Titolo della tesi: Ragione e rappresentazione della flessibilità nel Lavoro in una prospettiva storico-comparativa tra Italia, Francia e Germania nel quadro del processo di integrazione europea
La ricerca analizza, ricostruisce e compara l’evoluzione della deregolamentazione del diritto del lavoro e della flessibilizzazione del mercato del lavoro avvenuta in Italia, Francia e Germania nel quadro del processo di integrazione europea. A partire dalla costituzione dell’Unione europea, nei tre ordinamenti l’introduzione continua di elementi riconducibili all’istituto della “flessibilità” si dimostra compatibile con l’indirizzo politico, legislativo e giudiziario sancito in ambito europeo, innestandosi in pieno nella cultura neo-ordo-liberale dominante nel continente. Tuttavia, se ciò non impedisce lo sviluppo di aspetti riformativi specifici, l’emergere nei tre mercati del lavoro di prestazioni eterogenee inserisce i risultati della ricerca nella letteratura che afferma la correlazione negativa tra la rigidità del mercato del lavoro e la crescita e l’aumento (decremento) della occupazione (disoccupazione).
In questo quadro, il caso studio dell’analisi nei maggiori quotidiani italiani della rappresentazione dell’iter legislativo che ha portato all’emanazione delle prime due leggi del Jobs Act rileva l’incapacità da parte degli organi di stampa di, rispetto a quanto analizzato in precedenza, fornire ai lettori e alle lettrici un’informazione completa sull’impianto normativo. Infatti, la costruzione del discorso sulla riforma si appiattisce sulla lettura fornita dalla parte datoriale, fatta propria anche dal governo in carica, mancando così di dare adeguata pubblicità alla natura e agli effetti dello stesso per la controparte dei lavoratori.