PNRR351 - sul curriculum: DIRITTO DEL LAVORO
- Lavoro digitale e nuovi modelli organizzativi
Competenze richieste: Il dottorando dovrà garantire una buona attitudine alla ricerca, specialmente in relazione all’oggetto del tema proposto.
- Digital work and new organisational models
Required skills: The PhD student must have a good aptitude for research, especially referring to the subject of the topic proposed.
Descrizione: La capacità delle imprese e delle pubbliche amministrazioni di rispondere alle esigenze produttive o di servizio è fortemente legata alla qualità e ai livelli di formazione del capitale umano impiegato presso ciascuna unità produttiva o amministrazione. Ai fini della ricerca che dovrà essere svolta, risulta di particolare interesse il profilo qualitativo della formazione, con specifico riferimento alla capacità delle imprese di integrare nella propria organizzazione i nuovi strumenti che la tecnologia offre al fine di raggiungere i propri obiettivi produttivi e di sostenibilità.
Il legame tra i mutamenti tecnologici e il lavoro pone questioni di rilievo rispetto a diversi temi, quali la quantità e la qualità dell’occupazione, le politiche e le relazioni industriali, i modelli organizzativi del lavoro e del welfare state.
Del resto, il passaggio in corso verso la c.d. Industria 4.0 è una trasformazione tecnologica che investe tutti i nodi della catena del valore. Questa trasformazione beneficia del costante evolversi delle nuove tecnologie e si sostanzia nella progressiva digitalizzazione ed automazione dei processi produttivi.
Il tema della formazione dei lavoratori è da tempo oggetto di interesse degli studiosi di diritto del lavoro, considerati i profondi mutamenti che il processo di digitalizzazione ha portato nei luoghi di lavoro.
Da un lato, nel lavoro privato, si è assistito negli ultimi anni ad una trasformazione delle imprese “a due velocità”: le grandi imprese hanno spesso utilizzato ingenti risorse per investire in nuovi processi produttivi al passo con gli strumenti tecnologici disponibili sul mercato; le piccole imprese hanno avuto più difficoltà a cogliere queste opportunità e in molti casi si trovano ora svantaggiate.
D’altro lato, nel lavoro pubblico, il processo di digitalizzazione ottimisticamente annunciato è stato a lungo bloccato da fattori esogeni che hanno condizionato fortemente il programma di innovazione delle pubbliche amministrazioni. Il lungo periodo di crisi economica ha totalmente bloccato il turnover e le nuove assunzioni. Di conseguenza, le amministrazioni si sono trovate quantitativamente depauperate e qualitativamente prive delle nuove competenze necessarie per affrontare le sfide della digitalizzazione. L’innalzamento dell’età media e la riduzione del personale hanno costituito un freno alle ambizioni della pubblica amministrazione e hanno causato notevoli problemi organizzativi e funzionali.
La crisi pandemica ha ulteriormente alimentato il bisogno di cambiamento nell’organizzazione del lavoro e ha offerto l’occasione per testare - pur con la sollecitudine imposta dall’emergenza in atto - soluzioni diverse e innovative. Il lavoro agile, nella sua versione “emergenziale”, si pone al centro di questi processi di cambiamento.
In questo quadro si inseriscono due pilastri delle politiche del legislatore degli ultimi anni: da un lato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR); dall’altro, il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e della coesione.
I due documenti dal carattere programmatico offrono degli importanti spunti per la ricerca, orientando il percorso di investimenti pubblici nel prossimo futuro.
Nell’ambito di questi mutamenti in fieri, tema centrale è quello della formazione dei lavoratori, per far fronte alla richiesta crescente di nuove competenze.
Per quel che riguarda il lavoro privato, il PNRR si pone l’obiettivo di “rafforzare la competitività del sistema produttivo rafforzandone il tasso di digitalizzazione, innovazione tecnologica e internazionalizzazione”. Del resto, si sottolinea che l’“apprendimento di nuove competenze (reskilling) e il miglioramento di quelle esistenti per accedere a mansioni più avanzate (upskilling) sono fondamentali per sostenere le transizioni verde e digitale, potenziare l'innovazione e il potenziale di crescita dell’economia, promuovere l’inclusione economica e sociale e garantire occupazione di qualità. È pertanto necessario migliorare le competenze digitali e professionali attraverso investimenti in istruzione e formazione”. Oggetto di interesse della ricerca saranno in particolare i sistemi di formazione nell’impresa previsti dalla contrattazione collettiva ai fini dell’upskilling.
Per quanto riguarda invece il lavoro pubblico, il PNRR evidenzia come gli interventi debbano finanziare “un forte piano di attrazione, selezione, assunzione, retention e valutazione del talento, rinnovando i meccanismi di carriera attuali (verticali e orizzontali». La missione M1C1 (Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA) pone infatti l'obiettivo di “digitalizzare la Pubblica Amministrazione italiana con interventi tecnologici ad ampio spettro accompagnati da riforme strutturali”. Il raggiungimento di tale obiettivo è sicuramente subordinato al “rafforzamento delle competenze (del capitale umano nelle amministrazioni)”.
