Titolo della tesi: La scissione transfrontaliera
Il presente lavoro si propone di tracciare una linea storico-ricostruttiva
della scissione transfrontaliera, operazione di ristrutturazione societaria
coinvolgente società appartenenti ad ordinamenti nazionali diversi. Tale
istituto riveste, infatti, una rilevanza pratica e teorica crescente nel panorama
giuridico europeo, caratterizzandosi per una complessità tecnica e regolatoria,
la quale, unita alle sue molteplici ripercussioni gius-economiche e di politica
legislativa, stimolano ampie riflessioni e tentativi di analisi.
Nella consapevolezza che l’inquadramento giuridico di un fenomeno
difficilmente possa prescindere da una sua preliminare collocazione nel tempo
e nello spazio, si prenderanno le mosse da un’analisi storico-evolutiva della
scissione transfrontaliera a livello europeo. Si metteranno in luce, in
particolare, le iniziali perplessità del legislatore europeo in ordine ad una sua
positivizzazione, contribuendo tale (ed invero prolungato) silenzio normativo a
determinare una situazione di estrema incertezza in ordine all’ammissibilità
della scissione cross-border nei singoli Stati membri. Nonostante la
giurisprudenza della Corte di giustizia abbia, in parte, supplito a tale lacuna,
mediante la riconduzione della predetta operazione ad una forma di esercizio
della libertà di stabilimento, ai sensi degli artt. 49 e 54 TFUE, si mostrerà come
le diverse problematicità, derivanti dalla sua dimensione transnazionale, siano
rimaste, a lungo, irrisolte. Si fa riferimento, ad esempio, alle questioni
internazionalprivatistiche, relative alla individuazione della lex societatis
applicabile, rilevante ai fini della predisposizione delle regole, sostanziali e
processuali, volte a disciplinare, in modo uniforme, l’operazione, nonché a
tutelare adeguatamente i soggetti potenzialmente incisi.
Tuttavia, nel prosieguo del lavoro si evidenzierà come alla necessità di un
intervento armonizzatorio in materia si è sempre contrapposto il timore di un
ridimensionamento della possibilità – incentivata dalla sentenza Centros (CGUE,
1999) – di arbitraggio normativo e concorrenza regolamentare: in virtù della
libertà di stabilimento, alle società è stato, infatti, consentito scegliere lo Stato
membro, e la conseguente legislazione, presso cui insediarsi, dando così luogo
ad una “corsa” degli ordinamenti verso la ricerca della disciplina nazionale più
attrattiva.
Partendo dal suddetto quadro, l’indagine proseguirà mettendo a fuoco i
numerosi dibattiti e i vari passaggi argomentativi che hanno condotto il
legislatore europeo ad emanare, nell’ambito del c.d. Company Law Package, la
direttiva (UE) 2019/2121 sulle trasformazioni, fusioni e scissioni
transfrontaliere. In particolare, verranno approfondite le scelte di politica
legislativa adottate in ordine all’ambito soggettivo e oggettivo di applicazione
della nuova disciplina europea, tra le quali meritano di essere già anticipate la
decisione di i) includere, tra le società soggette alla nuova regolamentazione,
anche le società in crisi o insolventi, nel rispetto della compatibilità con la dir.
(UE) 2019/1023 (c.d. “Insolvency”); nonché di ii) ricomprendere nella nozione
di scissione transfrontaliera, rilevante ai sensi della direttiva, anche la c.d.
scissione mediante scorporo, sottoposta a delle formalità procedurali
semplificate. Nel contesto di attuazione della direttiva, sarà proprio la nuova
scissione mediante scorporo il profilo su cui si concentrerà maggiormente
l’attenzione, evidenziando il diverso impatto che il recepimento del suddetto
istituto ha avuto nell’ordinamento italiano (con il decreto legislativo 2 marzo
2023, n. 19, a sua volta introduttivo dell’art. 2506.1 c.c.) e nell’ordinamento
spagnolo (con il Real Decreto-ley 5/2023). A differenza di quest’ultimo, infatti,
nel quale la c.d. “segregación” veniva già da tempo ricondotta normativamente al
fenomeno scissorio, la tradizione giuridica italiana ha sempre allontanato la
figura dello scorporo dalla scissione, equiparandolo ad un conferimento in
natura.
Infine, la parte conclusiva del lavoro sarà dedicata ad un esame dei
profili sostanziali di tutela dei soggetti potenzialmente incisi dalla scissione
transfrontaliera, quali i soci, i creditori e i lavoratori delle società coinvolte, con
un riferimento altresì agli strumenti di controllo predisposti dalla direttiva al
fine di prevenire un utilizzo abusivo, fraudolento o criminale della suddetta
operazione societaria. Con specifico riguardo alla posizione dei soci e dei
creditori, si tenterà, inoltre, di mettere a confronto alcune delle scelte
normative adottate dal legislatore italiano e spagnolo, mostrandosi entrambi
sensibili, sebbene in modo diverso, all’esigenza di evitare che l’assenza di un
principio di piena equivalenza tra fattispecie di riorganizzazione
imprenditoriale interna e intra-UE possa, di fatto, determinare una trattamento
normativo differenziato a seconda che la scissione sia effettuata o meno
all’interno dei confini nazionali.