Tavo, Pescara 1940 – Spoltore, Pescara 2019), nel periodo compreso tra il 1960 e il 1975. A partire da una rilettura della visione consolidata che individua nella mostra personale alla Galleria La Tartaruga del 1975 l’inizio ufficiale della sua carriera, lo studio propone un’analisi complessiva della fase che precede quella data, con l’obiettivo di ridefinire le origini teoriche, stilistiche e contestuali della sua poetica. Sebbene largamente riconosciuto a partire dagli anni Ottanta, Spalletti è stato oggetto di una ricezione critica parziale, che ha contribuito a costruire una narrazione canonica, trascurando gli sviluppi anteriori alla fase degli impasti di colore.
Attraverso un’indagine archivistica basata su fonti spesso inedite – tra cui cataloghi, articoli a stampa, fotografie, materiali conservati presso l’Archivio Ettore Spalletti e altri fondi pubblici e privati – la tesi ricostruisce la traiettoria dell’artista anno per anno, attraverso l’individuazione di mostre, opere e documenti finora trascurati. L’approccio metodologico si è articolato su due piani complementari: la mappatura cronologica delle occasioni espositive e della fortuna critica, e lo studio delle scelte linguistiche, con particolare attenzione al contesto artistico abruzzese e nazionale.
Il risultato di questa indagine, opera dopo opera, ha restituito l’immagine di un artista impegnato in una ricerca estremamente compatta, in cui ogni intuizione iniziale veniva progressivamente elaborata e approfondita, in dialogo con le istanze più sperimentali del momento, generando sviluppi che si innestavano con coerenza nelle opere successive. Al contempo, lungi dal configurarsi come semplici esperimenti giovanili, le fasi che precedono il 1975 mostrano piuttosto una certa autonomia di pensiero e originalità che, proprio in forza di questi aspetti, anticipano per temi e riflessioni molte delle direttrici che caratterizzano il linguaggio più noto dell’artista.
La tesi si compone di tre capitoli, che seguono un impianto cronologico con un taglio centrato sulle opere: il primo esplora la fase formativa e le prime opere tra 1960 e 1967, il secondo indaga la svolta oggettuale e ambientale a partire dal 1968, il terzo rilegge la citata mostra del 1975 come momento di formalizzazione della ricerca sugli impasti di colore, ricostruendone genesi e contesto alla luce delle fasi precedenti.
A corredo, in ultimo, è stato predisposto un apparato bio-bibliografico che riunisce mostre e scritti critici relativi agli anni presi in considerazione da questa ricerca, al fine di integrare lo sguardo tematico e filologico affidato al corpo centrale della tesi con una prospettiva diversificata e cronologicamente puntuale. Il lavoro complessivo intende dunque offrire una base aggiornata per una riconsiderazione storica e critica del primo Spalletti.