Dal punto di vista concreto, le politiche di sostegno alle competenze digitali si possono tradurre:
a) in incentivi di carattere economico offerti al lavoratore, sotto forma di premi di produzione o di indennità aggiuntive;
b) in incentivi relativi all’inquadramento professionale, in modo da favorire i lavoratori che possiedono conoscenze e competenze utili al raggiungimento degli obiettivi di innovazione e di digitalizzazione;
c) nell’accesso a specifici percorsi di formazione e di crescita professionale.
Obiettivi centrali della ricerca saranno quindi:
a) l’analisi delle disposizioni programmatiche e normative che fanno riferimento alla digitalizzazione nel lavoro privato e nelle pubbliche amministrazioni, con particolare attenzione al tema della formazione dei lavoratori;
b) l’analisi delle politiche occupazionali, di istruzione e di reclutamento volte a garantire standard formativi elevati ed uniformi su tutto il territorio nazionale;
c) l’analisi degli strumenti formativi che, dal punto di vista concreto, sono messi in campo dalla contrattazione collettiva e dai datori di lavoro per soddisfare i fabbisogni formativi interni;
d) con particolare riferimento alle pubbliche amministrazioni, lo studio dei sistemi di valutazione della performance e delle competenze che è possibile implementare al fine di garantire la continuità e l’aggiornamento delle competenze dei pubblici dipendenti;
e) l’analisi degli effetti della digitalizzazione sull’organizzazione del lavoro e dei riflessi che questo fenomeno ha sulla disciplina del rapporto, con particolare riferimento alla disciplina delle mansioni e agli obblighi formativi;
f) la proposta, anche in ottica de iure condendo, di strumenti regolativi in grado di garantire l’attuazione degli obiettivi programmatici presi in considerazione.
Description: The ability of enterprises and public administrations to satisfy production needs is strongly linked to quality and training of the people employed in each worksite or administration. For the purposes of the research, the quality of training is a matter of interest: companies have to integrate into their organisation the new tools that technology offers.
The link between technological changes and work raises important questions with respect to various issues, such as the quantity and quality of employment, industrial policies and relations, and the organisational models.
Moreover, the ongoing transition towards the so-called Industry 4.0 affects all the nodes of the value chain. This transformation benefits from the constant evolution of new technologies and is embodied in the progressive digitisation and automation of production processes.
The issue of workers' training has long been a subject of interest for labour law scholars, given the profound changes that the digitisation process has brought in the workplaces.
On the one hand, in private employment, there has been a 'two-speed' transformation: large companies have often used considerable resources to invest in new production processes, while small companies have had more difficulty in seizing these opportunities.
On the other hand, in the public sector, the optimistically announced digitisation process has long been blocked by exogenous factors that have strongly conditioned the innovation programme of public administrations. The long period of economic crisis has totally blocked turnover and new recruitments. As a result, administrations have found themselves quantitatively depleted and qualitatively deprived of the new skills that they needed. The rise of the average age and the reduction of staff constituted a brake on the ambitions of the public administration and caused significant organisational problems.
The pandemic crisis has further fuelled the need for change in work organisation and provided an opportunity to test - albeit with the urgency imposed by the ongoing emergency - different and innovative solutions. Remote working, in its 'emergency' version, is at the heart of these processes of change.
Two pillars of the legislator's policies appear in this framework: on the one hand, the Italian National Recovery and Resilience Plan; on the other, the Pact for Innovation in Public Work and Cohesion.
These two programmatic documents offer important insights for research, tracing the path of public investments in the near future.
The National Recovery and Resilience Plan aims to 'strengthen the competitiveness of the production system by enhancing digitisation, technological innovation and internationalisation'. Moreover, it is emphasised that 'learning new skills (reskilling) and upgrading existing ones to access more advanced jobs (upskilling) are key to supporting green and digital transitions, enhancing innovation, promoting economic and social inclusion and ensuring quality employment. It is therefore necessary to improve digital and professional skills through investments in education and training'. The focus of the research will be in particular on training systems for the workers provided by collective agreements.
On the other hand, for public employment, the National Recovery and Resilience Plan points out that interventions should finance 'a strong plan for the attraction, selection, recruitment, retention and evaluation of talent, renewing the current (vertical and horizontal) career mechanisms'. Mission M1C1 (Digitisation, innovation and security in the PA) in fact sets the goal of 'digitising the Italian Public Administration with wide-ranging technological interventions accompanied by structural reforms'.
From a concrete point of view, e-skills support policies can consist in economic incentives offered to the workers, in incentives related to professional grading, in the access to specific training and professional development paths.
Central objectives of the research will therefore be:
1) the analysis of the programmatic and regulatory provisions that refer to digitalisation in private employment and in public administrations, with particular attention to the issue of training;
2) the analysis of employment, education and recruitment policies aimed at guaranteeing high and uniform training standards throughout the country;
3) the analysis of the training tools that, from a practical point of view, are deployed by collective bargaining and employers;
4) with particular reference to public administrations, the study of the performance and skills assessment systems;
5) the analysis of the effects of digitalisation on work organisation and the repercussions that this phenomenon has on the employment relationship.
6) the proposal of regulatory instruments capable of guaranteeing the implementation of the policy objectives taken into consideration.
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PNRR351 - sul curriculum: DIRITTO TRIBUTARIO
- Fiscalità e transizione ecologica
Competenze richieste: Il candidato sarà chiamato ad approfondire uno o più temi di rilevanza nell’ambito della fiscalità ambientale e transizione ecologica.
Per accedere alla borsa tematica è richiesto il possesso di uno dei seguenti titoli di studio: laurea specialistica; laurea magistrale; titolo di studio estero equiparato o equipollente ai titoli sopra citati.
È richiesta, altresì, una approfondita conoscenza della materia tributaria sia nazionale sia europea.
Il candidato dovrà obbligatoriamente conoscere una lingua a scelta tra: inglese, francese, tedesco, spagnolo.
- Taxation and ecological transition
Required skills: The candidate will be asked to study in depth one or more topics of relevance in the field of environmental taxation and ecological transition.
To be eligible for the thematic fellowship, possession of one of the following qualifications is required: master's degree; full university degree; foreign qualification equated or equivalent to the above qualifications.
A thorough knowledge of both national and European tax subjects is required.
The candidate must compulsorily know a language of his or her choice among: English, French, German, Spanish.
Descrizione: Le politiche europee hanno conferito gradualmente sempre maggiore importanza al tema dell’ambiente e programmato delle evoluzioni di estrema rilevanza per l’Unione europea e per tutti gli Stati membri.
La politica europea programmata in materia ambientale si fonda principalmente su tre documenti messi a punto dalla Commissione europea (il Green Deal, il Next generation Eu e il pacchetto Fit for 55%).
Il piano di transizione ecologica prevede cambiamenti socioeconomici che saranno definiti con l’ausilio della materia tributaria.
In primo luogo, la fiscalità è chiamata a favorire la crescita delle fonti rinnovabili, sostenendole in un percorso di evoluzione che le renda una effettiva alternativa alle fonti energetiche classiche e, successivamente, occorre predisporre un apparato idoneo a sostenere il fabbisogno energetico nazionale.
In tale prospettiva la materia fiscale deve sostenere il settore delle fonti rinnovabili, attraverso strumenti agevolativi da definire nel quadro degli aiuti di Stato fiscali ambientali.
In secondo luogo, la fiscalità diviene strumento finalizzato a modificare i comportamenti umani, disincentivando le scelte ecologicamente non corrette e sostenendo quelle ecologicamente orientate.
Per la realizzazione di tale obbiettivo si avverte la necessità di tassare l’utilizzo di materie inquinanti in relazione alla loro potenzialità a danneggiare l’ambiente.
La funzione fiscale ne risulta modificata nei suoi assetti storici e consolidati per definire degli equilibri nuovi, effetto del bilanciamento di valori emergenti nel sistema.
Appare, pertanto, necessario comprendere i nuovi principi della tassazione ambientale nella fase di transizione ecologica.
I principi in esame riguardano la dimensione europea, nazionale e territoriale.
I punti di analisi dovranno attenere alla possibilità di inquadrare un sistema giuridico della tassazione ambientale e alla possibilità di rivedere l’intero sistema fiscale secondo logiche di sviluppo e sostenibilità.
Description: European policies have gradually recognized the increasing importance of the environment and have consequently planned changes of extreme importance for the European Union and all member states.
Planned European environmental policy is mainly based on three documents developed by the European Commission (the Green Deal, the Next Generation Eu and the Fit for 55% package).
The Green Transition Plan envisions socioeconomic changes that will be reached with the fundamental help of taxation.
First, taxation shall encourage the growth of renewable sources, making them an effective alternative to classical energy sources, and subsequently, both European Union and Member States are supposed to introduce a suitable apparatus to support national energy needs.
In this perspective, taxation must support the renewable energy sector through several tools that shall be defined within the framework of the discipline on environmental fiscal state aid.
Second, taxation becomes an instrument aimed at changing human behaviour, discouraging ecologically perilous choices and supporting ecologically oriented ones.
For the realization of this goal, it seems correct to tax the use of polluting materials in relation to their potential to harm the environment.
The tax function, in this persepective, shall overcome its own historical structure in order to seek and define new balances and new values of the system.
It appears, therefore, necessary to understand the new principles of environmental taxation in the ecological transition phase.
All the principles under consideration concern the European, national and territorial dimensions.
The points of analysis shall be focused on to the possibility of framing a legal system of environmental taxation and the possibility of revising the entire tax system according to development and sustainability logics.
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